
Un’azione giudiziaria per ripristinare la contrattazione integrativa aziendale in Ctt Nord. E’ questo l’intendimento dello Slai Cobas, il sindacato del trasporto pubblico locale che lo scorso mercoledì (28 maggio) si è riunito al Grand Hotel Guinigi di Lucca per incontrare gli avvocati dei lavoratori dell’Atp di Genova, Manuela Delle Piana e Maria Grazia Cammarota, che hanno vinto una causa con l’azienda proprio sullo stesso tema.
Le accuse e gli strali dei Cobas sono rivolti a Ctt Nord, il nuovo consorzio dato dalla fusione delle realtà locali del Tpl, ma anche ai sindacati, che con accordi di varia natura, dicono, avrebbero limitato i diritti dei lavoratori. I timori dei Cobas sono tanti, dalla perdita dei posti di lavoro, al dimagrimento di una busta paga già non particolarmente ricca. Ma riguardano anche un parco mezzi non adeguato alle tratte da percorrere e un rapporto con l’azienda non improntato alla collaborazione ma – affermano – “a una certa arroganza che ci impedisce di trattare con loro”.
I fatti risalgono allo scorso marzo quando, dicono i Cobas Ctt Nord “con atto unilaterale e non contestato ha di fatto azzerato l’intera contrattazione integrativa aziendale sia economica che normativa sostituita con un Regolamento, col risultato pratico di abbandonare lo schema e il livello salariale garantito da decenni ai lavoratori, riducendo le buste paga da circa 100 a circa 200 euro mensili netti (su retribuzioni mediamente di circa 1300 euro mensili)”. Ma non basta. Secondo Giovanni Regali dello Slai Cobas lucchese questa decurtazione “dovura al pregresso degli integrativi – dice – rischia di essere resa definitiva in sede di rinnovo del contratto ch scade nell’aprile del 2015. E non è solo una questione retributiva, ma anche normativa e che riguarda i giorni di malattia. Fino a 17 giorni di malattia, infatti, la retribuzione non viene toccata, dal 18esimo giorno in poi il taglio è di circa 250 euro e va a “pesare” sulla retribuzione dell’anno successivo”. Proteste, queste, che non trovano il sostegno dei sindacati confederali che subiscono i polemici attacchi dei Cobas: “I confederali – dice Regali – non si rendono conto che in caso di gara il nuovo acquirente dopo sei mesi, dichiarando lo stato di crisi, può mandare a casa parte del personale. E anche l’atteggiamento nei confronti della nostra assemblea è stato ostruzionistico, visto che violando le regole della convocazione, hanno indetto per la stessa data le assemblee provinciali dei trasportatori. Eppure noi abbiamo comunque raccolto 75 mandati per la difesa su 220 per portare avanti questa azione legale”. I temi della protesta poi spaziano da un parco mezzi inadeguato, soprattutto per quelli che viaggiano per le strade della Garfagnana (“Alcuni di questi – dice Regali – non avrebbero superato la revisione a Livorno e sarebbero stati rimessi in strada a Lucca”), al controllo dei ritardi dei mezzi con un impianto satellitare, ritenuto punitivo nei confronti degli autisti. Regali, inoltre, ha anche presentato una denuncia penale contro l’amministratore delegato di Ctt Nord, Banci, che avrebbe definito i lavoratori dei “lavativi”.
“L’azione giudiziaria – spiega ancora il sindacato – è finalizzata ad accertare e dichiarare la natura retributiva e/o contrattuale e/o stabile delle indennità de quibus, tutte considerate ovvero di quelle meglio viste, ovvero ritenere che le stesse siano intangibili siccome afferenti a diritti già maturati ed acquisiti nel patrimonio dei ricorrenti e per l’effetto accertare e dichiarare il diritto dei ricorrenti ad ottenere il ripristino della situazione patrimoniale antecedente alla disdetta della contrattazione collettiva con decorrenza dalla data della disdetta medesima. Il giudizio vuole ridare la giusta importanza alla contrattazione di secondo livello della quale invece in questi mesi si sta assistendo ad una quotidiana e inesorabile disintegrazione senza che nessuno degli organi preposti manifesti reazioni ferme e rigorose. Come in Liguria, l’azione avrebbe per oggetto solo l’accertamento della illegittimità della revoca, con riserva di azione di condanna economica dell’azienda in successiva sede (con tempi quindi non dilatati), trattandosi di mera questione di diritto”.
Intanto, oltre all’assemblea, i lavoratori in settimana hanno effettuato un presidio davanti alla sede Clap davanti a viale Luporini con le mascherine sulla bocca. “Questo significa da una parte – conclude Regali – che dobbiamo evitare di ammalarci, dall’altra che ci toccherà venire a lavoro anche in presenza di malattie. E c’è chi, lo ha fatto presente in assemblea, ha timore anche per il suo stato di gravidanza e si chiede come potrà andare avanti”. E il livello di scontro è destinato ad alzarsi.
Enrico Pace
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