Aggressione all’ospedale Versilia, la denuncia della federazione PCI

Il dipartimento ha rilasciato una nota in mattinata, denunciando la gravità della situazione e chiamando in causa la politica
Si susseguono le perentorie prese di posizione da parte di istituzioni e dipartimenti rispetto a quanto è accaduto giovedì scorso (26 maggio) all’ ospedale Versilia, dove un turista si è scagliato contro due infermieri provocando tra l’altro la frattura del setto nasale ad uno dei malcapitati. Un episodio intollerabile e increscioso sul quale si è espresso, tra gli altri, anche il dipartimento sanità della federazione PCI Lucca Versilia, che in mattinata ha diffuso una nota di commento.
“L’episodio di aggressione, l’ennesimo, ai danni di personale sanitario del Pronto Soccorso riteniamo meriti una speciale attenzione, che vada oltre le rituali parole di solidarietà che pur ci sentiamo di esprimere – inizia la nota – Un’attenzione che serva ad indagare le ragioni del perché questo possa succedere e interrogare la politica”
Un commento che muove dall’aggressione dissennata per sfociare in una più ampia denuncia di carattere sociale alle istanze egoistiche e prevaricatrici che precludono sempre più spesso la reciprocità e il confronto con i bisogni altrui.
“Da anni ormai, in un contesto di progressivo impoverimento culturale, si è andata formando l’idea che i bisogni individuali, tanto più quelli primari e legittimi come quello di ricevere cure mediche, siano unici, prioritari sempre e comunque – prosegue la nota- È scomparsa la capacità di confronto con i bisogni degli altri, negata la necessaria reciprocità che è elemento di coesione. Cosicché tutto ciò che non viene ottenuto rapidamente è qualcosa di negato, ingiustificato, di personale; poco importa se questo investe anche gli altri ed è generato da storture di un sistema. Soddisfatti i propri bisogni che gli altri si arrangino; nessun impegno per le possibili soluzioni né per le rivendicazioni di diritti collettivi negati”.
Sintomi inequivocabili di un corpo sociale descritto dalla nota come vittima di un progressivo sfaldamento, orfano di assetti valoriali e di consapevolezza civica e sferzato da interessi solipsistici e conflittuali che ledono sempre più il nostro tessuto comunitario.
“Tutto questo purtroppo non è casuale. La de-costruzione progressiva di un corpo sociale consapevole dei propri diritti e dei propri doveri, dove neppure il “timor di Dio” è capace più di garantire un po’ di rispetto per gli altri, è stata funzionale ad un sistema che in una società disorientata e divisa, sebbene e non a caso sempre più “social”, potesse così perseguire in modo indisturbato interessi di mercato e personali, non certo favorevoli alle comunità, all’equità, all’uguaglianza.”
Uno sgretolamento che, secondo la nota, procede di pari passo con una distruzione del sistema assistenziale che interessa tutti gli ambiti della vita sociale.
“Parallelamente con perizia quasi scientifica, ma con gli stessi fini, si è andati verso una progressiva demolizione del sistema di welfare pubblico, nelle sue varie articolazioni, scuola, sanità, diritti del lavoro. La politica dei governi ha agito con destrezza e abilità. E i risultati non sono mancati.”
Una situazione critica che solo una rinnovata attenzione e una serie di massicci finanziamenti possono contribuire ad appianare, come recita la nota in chiusura.
“Ha ragione il Direttore del Ponto Soccorso dell’Ospedale Versilia a dire di non volere l’esercito a presidiare il suo luogo di lavoro – conclude il dipartimento – Noi ci permettiamo di consigliare quale miglior forma di presidio per la tutela dei lavoratori investimenti sulla scuola pubblica e sulla cultura, e va da sé in ambito sanitario, perché solo così si potrà cominciare a ri-sanare la grande ferita inferta ai valori repubblicani che, in modo ipocrita, molta della politica intende celebrare ogni 2 giugno. ”