Carmassi: “Voglio portare in Regione la mia esperienza”

4 maggio 2015 | 12:52
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Carmassi: “Voglio portare in Regione la mia esperienza”
Carmassi: “Voglio portare in Regione la mia esperienza”
Carmassi: “Voglio portare in Regione la mia esperienza”

Parte da un luogo simbolo come la Pecora Nera, il ristorante gestito dall’Anffas di Lucca, la marcia di avvicinamento della candidata del Pd alle regionali 2015, Cecilia Carmassi, all’appuntamento del 31 maggio. Un appuntamento a cui l’ex assessora provinciale ai trasporti, già componente della segreteria nazionale del Partito Democratico arriva con le idee chiare, partendo delle esperienze del passato per guardare avanti. “Il percorso – spiega accanto ai due cartelloni elettorali che la ritraggono insieme all’hashtag #ioscelgocecilia – che mi accingo a compiere è quello che vuole portare in Regione non solo un volto e un nome ma una storia, delle esperienze a una conoscenza della complessità di alcune questioni che, spesso, non si possono risolvere solo con una battuta. Serve esperienza ed attenzione, insomma, per non impattare nella vita dei cittadini”. “Per questo – spiega – riparto da questo luogo, che rappresenta il mio sguardo sul mondo, che è fatto sì di pari opportunità per chi parte da situazioni e da condizioni diverse ma che nn presuppone percorsi standardizzati per coloro che non partono dallo stesso livello. Una realtà, quella della Pecora Nera, che ha cercato di mettere insieme e di valorizzare persone che sul mercato non riescono ad inserirsi facilmente”.

La condizione di partenza è quella della spending review dilagante: “Siamo in un momento – spiega Cecilia Carmassi – di forti tagli a tutti gli enti locali, dove è più spiccato l’orientamento a compiere tagli lineari ed a ridurre il welfare solo alle condizioni emergenziali. In questo quadro i Comuni sono sempre più in difficoltà a ricalibrare la spesa pubblica ed una Regione che, in piena riforma del titolo V della Costituzione, dovrà in parte cambiare natura e competenze. Si pensi alle competenze sul lavoro, che teoricamente dovranno tornare statali. E a cosa diventeranno i centri per l’impiego, se la Regione non si metterà al tavolo delle trattative per far sentire la propria voce. Si pensi, ancora, alla gara regionale per il trasporto pubblico locale, che cambierà totalmente la regia del Tpl. E non solo per una questione economica ma per la necessità di equilibrare le necessità della mobilità per le grandi vie di traffico e il servizio universale anche per le frazioni disagiate e montane”.
Il tema cardine, per Cecilia Carmassi, resta però quello del sociale: “Se ne parla – dice – sempre in termini di spesa invece bisognerebbe allargare lo sguardo. Per esempio nel caso dei grandi temi della sanità, interessata dalla riforma delle Asl di area vasta. Una riforma su cui ho delle perplessità perché nn sempre più grande significa più efficiente, anche facendo economie di scala. E in più c’è anche il rischio che i processi decisionali si allontanino troppo dai fruitori del servizio”.
E ancora, il turismo: “La Toscana – dice la candidata – deve ripensare alle strategie sul turismo perché la cosa funzioni ed abbia risultati anche economici. Anche guardando a tutte quelle realtà piccole e medio piccolo che integrano l’offerta delle grandi strutture alberghiere”.
Tutti ambiti per cui Cecilia Carmassi vuole portare la sua esperienza al consiglio regionale di Firenze: “Le diverse esperienze fatte – dice – penso che possano essere utili per il territorio come per la Regione. Facendo capire ai lucchesi che la Regione è un ente in cui convogliano competenze, interessi e visioni diverse. Una piazza grande in cuii affrontare le cose tenendo conto della sua ricchezza e della sua varietà”. “La decisione di candidarmi – spiega Cecilia Carmassi – è maturata su richiesta di una serie di persone che volevano che fosse rappresentata una certa sensibilità e un impegno politico che all’interno del Pd c’è e che hanno pensato che non fosse utile tirarsi fuori, sottrarsi e correre una partita pro-forma. Io lo faccio con convinzione anche perché in questa legge elettorale sono state reintrodotte le preferenze, anche se intercettare gli elettori di tutto il territorio provinciale richiede un notevole impegno. Noi provvederemo a farlo con incontri tematici e andando in mezzo alle persone, anche in maniera low cost”.
Inevitabile parlare anche di temi nazionali con chi ha fatto parte della segreteria Bersani: “Nell’elettorato – dice – c’è chi è più interessato ai temi locali e chi si appassiona e si informa su quanto avviene a livello nazionale. Dove fare un ragionamento serio e costruttivo non può e non dee rappresentare una colpa. Dentro questo Pd ci sono molte persone che vogliono continuare a proporre un’idea diversa di Pd. Qualcuno mi ha consigliato, in questo periodo di campagna elettorale di abbassare i toni. Ma io ritengo che ci sono cose che si possono fare tutti insieme e delle divergenze di vedute, la cui discussione prosegue anche dopo l’approvazione delle leggi. L’importante è evitarne la strumentalizzazione. E’ chiaro, ad esempio, che una parte del Pd avrebbe preferito che il Jobs Act portasse incentivi alla stabilizzazione e non a un turnover della forza lavoro. E poi la legge elettorale: l’Italicum, con la presenza dei capolista bloccati di collegio, può portare alla sottorappresentazione del territorio. Lucca, infatti, sarebbe assieme a Massa Carrara e la scelta su chi rappresenterebbe l’area potrebbe sfuggire alla valutazione dei territori. Al contrario c’è invece il rischio che passi un candidato forte di un risultato inferiore alle attese sul territorio e magari proprio per sua responsabilità”. Il “Toscanellum”, invece, porta a confrontarsi sulle preferenze anche all’interno del partito: “Qualcuno mi ha detto – prosegue Cecilia – che sarà costretto a votare Pd perchè ci sono io. Sono contenta di questo, perché mi permette di spiegare che anche all’interno del partito ci sono sensibilità diverse, che possono essere espresse. L’importante è che il momento del voto non sia solo una “conta” fra correnti in chiave nazionale. Lucca, infatti, merita di essere in Regione Toscana come protagonista, in consiglio regionale, nelle commissioni, e di entrare nel merito alla pari, e con le stesse competenze, degli altri consiglieri”.
La chiusura è affidata a quanto emerso in direzione territoriale, ovvero sulla spaccatura, con l’astensione della minoranza, sulla lista dei candidati lucchesi per le regionali: “Nel Pd comunale – dice Carmassi – si è compiuto un bel percorso puntando all’unità, pur rimarcando differenze e varietà di visioni, che hanno portato a due candidatura forti con l’obiettivo di un buon risultato del partito. Tant’è che non vivo la dimensione dello scontro con Stefano Baccelli, l’altro candidato espresso dal Pd comunale e penso che in molti, per far contare Lucca, sceglieranno entrambi sulla scheda elettorale. Nel territoriale, invece, la dimensione della pluralità è stata vissuta come un problema e non si è raggiunto il quorum dei due terzi degli aventi diritto al voto per la validazione della lista, come largamente atteso visti i numeri emersi dal congresso. In questo caso la maggioranza, nonostante ci fosse la possibilità di avere una lista di candidati più equilibrata, è andata avantida sola, ritenendo legittimo che la minoranza esprimesse un solo candidato, il tutto a discapito di una lista condivisa. Il problema, insomma, non è di coloro che si sono astenuti, ma che qualcuno ha pensato di spacchettare la lista a livello territoriale fra Piana, Lucca e Garfagnana, mentre avremmo preferito che fosse approvata una lista a livello provinciale”. Ma prove di distensione, dopo la direzione, ci sono: “Abbiamo deciso che nei manifesti ci saranno solo i volti di tutti i candidati. Le forzature non servono, mentre serve un Pd ben rappresentato in consiglio. Le prove di forza, infatti, servono nel breve periodo, ma alla lunga indeboliscono. E la nostra astensione è stato più che altro un voler rimarcare un dispiacere per quanto avvenuto”. “Spero – conclude – che adesso il partito faccia la sia parte promuovendo in maniera unitaria i candidati, che ci mettono la faccia sembra padrini. Io, per conto mio, ci metto la faccia fino in fondo e in prima persona”.
Primo appuntamento, in questo senso, l’apertura della sede elettorale di via Fabio Filzi 51: “Una sede – conclide a candidata – che deve essere anche un’opportunità. Per singoli incontri e per piccoli gruppo, che penso siano più efficaci delle grandi assemblee pubbliche”.

Enrico Pace