1918-2018, finché dura la memoria. Vorno e non solo

31 ottobre 2018 | 17:47
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1918-2018, finché dura la memoria. Vorno e non solo

1918 – 2018: nell’autunno di cento anni or sono trova una sua sofferta conclusione la Grande Guerra, il primo conflitto totale della contemporaneità che muta radicalmente “il mondo di ieri”, quello uscito dal lungo Ottocento, e ne cambia dal profondo non solo le istituzioni politiche e le strutture sociali, ma anche la mentalità, l’immaginario e i comportamenti. Gli storici contemporanei, a ragione, definiscono quegli anni come l'”età della catastrofe”, oppure l’inizio della “guerra civile europea”: doveva essere essere la guerra che avrebbe messo fine a tutte le guerre, avviando un tempo definitivo di pace, benessere e democrazia, invece ha dato inizio a un periodo terribile di ferro e di fuoco che sarebbe arrivato a lambire anche l’attuale generazione dei padri. Rammentano quella tragica vicenda i numerosissimi monumenti, talora ingenui, spesso retorici, dedicati ai milioni di caduti.

Non solo in Italia, ma nell’intera Europa – dalla Germania alla Sicilia, dalla Gran Bretagna all’est europeo – essi contrassegnano quasi ogni città e ogni paese piccolo o grande che sia, borghi e frazioni. Se oggi il loro linguaggio ci appare inevitabilmente invecchiato, pure essi ricordano a tutti quanti noi il tempo in cui la morte di massa irruppe sullo scenario della storia del nostro continente e dette vita al primo spazio di violenza nella storia del Novecento.
Particolarmente attento a non dimenticare la vicenda del primo conflitto mondiale e dei suoi attori il territorio di Capannori che, da solo, tra monumenti, lapidi, steli e parchi della rimembranza annovera ben trentadue luoghi della memoria: un patrimonio storico-artistico forse minore, certo misconosciuto, a tutt’oggi, però, capace di intercettare ed esprimere un diffuso sentire collettivo, ancora memore e grato al sacrificio di un’intera generazione di giovani italiani. Nelle loro forme stilistiche un po’ datate, ora tendenti all’epico, ora al patetico, a un secolo di distanza, tali siti ci appaiono rispettati e, in genere, tenuti con cura grazie alla pietas condivisa delle comunità locali.
A Vorno sarà il circolo culturale e ricreativo a prendersi cura del monumento ai caduti risalente al 1922 e opera dello scultore Enrico Bianchi. L’associazione ha, infatti, sottoscritto con il Comune di Capannori un patto di collaborazione – lo strumento operativo di gestione dei beni comuni assieme ai cittadini – per la valorizzazione di questo bene di tutti. Gli associati al circolo, a titolo gratuito, si occuperanno della pulizia del monumento e dell’area a verde attorno a esso, senza dimenticare i lecci presenti nelle vicinanze tanti quanti i caduti di Vorno di cento anni fa. L’iniziativa dell’associazione non solo ha lo scopo di migliorare il decoro, ma si prefigge anche l’obiettivo di contribuire a mantenere ben fermo il ricordo di quella “inutile strage”, come ebbe a definire il conflitto papa Benedetto XV. Nelle sue cause e ragioni, responsabilità e protagonisti, oggi, la Grande Guerra torna a essere indagata con una sempre maggiore consapevolezza critica e l’uso di categorie interpretative e di giudizio fattesi, nel corso di un secolo, via via più raffinate e capaci di cogliere contesti più ampi, significati, nessi rimasti finora nascosti. E la massiccia stele di roccia rossiccia, il verrucano dei Monti Pisani, con i suoi festoni, le lapidi, insieme al bassorilievo di marmo e ai lecci tutt’attorno, contribuisce a far sì che non si smarrisca la memoria.

Un saluto. Con quest’ultima noticina, utile, pensiamo, a ricordare un’importante data del nostro calendario civile – il 4 novembre, anniversario della vittoria nella Grande Guerra e festa dell’Unità nazionale e delle forze armate – Luciano Luciani, per un anno imperterrito redattore di Minima Lucensia, saluta i lettori e la redazione. Grazie a tutti per le critiche e gli incoraggiamenti: ho imparato un sacco di cose. A presto rileggerci, magari sotto altre forme.

Luciano Luciani