Sel via da maggioranze, Piantini e Maineri lasciano partito



Sel perde due pezzi. E non due iscritti qualunque, ma due rappresentanti importanti nelle istituzioni. Sono la consigliera comunale di Lucca, Beatrice Piantini e l’assessore provinciale Federica Maineri. Che così spiegano la loro scelta di uscire da Sinistra Ecologia e Libertà: “Partecipare attivamente alla vita politica, a qualsiasi livello, significa scegliere, prendere posizione, prendere parte. In virtù di una scelta, da neofite, abbiamo messo le nostre esistenze – intese come bagaglio, tempo, energie, volontà, idee – al servizio di un gruppo politico e delle realtà sociali in cui ci siamo candidate. Lo abbiamo fatto in territori e tempi diversi, animate dalla convinzione di far parte di un soggetto pronto a confrontarsi con la responsabilità di governo in modo consapevole dei propri limiti ma, al contempo, capace di sfruttare la forza che è data dall’essere spesso presente nelle istituzioni in numeri “ristretti ma pesanti”. Quello che accade oggi, con le dichiarazioni di uscita di Sel dalle maggioranze in cui i suoi rappresentanti sono stati eletti, altro non è che l’epilogo scontato di un processo iniziato in concomitanza dell’ultima fase congressuale che ha coinvolto il partito a tutti i livelli fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. In provincia di Lucca il congresso ha evidenziato una doppia natura del partito, da una parte la quasi totalità degli amministratori che, assieme ad altri iscritti, chiedevano maggiore presenza e maggiore supporto da parte del partito all’interno delle istituzioni, dall’altra il resto degli iscritti che, già allora, avevano difficoltà a riconoscersi in coalizione con il Pd”.
“La distanza – proseguono Piantini e Maineri – dovuta principalmente alla differenza di orizzonte (locale da una parte, nazionale dall’altra), nel tempo non ha fatto che aumentare, ne è dimostrazione il comunicato che precede la decisione di Sel di uscita dalla maggioranza a Lucca in cui non si evidenzia nessuna motivazione contingente legata alla politica comunale. Il partito, incapace di quel lavoro di sintesi indispensabile dopo una fase congressuale pesante e travagliata, piano si svuotava. Sul territorio di Lucca gli iscritti al 2014 ammontano a quattro persone, e solo 14 dei 25 facenti parte dell’assemblea federale hanno rinnovato la tessera lo scorso anno. Con questi numeri è fin troppo facile desumere che Sel, nella federazione lucchese, non sia stata in grado negli ultimi due anni di portare avanti con forza o convinzione nessuna istanza che non fosse di natura puramente ideologica e chiaramente distante dall’azione che quotidianamente si articola all’interno delle realtà locali. Quello che è stato portato avanti all’interno delle istituzioni è stato frutto, principalmente, dell’impegno dei suoi rappresentanti nella istituzioni”.
“Partecipare attivamente alla vita politica, a qualsiasi livello, significa scegliere, dicevamo all’inizio – concludono le due esponenti politiche – Avevamo scelto di far parte di un soggetto collettivo che avrebbe dovuto dimostrarsi capace di far avanzare, all’interno dei diversi enti, progettualità improntate all’eguaglianza sociale e al benessere ambientale, ci siamo invece trovati a far parte di un partito sempre più incapace di raccogliere forze per elaborare e produrre sintesi, sappiamo bene quante energie richieda e quanto sia difficile, ma è un lavoro essenziale per produrre istanze innovative o critiche nei confronti delle rispettive amministrazioni, e rendere, al contempo, le proposte alternative credibili da parte del partito e dei suoi eletti. Oggi, in posizioni e con priorità differenti, ci troviamo di nuovo di fronte ad una scelta. Da una parte un simbolo e un pezzo della nostra storia politica, dall’altra il senso di responsabilità e l’impegno che abbiamo preso con tutte le elettrici e tutti gli elettori che ci hanno scelte anche sulla base dei programmi che abbiamo elaborato e sottoscritto. Riteniamo che l’uscita dalle maggioranze sulla base di un’analisi politica parziale che non tiene conto delle realtà locali, sia l’ennesimo atto sterile di una sinistra incapace di guardare oltre sé stessa. Anche noi siamo in disaccordo con molte delle politiche del Pd, sia a livello nazionale che a livello regionale, ma abbiamo chiaro che le realtà locali sono le prime a farne le spese e che sia necessario, per questo, scindere e separare i piani di governo. Per tutte queste motivazioni concludiamo il percorso iniziato col congresso provinciale ufficializzando la nostra uscita da Sel”.