Baronti verso regionali: “Sel deve mettersi in discussione”

Un’alternativa al Pd, alla sua “egemonia culturale” nel senso di un “moderatismo centrista e liberista”. Il tutto all’interno di una “alleanza conflittuale con il Pd” come “strada obbligata senza alternative se non la completa marginalizzazione politica, una prospettiva inevitabile anche se fino ad oggi è stata perseguita e praticata male con troppa subalternità, sudditanza psicologia, scarso coraggio”. A dirlo è l’ex assessore regionale Eugenio Baronti, di Sel, che inizia il percorso verso le prossime elezioni regionali interrogandosi proprio sul futuro del partito di Vendola: “In questa fase e in questo contesto – spiega Baronti – non si può pensare di crescere solo su se stessi; quei piccoli pezzi dell’altra Italia, quella che ci piace e amiamo, quella delle belle esperienze di partecipazione e di speranza e futuro sparse e disperse nei territori potrebbero bastare a mettere da parte e sconfiggere il naturale spirito di conservazione dei piccoli gruppi organizzati sopravvissuti che mettono sempre al primo posto se stessi e mai l’interesse generale. Sel non può tirarsi indietro chiudersi, anzi deve rimettersi in discussione, mettersi al servizio e a disposizione di quanti non si rassegnano e intendono ricreare una prospettiva reale di trasformazione, rafforzando se stessa dentro un processo unitario di ricostruzione pronta anche a sciogliersi immediatamente qualora fosse da ostacolo alla nascita di un nuovo grande soggetto di sinistra plurale e popolare perché non saremo certo noi ad impedire che il bruco diventi farfalla”.
“Sel – conclude Baronti – deve lanciare un cantiere di lavoro per costruire una prospettiva politica che guarda al futuro aperta capace di creare difficoltà al processo di mutazione genetica in atto nel Pd, capace di interloquire e dialogare con i pezzi migliori del contenitore, con il mondo del lavoro, delle nuove professioni, del precariato e non ad un cartello elettorale destinato a sciogliersi in mille rivoli il giorno dopo dove ognuno poi tiene stretto per se e custodisce in proprio gelosamente quel pezzetto di rappresentanza istituzionale che magari è riuscita a conquistare. Sarà un viaggio unitario lungo un itinerario sociale, politico e culturale, per costruire l’opposizione sociale e politica alle politiche liberiste e consapevolezza sull’insostenibilità ecologica e sociale di questo nostro modello di sviluppo e di consumo”.