Cgil: proposto un tavolo permanente sulla crisi in Garfagnana

11 aprile 2015 | 14:30
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Cgil: proposto un tavolo permanente sulla crisi in Garfagnana

Un Tavolo permanente sulla crisi che investe il territorio della Garfagnana: questa una delle prime iniziative discusse e concordate nel corso dell’attività di zona della Cgil. Si è trattato di un momento di confronto e di proposta che coinvolga e dia voce ai lavoratori, ai loro delegati, ma anche a chi (purtroppo sono tanti) nel frattempo ha perso il proprio posto di lavoro. Un momento in cui si possano socializzare le esperienze e i problemi da affrontare. Un Tavolo che proponga soluzioni e che ridia voce a quanti anche nella nostra zona stanno pagando a caro prezzo i costi della crisi. La Camera del lavoro provinciale, in una nota diffusa oggi, ricorda come la crisi assuma, in Garfagnana, contorni davvero drammatici. “C’è ormai un vero e proprio declino industriale – spiegano – perché negli ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura di aziende importanti come Cipriano, Cavani, Corsonna, Allumil, Alce, Coimet insieme ad altre innumerevoli piccole realtà. Alle chiusure si sommano le crescenti difficoltà di Società come Kme, le Cartiere, Fanin, Corghi, Etruria e via dicendo”. 

Fabio Bertei, responsabile di zona per la Cgil, esprime così il suo parere sulla situazione: “Vogliamo esprimere e presentare il nostro autonomo punto di vista. A partire dal principio che non ci possiamo permettere di assistere inermi o rassegnati allo sgretolarsi del tessuto produttivo ed occupazionale della Garfagnana e della Media Valle. Siamo consapevoli del fatto che affinché il lavoro possa tornare a crescere in questa terra, sono necessari anche interventi infrastrutturali ed un ruolo attivo e convinto delle Istituzioni che devono intervenire su alcune criticità indubbie (viabilità, collegamenti internet). Su tutti questi temi, attraverso un percorso partecipato e condiviso, avanzeremo le nostre idee e le nostre proposte offrendo un confronto con tutta la popolazione e chiedendo risposte precise dalle Istituzioni, dal sistema delle imprese ma anche dagli istituti di credito che dovrebbero dimostrare una maggiore responsabilità sociale e un più forte radicamento territoriale”.