Di Fiorino (Toscana Civica per il cambiamento): “Basta con le Asl da un milione di abitanti”

Il candidato per il centrodestra punta il dito sulla sanità toscana: “Dopo 50 anni il potere della sinistra è logoro”
Anche Mario Di Fiorino, primario di psichiatria all’ospedale Versilia, risponde alle sollecitazioni di Lucca in Diretta. È candidato con Toscana Civica per il cambiamento.
È stata una campagna elettorale molto combattuta anche se breve e condizionata dal Covid-19: quale sarà il motivo principale che convincerà gli elettori a far vincere la sua coalizione?
Il desiderio di cambiamento. Il potere della sinistra è logoro dopo 50 anni. Bisogna aprire le finestre e far entrare aria fresca.
Ogni candidato si è caratterizzato per un elemento di programma originale e innovativo: quale ritiene essere il suo “cavallo di battaglia”?
La sanità. C’è la necessità di riorganizzare gli ospedali. L’emergenza Covid ha mostrato che gli ospedali erano stremati dalle politiche dei tagli e dalla riforma che ha prodotto mega Asl da un milione di abitanti.
Perché chiede la preferenza per rappresentare gli elettori e il suo partito a Firenze?
Sono stato deferito al consiglio di disciplina perché ho chiesto che l’ospedale fosse dotato del macchinario per i tamponi. Ho certamente mostrato di sapermi assumere dei rischi quando c’è in ballo la salute delle persone.
Chi vorrebbe con sé in consiglio regionale?
C’è l’imbarazzo della scelta: il centrodestra ha messo insieme una serie di candidature davvero autorevoli.ì
Il provvedimento per cui si batterà fino all’ultimo nei cinque anni di mandato…
Riformare le “Aslone” da un milione di abitanti. Ormai tutti hanno capito che Asl più grandi significa solo più sprechi. La sanità pubblica deve poter tornare anche sotto il controllo delle comunità locali. Gli elettori non devono dimenticare che Eugenio Giani, all’epoca garante, promise che sarebbe stato assicurato il ricorso al referendum popolare per abrogare le mega Asl, ed invece consentì alla maggioranza di sinistra di modificare la legge quel tanto che bastò ad invalidare completamente la richiesta di referendum firmata da ben 55mila toscani che fu, di fatto, gettata nel cestino grazie anche a Giani.
Un appello al voto
“È da cinquant’anni – dice Di Fiorino nel suo appello – che il potere fiorentino gira sempre nelle solite mani, che oggi appaiono obiettivamente logore. La Toscana è troppo bella per essere ancora amministrata in questo modo così mortificante. Uso questo termine non a caso, poiché mortificati sono i pazienti che devono fare infinite attese al Cup per avere una visita, mortificanti sono le condizioni dell’imprenditore che per vedersi concedere il permesso per allargare il magazzino deve sudare sette camicie, per non parlare del settore lapideo dove i tempi di attesa per vedersi concedere una qualunque cosa diventano addirittura di dimensioni bibliche, insopportabili e irrispettosi nei confronti di una categoria così essenziale come l’imprenditoria privata, che è la principale produttrice di ricchezza e di benessere per la Toscana e per l’Italia”.