Ernesto Guidi, il preside antifascista che non giurò

6 dicembre 2017 | 12:32
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Ernesto Guidi, il preside antifascista che non giurò

Non troppo numerosi a Lucca e provincia – come per altro nel resto d’Italia – i docenti di scuola superiore che, negli anni del fascismo, seppero privilegiare i valori di libertà all’ossequio al regime. Nella città capolugo meritano di essere ricordati il professor Carlo Del Bianco, docente di storia e filosofia del liceo classico Machiavelli, il professor Aldo Muston, insegnante di latino e storia all’istituto magistrale Paladini,
e a Viareggio il professor Giuseppe Del Freo. In questa pattuglietta di uomini di scuola non conformi allo stato di cose allora dominanti, un solo preside.

Si chiama Ernesto Guidi ed è nato nel 1897 a Ruosina, frazione montana del Comune di Stazzema in Alta Versilia. Rimasto orfano di padre ancora bambino, a causa delle disagiate condizioni economiche della famiglia frequenta prima un collegio religioso a Genova e poi prosegue gli studi a Pisa e presso il liceo di Alessandria. Conseguita la licenza liceale, si iscrive alla facoltà di lettere all’Università di Genova. Chiamato alle armi nel 1917, dopo un corso accelerato per allievi ufficiali all’Accademia di Modena, nominato sottotenente di fanteria, viene inviato sul Piave e sul Grappa e combatte fino alla fine della Grande Guerra. Laureatosi in lettere nel 1920, inizia una lunga carriera nella scuola, prima come insegnante a Spoleto, Pavia, Perugia, Genova, poi come preside ai licei di Mantova e Lucca, primo dirigente scolastico dell’appena costituito liceo scientifico Vallisneri, ospitato allora in un’ala del convento di San Ponziano in via Elisa. Nell’anno scolastico 1941/42 il nuovo istituto conta due classi prime, una seconda e 9 studenti della terza e della quarta per complessivi 84 alunni, che crescono nei due anni successivi anche per effetto dell’affluenza di alunni provenienti da altre città toscane sottoposte ai bombardamenti. Iscritto negli anni del primo dopoguerra al Partito Popolare di don Sturzo, il professor Guidi segue con apprensione il progressivo affermarsi del fascismo, ideologia e regime da lui riguardati sempre con insofferenza. Nel 1932 è uno degli ultimi docenti a prendere la tessera del Pnf, senza la quale non gli sarebbe permessa alcuna possibilità di permanenza nella scuola di stato. Nella primavera del 1944, quando a tutti i capi di istituto viene imposto l’obbligo di prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica di Salò pena l’estromissione, Ernesto Guidi è l’unico in tutta la provincia di Lucca tra presidi e direttori scolastici a rifiutare l’atto di sottomissione al risorto regime fascista. Per questo nel maggio 1944 è arrestato dalla milizia fascista e deportato in Germania come “lavoratore volontario”. Assegnato ad un Arbeitslager, nell’inverno 1944-45 viene impiegato in un ufficio assistenza per i lavoratori italiani alla delegazione di Monaco. Rimane in Germania fino al termine della guerra: la gioia del suo ritorno a Lucca è turbata dalla notizia della morte della madre, coinvolta in uno scontro tra tedeschi e partigiani nel paese natale di Ruosina. Ripresa la sua attività di preside del liceo scientifico lucchese, dalla fine del 1945 al 1948 gli viene affidato il delicato incarico di preside del liceo italiano a Parigi, un compito non facile per le polemiche e il contenzioso che dividevano Italia e Francia appena usciti da una guerra che aveva visto i due Paesi su fronti contrapposti. Rientrato a Lucca, ricopre per un altro decennio la presidenza del liceo scientifico lucchese, da cui deriveranno quelli di Viareggio, Castelnuovo Garfagnana e Massa, per concludere la sua carriera di uomo di scuola nel 1967 come capo d’istituto del liceo classico Galileo di Firenze. Meritevole di menzione anche la sua attività di storico e critico della letteratura. Apprezzati i suoi studi sulla poesia di Dante, Petrarca e Ariosto e sugli autori dell’Ottocento italiano: Foscolo, Manzoni, Leopardi, De Sanctis, Fucini e Carducci. Un’attività storico-critica che gli vale la libera docenza all’Università di Pisa e la collaborazione con Luigi Russo, titolare della cattedra di letteratura italiana presso l’ateneo pisano. Muore a Viareggio nel 1988. Tra il settembre 2016 e l’autunno 2017 è stato spesso ricordato a Lucca in occasione delle manifestazioni indette per celebrare il 75esimo anno di attività del suo liceo.

Luciano Luciani