Fantozzi: Le regionali siano una nemesi per il centrodestra toscano

“Si è fatto in tre il centrodestra toscano per consentire ad Enrico Rossi di stravincere meglio, non bastasse allo scopo la fiacca e spesso retorica competizione di cinque stelle e sinistra residuale”. Questa la posizione critica del sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi, che prosegue nella sua battaglia per la rottamazione del centrodestra tradizionale: “Una trinità – dice ancora Fantozzi – che invita l’elettorato toscano non soltanto di centrodestra a farsi – politicamente si intende – un bel segno della croce in memoria della defunta credibilità politica dei nostri corregionali impegnati politicamente ai più alti livelli, ponendosi meno del solito il dilemma sulla necessità e l’utilità di andare o meno ad apporre una croce sulla scheda il prossimo 31 maggio”.
“Quello che è stato in grado di compiere quanto è rimasto del centrodestra toscano – continua il primo cittadino – va ben oltre il pronostico di mostrarsi alla pari, in quanto a crisi e difficoltà, con i drammi in atto nel centrodestra italiano. Gli esponenti politici locali sono riusciti infatti nell’impossibile risultato di fare ancora peggio arrivando alle urne divisi in tre liste e privi di una qualsiasi visione è seria progettualità di governo – ma nemmeno di opposizione – per la Toscana ed i suoi cittadini. Una divisione che non trova alcuna motivazione plausibile a livello locale, né politica ne programmatica, che chiama in causa veti ed accordi nazionali, ciechi e sordi ai problemi dei toscani e che sottolinea drammaticamente l’assoluta mancanza, fosse anche un sussulto di dignità, di un senso di rispetto e di fiera autonomia per le sorti del nostro territorio. Si intende bene, allora, come la cifra elettorale sia l’unica molla che ha guidato le forze del centrodestra verso questa consultazione elettorale, la ripartizione dei seggi di minoranza come elemento sintomatico di una crisi politica che è ormai talmente oltre l’irreversibile, tale da trasformare questa campagna elettorale, riflesso della nostra vita democratica, in una farsa grottesca che non risolve, come dovrebbe, ma anzi acuisce, in primis con l’astensionismo il problema dei rapporti tra cittadino e politica in questo tempo, in questa Italia”.
“A questo centrodestra è inutile, malgrado tutto – conclude – augurare il colpo di grazia nella speranza che la sconfitta serva ad accelerarne una seria ricomposizione, in quanto allo scopo servirà ben altro, ma occorre sperare che almeno il ritorno della preferenza sulla scheda vada a premiare, tra i pochissimi superstiti presenti nelle liste della trinità, coloro che possono ancora spendere la propria credibilità personale a vantaggio del cittadino toscano”.