Lamioni (Passione per la Toscana): “Sia un 25 aprile di riconciliazione”

Anche Giovanni Lamioni, candidato governatore di area popolare per Passione per la Toscana, interviene in occasione del settantesimo della Liberazione: “Settant’anni dalla Libertà ritrovata, dalla fine della tragedia della guerra e degli orrori ad essa legata. Un momento importante che ci deve far riflettere e scegliere – scrive Lamioni – Riflettere sul valore della convivenza, sui rischi nel non riconoscerne il fondamentale valore, riflettere sul valore della riconciliazione, dopo la tragedia di una guerra civile, che sta alla base della nostra stessa vita democratica, sulla tolleranza non semplicemente come fatto contingente e parziale ma come valore assoluto. Riflettere sul mondo che da allora è cambiato diventando, allo stesso tempo, più vasto e più piccolo, dove contraddizioni e rischi si sono fatti differenti e non comprensibili e affrontabili attraverso ideologie passate. Ma dove la libertà e le libertà sono sempre il punto centrale”.
“E dobbiamo scegliere: fare di questo importante avvenimento un momento di retorica divisiva – dice ancora – che non considera la storia e il peso di un lungo cammino condiviso della nostra democrazia o farne un punto fermo contro ogni intolleranza e ogni negazione. Non esistono zone grigie, non esistono accettati ed esclusi, come non esistono detentori di purezza e reietti. Vivere così il 25 aprile significa dar ossigeno a chi oggi, da qualsiasi parte, non ama la libertà. Il grande messaggio di quei giorni di settant’anni fa è proprio questo: ritrovare la libertà, l’autodeterminazione e l’unità di una nazione costa caro, farla crescere nel rispetto e nella tolleranza ne costa altrettanto. Il male del ‘900 è alle nostre spalle e siamo coscienti del fatto che ci sia stato, indimenticabile”.
“Io – conclude – ho scelto di battermi per la libertà, sempre e comunque. Di battermi per la libertà di opinione, per quella di essere ed agire, di intraprendere e rischiare. Per la libertà di veder riconosciute le proprie peculiarità e le giuste autonomie, di concorrere e partecipare senza barriere e ostracismi alla vita della mia comunità. Di beneficiare dei diritti che la libertà democratica ci consegna e di attenermi ai doveri che essa richiede e di farlo nella sicurezza e nella legalità. Questo è il modo, per me, di celebrare e onorare questo anniversario, cioè vivere oggi da Cittadini e non da sudditi, e che, quindi, se uno spartiacque ci deve proprio essere sarà quello tra chi della libertà solo ne parla e tra chi la pratica la difende e la amplia, con passione e convinzione. Viva l’Italia, viva la Libertà!”.