Capezzoli (Toscana 2030): “Più prevenzione contro le baby gang”

Le proposte per combattere la microcriminalità giovanile
Prevenzione e più controlli per fermare le baby gang. E’ quanto chiede il presidente di Toscana 2030 Domenico Capezzoli, secondo cui “è necessario adottare un approccio multifattoriale che coinvolga diverse aree e istituzioni”.
Capezzoli propone di agire anzitutto sul fronte educazione e prevenzione: “E’ necessario – spiega – investire in programmi educativi nelle scuole e nelle comunità per sensibilizzare i giovani sui pericoli e sulle conseguenze dell’adesione alle baby gang. Inoltre, offrire alternative costruttive attraverso attività extrascolastiche e programmi di mentoring”.
Si prosegue con il coinvolgimento della comunità: “Creare partenariati tra le autorità locali – spiega Capezzoli -, le organizzazioni non governative e i residenti per monitorare e contrastare l’attività delle baby gang. Coinvolgere le famiglie e i genitori per identificare e affrontare precocemente i segnali di rischio”. Si prosegue con supporto sociale ed economico: “Offrire opportunità lavorative e programmi di reinserimento sociale per i giovani a rischio, fornendo loro un sostegno adeguato per allontanarli dall’ambiente criminale”. Non da ultimo “applicazione della legge”, rafforzando “la presenza e l’azione delle forze dell’ordine – afferma Capezzoli – nelle zone a rischio, aumentare le pene per i reati commessi dalle baby gang e implementare strategie di intelligence per contrastarne l’attività criminale”. Poi, sempre secondo Capezzoli, sono necessari interventi a lungo termine: “Investire – afferma – nella riqualificazione urbana e nella creazione di spazi pubblici sicuri, riducendo le condizioni che favoriscono la formazione di baby gang. Queste strategie dovrebbero essere parte di un approccio integrato che coinvolga le istituzioni, la comunità e le famiglie per contrastare in modo efficace il fenomeno delle baby gang”.