Nasce Orgoglio Civico e suona la sveglia al centrodestra

Da settimane ci stanno lavorando, per affinare un evento che intanto faccia discutere e che trovi la sua legittimazione fra la gente. Non è un gruppo politico, ma per il momento è un movimento di pensiero aperto a ogni contributo, senza distinzione di tessere o di appartenenza politica, che raggruppa tante persone che vorrebbero cambiare la politica locale e nazionale. In questa che è a tutti gli effetti una autoconvocazione, ci sono ex e attuali amministratori della Lucchesia e del pistoiese, tra cui il sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi, il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, Michele Giannini, primo cittadino di Fabbriche di Vergemoli e Marco Borgioli, sindaco di Chiesina Uzzanese. Ma soprattutto cittadini che vorrebbero vedere qualcosa di nuovo anche nel centrodestra, visto che è a questo ambito che i primi promotori si rivolgono. Orgoglio Civico è il nome scelto, fra i tanti pensati, per rappresentare tutto questo e con tale nome si svolgerà il primo incontro pubblico sabato (7 marzo) dalle 16,30 alle 19 al Mai-Mai di Lucca, in via Dante Alighieri all’Arancio, cui tutti possono partecipare liberamente
Nel proprio manifesto, Orgoglio Civico specifica la propria peculiarità. “Partendo dalla constatazione, su cui tutti i politologi italiani concordano – si legge -, secondo cui il popolo del centrodestra, se ci fosse una rappresentanza univoca, ammonterebbe a 16 milioni di elettori; preso atto che la maggior parte di questi cittadini è delusa e distante dalla politica a causa di tutte le aspettative di rinnovamento e progresso che, in questi anni, sono state completamente tradite e disattese, sacrificando sul territorio un patrimonio di consensi, risorse e capacità; in considerazione del fatto che il meccanismo della scelta degli uomini e quello della definizione dei programmi è stato percepito in concreto come calato dall’alto, raramente coinvolgendo la base che sarebbe, invece, straordinariamente attiva e politicamente rilevante; rilevato che la situazione della Toscana risulta essere ancora più grave, dato che, negli ultimi anni, i vertici dei partiti di riferimento sono risultati completamente assenti e comunque impegnati in battaglie assolutamente non conosciute e, conseguentemente, per nulla comprese e condivise; accertato che, invece, esistono ancora molte realtà personali e di rete di impegno e consenso composte da amministratori, esponenti politici e uomini liberi di area di centrodestra crediamo, impegnando noi stessi, che sia necessaria una svolta che riporti al centro la singola persona, i nostri valori di riferimento ed i territori, in un progetto politico e amministrativo che raccolga il meglio dell’esperienza di governo e di impegno del centrodestra, attualizzandone il messaggio e le forme di partecipazione”. “Tutto questo – si legge ancora nel manifesto – senza avversare nessuno, ma creando, dal basso, un laboratorio politico che si attivi immediatamente affinché si superino le divisioni, determinando un nuovo concetto di partecipazione di rete che possa unificare i lati migliori delle persone, riorganizzare il territorio e rivendicare, così, la possibilità, per qualunque battaglia elettorale, di esprimere uomini e idee che concretamente ne rappresentino i valori e la storia”.
Poi il documento passa alle definizioni e spiega che Orgoglio Civico “non è un partito né vuole fondarne, non è una associazione né vuole esserlo, non è una corrente né vuole crearne, non è una campagna elettorale né un comitato elettorale, non è un palcoscenico tanto meno una passarella per onorevoli e candidati. Non ha padrini né padroni, non ha partiti né fondazioni, non ha protettori né protetti, nessun capobastone o referente, non ha presidenti o portavoce, non ha clientele né sponsor occulti, non nasce dall’alto ma si erge dal basso. È un atto di libertà e di coraggio di una comunità umana e politica, è la richiesta di autonomia e di rispetto per il territorio, il gesto tutto toscano di uomini liberi figli della Lucchesia e del Pistoiese, la voce di chi è scelto direttamente dal basso, di chi vota e votava il centrodestra, di chi vuole essere alternativo al centrosinistra. È l’autoconvocazione dal territorio di chi non aspetta ne si aspetta più risposte dall’alto, la reazione di chi non si rassegna al presente del centrodestra italiano, la determinazione di chi non si arrende all’egemonia di Renzi, la richiesta di regole serie e nuove, l’intelligenza di chi vuole unire e non più dividere, la volontà di chi vuole contare e partecipare, il coraggio di chi vuole scegliere e vincere il proprio destino come cittadino, come territorio, come comunità locale e nazionale”.