Franchi (Cgil): “Serve un contenitore politico per costruire un’altra idea di sviluppo”

Un’altra cultura, un’altra società. Verrebbe da dire un’altra sinistra. E’ questo a cui sprona il sindacalista Cgil, Umberto Franchi, che partendo dai danni, a suo parere, all’economia e all’ambiente, oltre che alla società determinati dalla politica della “troika europea” cerca un’alternativa anche per la nostra città e provincia. “Le forze che ci hanno condotto ad una simile situazione – dice – sono potenze che detengono il potere economico, quello finanziario, quello mediatico e politico. Tutto si basa sulla centralità della cultura dell’avere, del proprio profitto ai danni degli altri. Oggi oltre metà della ricchezza esistente sul nostro pianeta appartiene al solo 2 per cento della popolazione. In Italia il 50% della ricchezza esistente è nelle mani del 10 per cento della popolazione. Essi sono come lupi affamati, che oltre a mangiare i propri simili, mangiano la terra, devastandola. Questo è ciò che sta avvenendo con la Tav, ma nel suo piccolo, anche a Lucca, con la decisione di costruire gli assi viari. Essi si servono di tutto il potere mediatico per carpire il consenso anche di coloro che ne sono estremamente danneggiati”.
“Ci sono però persone di buona volontà – dice ancora Franchi – che non sopportano ciò che sta avvenendo, che vogliono rompere l’apatia dei più. Sono persone che si riuniscono in movimenti, in comitati, in associazioni nei territori e che hanno fatto una battaglia politica elettorale per fare prendere il quorum (4%) alle europee, puntando all’Altra Europa con Tsipras. Sono persone che vogliono ricostruire una sinistra aggregante di alternativa a partire da un preciso progetto legato non solo ai bisogni degli uomini, ma anche a quelli della natura. Sono persone (ed io tra loro) che puntano a ricostruire un partito diverso dagli altri partiti ma anche dalla sinistra che abbiamo conosciuto nel passato nel nostro paese. Uno strumento politico organizzativo, che si pone con forza nell’immediato, il problema di come agire per costruire uno sviluppo alternativo a quello paurosamente distorto presenti in tutti i territori della nostra Italia”.
“In Italia e nella nostra Provincia – chiude Franchi – le persone che hanno ancora una coscienza storica di classe, derivate sia dall’esperienza delle lotte fatte nel passato, sia le nuove generazioni, cresciute senza identità e nel marcio del sistema berlusconiano, oggi non sopportano più ciò che sta avvenendo. Sanno che c’è bisogno sia di un contenitore di queste forze, che di coordinare iniziative in grado di intervenire sulla realtà, sapendo che dobbiamo sfruttare il nostro tempo (non ne abbiamo molto) ed intervenire con l’azione politica, sociale, culturale, al fine di modificare la realtà, per costruire un’altra idea di sviluppo, un’altra cultura, un’altra società”.