Lega Nord, Marcella Maniglia: “No all’ideologia gender, sì alla famiglia tradizionale”

Lega Nord contro il progetto Educare alle differenze. A scrivere è Marcella Maniglia, responsabile organizzativo della sezione di Lucca e provincia, candidata come consigliere regionale per le prossime elezioni del 31 maggio: “Innanzitutto – dice – a costo di sembrare cinica, si domanda come mai in un clima di crisi e di sacrifici, è possibile destinare dei fondi a questo tipo di iniziative e non si pensa prima a rendere gli edifici sicuri, puliti e senza macchie di muffa sui muri lì dove l’intonaco non ha prodotto altri danni, staccandosi dal muro. Ma al di là della questione economica, che non è di scarsa rilevanza, si domanda anche, perché eliminare le differenze tra uomo e donna che hanno caratterizzato l’evoluzione della specie da quando gli esseri umani sono stati creati? Forse per creare un solo modello di essere umano che appaia insignificante? Hanno giustificato tale iniziativa al fine di eliminare le differenze tra omosessuali ed eterosessuali”.
“La Lega Nord – spiega Marcella Maniglia -non distingue le persone in base alla propria natura o al proprio orientamento sessuale, bensì in base all’onestà, alla buona volontà e al senso civico. L’ideologia gender promuove un individuo che goda degli stessi diritti e tutto ciò è auspicabile, ma non occorre per questo eliminare le differenze che ci contraddistinguono. Come esempio è stato portato quello della casalinga, che nello stereotipo universale è donna – forse un tempo, quando il lavoro non mancava e l’uomo, da solo, riusciva a provvedere al sostentamento della famiglia, mentre la donna si occupava della cura delle persone e della casa (lavoro mai retribuito ma assai impegnativo e degno di tutto il rispetto) – ma oggi, quanti uomini che non hanno un lavoro stanno in casa, contribuendo al benessere della propria famiglia, nei modi e nei tempi ad essi consoni, senza fare polemica o senza sentirsi per questo meno uomini? La disoccupazione ha raggiunto i massimi livelli e ognuno, uomo o donna che sia, collabora all’interno del proprio nucleo familiare in base a quelle che sono le proprie possibilità e potenzialità. Ovviamente questo non rende l’uomo meno virile e la donna succube e/o viceversa. L’ideologia gender tende ad influire anche sull’abbigliamento dei neonati, sostenendo che crea pericolose differenze vestire i bambini di celeste e le bambine di rosa. La Lega Nord si domanda quale sia il problema, avere una propria identità sessuale, nel rispetto delle differenze, fattore non trascendentale bensì normale, anche perché sono le differenze a renderci unici”.
“In base a tali princìpi – chiude la Maniglia – la conclusione è che la Lega Nord fa parte dei detrattori, ossia di coloro che rimangono ancorati: ai classici modelli di uomo e donna, diversi ma indispensabili e complementari; ai classici modelli di famiglia, in cui coesiste serenamente una mamma e un papà, in netta contrapposizione alle nuove figure che ci vogliono imporre e che chiamano genitore 1 e genitore 2; ai classici modelli di natura, dove è la donna ad avere l’onere e l’onore di partorire, per quanto la scienza stia andando avanti verso altre forme di vita alternativa e, infine, ai classici modelli di vita, che hanno fatto sì che l’uomo andasse avanti per milioni di anni. Provate a immaginare l’uomo di Neanderthal con una bella tutina rosa o il vostro papà in tacchi a spillo e la vostra mamma con un pronunciato baffo… è questo che volete per il vostro futuro e per quello dei vostri, ibridi, figli? Lega Nord dice No!”.