Immigrazione, Rossi: “Bisogna governare il caos senza subirlo”

21 aprile 2015 | 15:31
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Immigrazione, Rossi: “Bisogna governare il caos senza subirlo”

“Attendo che gli Stati europei procedano a un’intesa rapida: la piena copertura all’Onu nell’opera di ricomposizione della Libia; il rifinanziamento di un vero programma di pattugliamento dei mari per il salvataggio e per dare rifugio ai migranti e ai profughi; un piano di mirate azioni di polizia per neutralizzare le milizie che gestiscono il traffico di essere umani ridotti in schiavitù, a loro spese e a costo della vita; la revisione del regolamento di Dublino III che tramuta la geografia in un fardello e penalizza l’Italia, primo paese di approdo; il legame fra processi di migrazione e i programmi di cooperazione internazionale e sviluppo nei Paesi di origine”. Con queste parole Enrico Rossi, presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione, si esprime in una lettera inviata oggi ai vertici di istituzioni e organizzazioni italiane e internazionali, avanzando alcune proposte sulla gestione del flusso di migliaia di persone verso le nostre coste e per impedire nuove tragedie nel Mediterraneo.

La missiva è stata indirizzata nello specifico al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Matteo Renzi, a Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio d’Europa, a Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, ad António Manuel de Oliveira Guterres, presidente del Unhcr Eu, a Laurens Jolles, portavoce Unhcr sud Europa, a Carlotta Sami, portavoce Unhcr Italia, nonché al presidente dell’Anci Piero Fassino, al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino e agli altri presidenti di Regione. Nella lettera, Rossi, “come uomo di governo e come Presidente della Regione Toscana”, chiede che “il Governo italiano, l’Anci e la Conferenza delle Regioni si riuniscano urgentemente per discutere e adottare un modello unitario e sostenibile di accoglienza”. Le ragioni alla base delle proposte contenute nella lettere sono dettate dal “dovere di ‘dire la verità’, a noi stessi e ai nostri concittadini”, perché “pena il prorompere del ‘caos’, le stime sui flussi ci rivelano che siamo davanti a un mutamento profondo, che gli enti locali non saranno più in grado di assorbire senza una radicale revisione di carattere culturale e organizzativo”. “C’è un limite – aggiunge Rossi – oltre il quale la sostenibilità di questi ingressi può mettere a dura prova – fino a comprometterlo – il nostro tessuto urbano e sociale. La paura e la rabbia dei cittadini potrebbero volgersi in direzioni imprevedibili, anche a causa della presenza di forze irresponsabili che soffiano sul fuoco di un’enorme e inedita crisi umanitaria”. “Agiamo per non subire il ‘caos’, per provare a ‘governarlo'”, è l’appello del presidente uscente della Toscana che ribadisce le sue idee sul modello di gestione dell’accoglienza già esposte a Sindaci e Prefetti e che “potremmo applicare anche nel resto del Paese”.