L’Altra Europa per Tsipras di Lucca sostiene lo sciopero della Fiom

Il comitato lucchese dell’Altra Europa per Tsipras a sostegno dello sciopero di domani (10 ottobre) della Fiom. Lo dice il sindacalista Umberto Franchi: “Come comitato L’Altra Europa per Tsipras, consideriamo un fatto giusto ed importante la proclamazione di uno sciopero di otto ore indetto per venerdì 10 ottobre dalla Fiom provinciale, con il presidio e manifestazione di fronte al colosso multinazionale del rame Kme di Fornaci di Barga. Con questo sciopero, i metalmeccanici cercano di contrastare il disegno retrivo del governo in merito la mancanza di politiche iindustriali ed investimenti innovativi finalizzate all’occupazione; le politiche retrive del governo e che vede la completa alla cancellazione di molti diritti del lavoro a partire dell’articolo 18 ed il ripristino delle telecamere a distanza per il controllo di chi lavora; le leggi che prevedono la trasformazione del lavoro da tempo indeterminato a tempo determinato (precario). Ciò si unisce ai già tanti mali creati dai precedenti governi di Monti e Berlusconi, che hanno portato a disastri sociali, impoverimento di massa, mancanza di ammortizzatori per i disoccupati, una disoccupazione paurosa con un giovane su due senza un lavoro. Crediamo che sia necessario non fare passare in Parlamento la cosiddetta riforma del lavoro in quanto si tratta dell’ennessima manovra micidiale contro gli interessi dei ceti popolari e di chi lavora”.
“Per questo esprimiamo tutta la nostra attiva solidarietà ai lavoratori metalmeccanici a partire da quelli della Kme, ritenendo giusto che la Fiom, ed i lavoratori metalmeccanici, combattino in prima fila le politiche retrive del governo Renzi. Chiediamo anche alle Istituzioni, i movimenti sociali, gli studenti, di schierarsi mobilitandosi per sostenere gli interessi di chi lavora, dei pensionati, degli studenti. Occorre stare con i lavoratori in lotta, convinti cheil decreto sblocca Italia sia una calamità sociale, mentre nel nostro paese è necessario invertire la rotta su tutte le scelte economiche, sociali, sui diritti fondamentali, sulla democrazia, rimettendo al centro delle scelte politiche da effettuare la centralità del lavoro”.