Viareggio, Filippo Antonini candidato sindaco della sinistra

27 marzo 2015 | 10:09
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Viareggio, Filippo Antonini candidato sindaco della sinistra

A sinistra del Pd e delle liste civiche che gli gravitano intorno: questa è l’area della coalizione che candida Filippo Antonini a sindaco di Viareggio, sostenuto da Sel, dal circolo Caprili di Rifondazione Comunista e da una lista chiamata “Repubblica Viareggina per i Beni Comuni” formata dalle realtà di base anticapitaliste e di movimento, insieme a singoli appartenenti al Cantiere Sociale, all’Unione Inquilini, alla Brigata sociale anti sfratto.

Antonini, avvocato di 40 anni, è figlio del ferroviere Riccardo, licenziato dal suo posto di lavoro nelle Ferrovie per la sua battaglia in nome della sicurezza nei trasporti al fianco dei familiari delle vittime della strage del treno del 29 giugno 2009. La vicenda del padre è diventata un vero e proprio atto d’accusa a Mauro Moretti, deus ex machina del Gruppo Fs e indagato nel processo per la strage.
La difesa dei più deboli contro i soprusi del potere fa parte della tradizione di famiglia e così Filippo Antonini è il legale di alcune parti civili in quello stesso processo. Altri procedimenti giudiziari di cui si è occupato spaziano dall’ambito sanitario al lavoro, dai fusti tossici dispersi in mare davanti a Livorno, al crollo dell’argine del Carrione a Carrara. “Ho in tasca solo la tessera dell’Anpi”, risponde a chi gli chiede di raccontare un po’ la sua storia politica. Antifascista, è stato iscritto a Rifondazione Comunista negli anni ’90 per uscirne dopo qualche tempo, “ma la politica mi ha sempre interessato”, precisa. Convive senza essere sposato, ha due figli di sei e dieci anni e si sposta fra Viareggio e Massarosa dove i bambini frequentano le scuole per ragioni di organizzazione familiare.
La sua candidatura è il risultato di una serie di riunioni e di assemblee che si sono succedute nell’arco dell’ultimo mese fra le forze che in città non si riconoscono né nel Pd “ufficiale”, né nella versione spuria rappresentata da Del Ghingaro. Il suo nome ha messo d’accordo gli esponenti di Sel che sono rimasti nel partito (vedi Cristina Boncompagni) con il circolo Caprili di Rifondazione, su posizioni distanti dall’altro circolo, il Manfredini. Gli ex di Sel, non più tesserati da tempo, si sono divisi tra il candidato del Partito Democratico e di Viva Viareggio Viva Luca Poletti (come Federica Maineri, assessora alle Politiche Sociali della provincia di Lucca) e Del Ghingaro cui guarda Gloria Puccetti, ex assessora all’Ambiente di Viareggio e che è sostenuto dalla lista Viareggio tornerà bellissima di Rossella Martina e dalla senatrice Manuela Granaiola.
Filippo Antonini non si nasconde le difficoltà di un momento particolarmente difficile per la vita amministrativa di Viareggio. Fra il dissesto economico e il crollo delle società partecipate, “la situazione della città è paragonabile solo al Dopoguerra – commenta Antonini – quando però c’era una classe politica in grado di risollevarla”. Oggi invece “bisogna sopperire con la partecipazione dei cittadini”, secondo il giovane avvocato. E’ il richiamo ad una presa di coscienza collettiva che più o meno attraversa tutte le forze che si stanno posizionando in vista delle elezioni comunali, ma che Antonini lancia alla sinistra plurale protagonista sul territorio di lotte “dal basso”, a chi cerca l’alternativa ad un Movimento 5 Stelle che ha perso forza propulsiva e, non ultimo, a quel grande “partito dell’astensione” che si afferma sempre più ad ogni tornata elettorale.
Vera novità della compagine è la lista Repubblica Viareggina per i Beni Comuni” che ha già un simbolo e un colore: il faro del porto e il viola di Podemos, chiaro rimando al partito nato dal movimento degli Indignados spagnoli. Ma il riferimento è anche all’esperienza di autonomia (durata solo tre giorni per la verità) che Viareggio conobbe nel maggio del 1920 quando gli abitanti si ribellarono al regio governo e proclamarono, appunto, la nascita della Repubblica.
In un comunicato la lista spiega come la città sia stata “devastata da un susseguirsi di amministrazioni, le cui scelte politiche autoreferenziali hanno portato al dissesto, ad una folle gestione dei beni comuni e a due commissariamenti. Ma le forze per salvare Viareggio esistono, fuori e dentro i partiti: sono i cittadini, in grado di raccogliere le sfide imposte dal dissesto economico e di affrontarle con coraggio, saperi ed innovazione”.
Lavoro, ambiente, salute, casa, cultura, partecipazione democratica: questi sono i beni comuni al centro del programma che a grandi linee c’è già ma che dovrà essere sviluppato da gruppi di lavoro che poi faranno riferimento ad un coordinamento fra le liste. “Questa alleanza, che trae forza dalle realtà sociali – si legge ancora nel comunicato – si pone il compito di ribaltare l’ordine delle priorità che la politica fin qui ha perseguito e di mettere al primo posto la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini di Viareggio”.
La Repubblica Viareggina guarda “con vivo interesse al progetto della coalizione sociale lanciato da Landini”, perché rimette “al centro dell’agire politico la questione del lavoro”. “Dopo l’attacco portato dal governo Renzi ai diritti dei lavoratori attraverso il Jobs Act – scrivono in un’altra nota – occorre dare dalle risposte il più unitarie possibili e per questo saremo accanto alla Fiom. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà anche ai tanti lavoratori viareggini che rischiano il posto dal porto, al Polo Nautico, alle numerose cooperative”.
Di “sinistra senza scheletri nell’armadio” parla il circolo Nilo Caprili di Rifondazione Comunista, che rivendica: “Siamo nati in mezzo alla gente ed alle lotte sociali, alla luce di azioni trasparenti e chiare prese di posizione, coerenti e quindi leggibili da tutti. Lontano dalle piccole azioni di bottega, dai giochini e dalle sudditanze che servono solo a piccoli gruppi e personaggi per ottenere poltrone e mantenerle. E’ stata dura tenere la dritta ed infatti abbiamo portato avanti il nostro modo di far politica nelle strade nonostante le critiche, le censure, i mezzucci che avevano il solo intento di censurarci per imbavagliarci”. La “rottura” indispensabile è quella con l’amministrazione Betti e chi l’ha sostenuta, una frecciata che si indovina dedicata a Emiliano Favilla e a Isaliana Lazzerini. “Ci teniamo a mantenere la faccia pulita davanti a tutti quelli a cui ci presenteremo… Che le maschere a Viareggio servano solo per i lieti eventi e non per nascondersi e fregare la gente!”, conclude il comunicato inviato dalla segretaria del circolo Roberta Natucci.
Il Blocco Anticapitalista aderente a Communia Network da parte sua parla di Repubblica Viareggina come di “qualcosa di innovativo, che non ha niente a che vedere con i cartelli elettorali cui ci ha abituato l’odierna politica locale e nazionale, ma la presa di coscienza di quei soggetti che da tempo lottano nel e per il territorio”. Adottando lo slogan dei cugini spagnoli “Si queremos, podemos”, gli anticapitalisti versiliesi scrivono: “Crediamo che finalmente si sia costituito a Viareggio un reale blocco sociale che proverà con forza e determinazione a proporre una politica innovativa e di proposta per la città, nella trasparenza, per il bene comune e per la collettività. Movimenti di lotta per la casa, movimenti ambientalisti, collettivi politici, partiti della sinistra che da tempo lavorano insieme nel quotidiano decisi nell’affrontare l’ennesima battaglia assieme, quella di creare una breccia all’interno delle istituzioni per riappropriarsi dei diritti tolti dalle barbariche politiche attuate dalle precedenti amministrazioni”.

Daniela Francesconi