Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video

8 aprile 2014 | 21:32
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Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video
Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video
Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video
Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video
Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video
Elettrodotto, l’assemblea si trasforma in corrida. Terna lotta, il Comune si difende. Lite con la famiglia Marcegaglia, Tambellini: “Mai firmato protocolli di intesa” – Foto e video

L’elettrodotto dei nervi tesi. L’assemblea convocata per questa sera (8 aprile) alla scuola Custer De’ Nobili di Santa Maria a Colle si trasforma in corrida. E a poco serve la presenza fisica del responsabile della concertazione di Terna, Adel Motawi, che risponde colpo su colpo e affronta i cittadini anche infilandosi fra la folla che protesta. Perché al di là delle posizioni personali e delle singole comunità a finire sotto accusa è soprattutto il Comune di Lucca, “reo” di non aver comunicato con tempestività l’avvio della procedura per la costruzione del nuovo tratto di elettrodotto La Spezia – Acciaiolo, quello destinato ad attraversare alcune delle colline nobili del territorio, con tanto di stazione elettrica all’interno della cava abbandonata di Balbano. Proprio contro il sindaco si sollevano gli strali dei cittadini, soprattutto quando una rappresentante della famiglia Marcegaglia (il fratello dell’ex presidente di Confindustria è proprietario di un terreno nella zona) accusa il sindaco di aver tenuto nascosto un protocollo di intesa con Terna e gli altri Comuni interessati in cui si definiva il tracciato. E’ lì che scoppia la bagarre. Il pubblico, fatto principalmente di residenti delle aree interessate dai lavori, si scalda e dà al sindaco di buffone, di falso. Lo invita ad andare a casa, lo accusa di non aver più bisogno dei loro voti. Il sindaco va su tutte le furie e risponde: “Non sono certo qui per essere offeso – dice – Non ho offeso nessuno e non voglio essere offeso. La signora Marcegaglia dice il falso. Il protocollo di intesa non esiste, anche perché ogni convenzione passa dal consiglio comunale e qui non è passato alcunché”.

La posizione di Terna
Eppure la serata era iniziata con lo scopo di ascoltare le posizioni di Terna, lo stato dell’arte del progetto e la possibilità di modificare progetto e tracciato. L’ingegner Adel Motawi, inviato di Terna proprio per portare avanti la concertazione con il Comune e per i cittadini, si dimostra disponibile al dialogo e al confronto. “Innanzitutto – spiega – due parole sul sistema elettrico. Dei tre grandi ambiti, oltre a produzione e distribuzione di energia, c’è anche la funzione della trasmissione, che collega la produzione con i consumi. Che è quello di cui si occupa Terna Rete Italia, società controllata dal gruppo Terna e partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti. Quello che siamo chiamati a fare in questo territorio è di potenziare la rete elettrica per garantire i flussi di energia sulla rete ogni giorno dell’anno, sicurezza e affidabilità. In presenza di dati che parlano di un aumento di consumi in Toscana e nella provincia di Lucca negli ultimi 20-30 anni abbiamo studiato tre interventi, uno da e verso l’Emilia Romagna, uno ad Arezzo e uno nell’area di Lucca per 30 milioni di investimento. Questo perché le linee esistenti ormai non riescono a portare energia e i rischi di disalimentazione sono sempre più probabili. Il rischio di blackout, insomma, è dietro l’angolo”.
Di qui la necessità di un nuovo tracciato alternativo a quello esistente, con due linee, una a 380 kilovolt (le cosiddette “autostrade” come le definisce Terna) e una a 132 Kv (le strade secondarie) con una stazione di trasformazione che sostituisca quella di Maggiano: “Abbiamo cercato, dialogando con il territorio – dice Motawi, che poi si corregge – dialogando con le amministrazioni, la soluzione migliore. E per questo abbiano dato il via al processo autorizzativo, che durerà tre, quattro anni. Tempo in cui avremo la possibilità di raccogliere tutte le osservazioni del territorio, ben oltre la normativa che prevede 60 giorni per presentare osservazioni. La nostra, insomma, è una proposta e le parcelle catastali per cui è stata comunicata la possibilità di esproprio sono quelle della proposta. Ma c’è tempo ancora per intervenire e per questo esorto alla serenità. Terna è qui con l’amministrazione per confrontarsi e migliorare il progetto”. Che, per Terna, è un progetto migliorativo: “Sarà smantellato – spiega – l’elettrodotto esistente sopra l’abitato di Maggiano, migliorerà il servizio sulla provincia di Lucca e garantiremo l’esigenza di energia e la fornitura a fronte della crescita del carico elettrico, prevedendo anche la chiusura della centrale di Vorno. Le perdite della rete si ridurranno e si produrrà meno energia e meno inquinamento a pari produzione di energia”.

Le foto della serata

Le proteste dei cittadini
Motawi non ha ancora finito di esporre il progetto che già i cittadini mugugnano, mormorano, gli danno sulla voce, chiedono di intervenire. Chiedono soprattutto dei rischi per i danni alla salute dei cittadini che abitano vicino alle linee. Motawi espone legislazone e dati: “Esiste – dice – una raccomandazione europea che indica un limite di 100 microtesla come non dannoso per la salute. Lo stato ha scelto il principio di precauzione introducento un limite di emissione di 10 microtesla per le reti esistenti e di 3 microtesla per le nuove linee, una indicazione 33 volte più restrittiva della legislazione europea. In questo senso ci sono migliaia e migliaia di studi in materia. Studi anche dell’organizzazione mondiale della sanità che inseriscono gli elettrodotti nella categoria di pericolosità cancerogena assieme a caffè e sottaceti”. Un’affermazione che scatena il pubblico presente, più di 300 cittadini che affollano l’auditorium della scuola. Il sindaco interviene per permettere a Terna di continuare l’esposizione ma si becca la prima carica di insulti, al grido di: “Buffone”, “Vergognati” e “Vattene”. Tambellini reagisce, dice a più riprese di non avere nulla di cui vergognarsi, poi lascia di nuovo la parola ai cittadini.

Tambellini: “Il Comune non si vergogna affatto”

Gli “emissari” della famiglia Marcegaglia, fra cui la moglie del fratello, carichi di documentazioni e incartamenti vanno all’attacco: “Abbiamo saputo del progetto – dicono – dagli avvisi sul Corriere della Sera e sui giornali, dove si parla di trenta giorni per le osservazioni. Eppure il piano di sviluppo di Terna non lo conosce nessuno comune cittadino. E comunque non paiono esistere ipotesi progettuali alternative visto che quelle proposte al momento sono risibili e vanno tutte nella stessa direzione”. Va sul tecnico Paolo Parma, un rappresentante del gruppo Marcegaglia: “Da una rapida occhiata allo studio presentatoci – dice – emergono alcuni dubbi. Innanzitutto sui dati di aumento costante dei consumi di energia, laddove nel grafico si vede come dal 2008 al 2010 i consumi sono prima calati e poi si sono stabilizzati. Dubbi poi ci sono sull’ubicazione della stazione elettrica in un sito che è denominato cava dismessa, ma che mi risulta fino al 2007 ha ospitato un impianto di recupero rifiuti con fanghi e rocce di cava e non si fa menzione di nessun tipo di caratterizzazione di questo tipo. Emerge poi una valutazione di impatto ambientale che è grave fra le due ipotesi alternative presentate, visto che la migliore delle due ha in indice di 2,6, laddove il punteggio ottimale sarebbe 5. Una sola, poi, la rilevazione effettuata sul rumore, che non da indicazioni precise e comunque contraddittorie. Infine l’inquinamento dell’aria è basato su equazioni sperimentali, che cercano di ricostruire l’inquinamento in caso di cantiere per la costruzione dell’elettrodotto ma rilevando dati che non sono di alcuna utilità”. 

Le proposte alternative di cittadini e comitati
Non mancano le proposte alternative da parte dei residenti, che in questi giorni si sono documentati su possibili alternative ai tralicci sulle colline. C’è chi propone una linea interrata e a corrente continua “come nel caso di quella che collega Torino con la Savoia seguendo le vie comunali, provinciali, l’autostrada e il tunnel del Frejus”. C’è invece chi richiama uno studio del Comune di Limano in provincia di Trento, che si pone quattro domane: “Dopo la proposta – dice il cittadino – c’è un’alternativa funzionale che raggiunge lo stesso scopo? E’ necessaria la nuova linea considerando tutti i fattori? Quali sono le migliori tecnologie da utilizzare nella progettazione delle opere?”. “Va bene il consiglio comunale – conclude il cittadino – va bene anche l’inchiesta pubblica, ma il Comune ci deve dire da che parte sta, se da quella dei cittadini e della loro salute o da quella di Terna”.

Le risposte prima della bagarre
L’ingegner Motawi riguarda gli appunti e risponde alle prime domande dei cittadini. Innanzitutto rassicura sui tempi delle osservazioni, che sono di 60 giorni dalla pubblicazione della proposta di avvio del procedimento: “Ma se servirà – dice – potranno essere anche più lunghi, visto che il procedimento andrà avanti non per mesi ma per anni”. Poi sulla scelta del sito: “Ci sono dei parametri – spiega – che guidano scelta e localizzazione: la vicinanza alla rete esistente, per prima cosa, visto che più lontana è la stazione più c’è bisogno di ulteriori raccordi. Poi c’è la necessità di un terreno pianeggiante di misura adeguate a un terreno privo di rischi di esondazione e di pericolo di frane. Verificato questo le alternative erano limitate, ma se si dovessero individuare altre localizzazioni ben venga. Siamo solo all’inizio degli accertamenti – dice anche rispondendo alle obiezioni del rappresentante della Marcegalia – e tutte le analisi e i dati vanno visti in un’orizzonte di almeno dieci anni. Tutti i dati che noi abbiamo presentato sono corretti. Poi se Arpat vorrà fare nuovi rilievi ben venga”. Motawi, poi, definisce più pertinenti le osservazioni sulle possibili alternative, escludendo la possibilità di una linea a corrente continiua: “La corrente continua – dice – serve per collegamenti punto – punto, che non interessano quello che sta intorno. La nostra, invece, è una rete magliata, che deve essere in equilibrio dal punto di vista della tensione. Una rete complessa e interconnessa che non può essere fatta in corrente continua. Poi l’interramento costa dalle 10 alle 20 volte di più della linea aerea e presenta notevoli problemi nella manutenzione. E non è poi vero che il cavo interrato è più sicuro per la tutela della salute dei cittadini, visto che in realtà le linee sono a distanze inferiori rispetto a quelle aeree. Poi noi saremmo ben felici di fare solo linee interrate, visto che noi siamo remunerati in base al costo, quindi più è costosa un’opera più è conveniente per Terna”. Infine l’argomentazione “quantitativa”: “Con la nuova linea, eliminando l’elettrodotto di Maggiano – dice – dimezziamo il numero di edifici interessati dalla vicinanza con le linee dell’elettrodotto. Ma ripeto, saremmo felici di prendere in esame ogni alternativa se ci sono osservazioni fattive e migliorative”

L’assemblea si infiamma
Il paragone con Maggiano “liberato” dai tralicci fa sentire gli abitanti delle altre zone interessate dalla costruzione come “cittadini di serie B”. Iniziano ad alzare i toni, ad accusare Terna di non valutare i propri diritti ed esigenze. E il sindaco di non essere stato sincero perché avrebbe taciuto il progetto troppo a lungo. E se il rappresentante di Terna risponde a urla e obiezioni infilandosi in mezzo alla sala, affrontando ad uno ad uno i cittadini, ascoltandone le esigenze e promettendo di impegnarsi a valutare le richieste di tutti, il sindaco si scalda, sente la sedia rovente sotto di sé, si alza, vuole rispondere, ci ripensa, se la prende con qualcuno che più palesemente lo contesta, poi si rimette a sedere e rimanda ancora la propria risposta.
Sfilano allora i cittadini più “rappresentativi” della protesta, quelli che si vedrebbero i tralicci a due passi da casa. La signora Sanson Ciacca di Chiatri ricorda che da quel territorio passerebbero sia la linea a 380 sia quella a 132 Kv: “Ci troveremo nel mezzo – dice – con tutte le conseguenze per la salute e il tutto in uno spazio inferiore a un chilometro e anche meno. E’ vero, siamo solo 119 abitanti, ma qui ci sono aziende portate avanti da generazioni e si fa la raccolta del latte San Ginese. Il rischio per la salute è enorme e nche il presidente della Regione, Enrico Rossi, non dovrebbe avallare questa cosa”. Parla anche Edda Carlotti del comitato dell’Oltreserchio, che è anche nella segreteria comunale del Pd: “L’atteggiamento – dice – deve essere costruttivo, dobbiamo stare uniti per trovare soluzioni. Ma è vero che l’Oltreserchio si sente abbandonato. L’ingegnere di Terna ci ha raggelato con le sue sicurezze e con il progetto esecutivo dell’elettrodotto. Ma perché di questa cosa si parla dal 20 di marzo e ne parliamo solo ora. Questo è un territorio importante dal punto di vista ambientale eppure si prevede di costruire su tutto il nostro territorio e sulle colline un continuo vicinissimo susseguirsi di tralicci alti. Qui dove c’è il castello di Nozzano, che è percioalnte, la zona del Cotone, la Torre dell’Aquila e il complesso archeologico di Castiglioncello, il castello di Ripafratta, il Castello di Santa Viviana e la zona di Massaciuccoli. Un tracciato assoluto che non esiste da nessuna parte che vedremo ingabbiato nella rete degli elettrodotti. Questa cosa, anche per questi motivi storico-culturali, non s’ha da fare”.
Simone Lena, il simbolo della protesta, colui che si vedrebbe la linea dell’elettrodotto più vicino all’abitazione non accetta le giustificazioni di Terna: “Qui non si tratta solo della cava, ci sono zone di pregio tutte soggette a dissesto idrogeologico. Ci sono persone, come i proprietari di Villa Casanova, che hanno investito la vita e i risparmi e anche il futuro in questa zone. C’è villa Paolina, la proprietà Marcegaglia e invece qui ci portate un progetto e ne fate una questione non di salute ma di soldi e di banche, visto che c’è di mezzo la cassa depositi e prestiti. Chiedo all’ingegnere di darci rassicurazioni su tempi e modi della progettazione. Al sindaco, invece, chiedo da che parte sta: se dalla parte dei cittadini o degli interessi di Terna”.

Tambellini prova a ruggire
Dopo il “gladiatore” Motawi arriva finalmente il tempo della reazione di Alessandro Tambellini. Il sindaco esordisce: “Io ho saputo come voi – dice – dell’inizio del procedimento”. La signora Marcegaglia lo sconfessa, parla di un protocollo di intesa firmato con Terna come dichiarato dal sindaco di Massarosa. Partono i cori, le offese. A quel punto il sindaco non si frena: “Io non ho firmato – dice nessun protocollo di intesa, ma solo un verbale di incontro con Terna di un anno fa. La signora Marcegaglia dice semplicemente il falso, e non sono affatto disposto ad essere offeso sulla base di informazioni non veritiere”. Tambellini, supportato anche dagli assessori di Camaiore e Massarosa, legge il verbale. Dove si parla di un quadro generale di intervendo e di alcune fasce di possibile attraversamento del territorio e non del tracciato. Poi conclude: “Non siamo – dice – irresponsabili e pazzi da collocare sul territorio opere non concertate con i cittadini”.

Il video dello scontro Tambellini – Marcegaglia

Sul tema parlano anche l’assessore di Massarosa Damasco Rosi e Simone Leo di Camaiore che dice: “Questo tipo di verbali si usa farli – spiega – Un conto è un verbale e un conto è un accordo. Questo verbale non ha nessun valore né firmarlo né non firmarlo. Aggiungo che, a mio parere, le istituzioni devono dare un incarico per uno studio indipendente che deve verificare il se e il come del progetto”. Stessa opinione del Comune di Lucca che andrà avanti con la richiesta di un’inchiesta pubblica sull’elettrodotto. Ed anche di Terna che, pur dicendo che dell’argomento aveva parlato alle amministrazioni, in quanto rappresentanti della popolazione, si apre al dialogo: “Siamo qui adesso, evidentemente – conclude Motawi – perché siamo disponibili al dialogo. Questo per noi è un punto di partenza e non di arrivo”.

Stefano Vaira: “Nessuno entrerà nella cava senza chiedere permesso”
Nel processo decisionale un ruolo importante avrà anche Stefano Vaira, il proprietario della cava di Balbano: “Io – spiega – non ho alcun accordo con Terna anche se in passato avevo avuto contatti con loro per la trasformazione della zona in una vasta area a fotovoltaico. Comunque ho altri progetti conformi agli strumenti urbanistici e non vedo come possa essere costretto a farli entrare in casa mia. Per questo ho incaricato i miei legali a fare opposizione a questa cosa e a valutare ogni possibilità di legge per impedire un esproprio contro la mia volontà. Anche perché è evidente che Terna non ha voluto acquistare in passato quell’area perché pensava di poter ricorrere all’esproprio per pubblica utilità. Ma l’iter per loro non sarà così facile”.

E mentre la riunione si protrae fino a notte fonda già tutti sono orientati verso il prossimo appuntamento, quello di lunedì 14 aprile, il consiglio “di ascolto” agli impianti sportivi di Nozzano. Un altro momento in cui ogni cittadino potrà presentare le proprie rimostranze e le proprie idee sull’elettrodotto della discordia. Non ci sarà Terna, sotto accusa ancora una voltà ci sarà l’amministrazione comunale. A cui a questo punto è rimasto il cerino in mano. E dovrà in qualche modo tentare di spegnerlo.

Enrico Pace