Cgc, niente accesso ai tifosi con le magliette con Carlo Giuliani. Solidarietà da Repubblica viareggina

“Chi ha visto il Burlamacco Pirata alzarsi e muoversi dietro lo striscione all’arrembaggio in uno sfondo di cartoncini bianco neri si è sicuramente emozionato per una delle più belle coreografie realizzate negli ultimi tempi. Dietro questi momenti spettacolari ci sono giorni di impegno e passione. Purtroppo questa coreografia si è potuta concretizzare solo nel secondo tempo a causa di un ingresso ritardato. Infatti, ieri sera al palasport prima dell’inizio della semifinale, valevole per lo scudetto di Hockey su pista, tra il Cgc Viareggio e il Breganze è stata presa dalle forze dell’ordine una decisione molto discutibile. E’ stato impedito ad alcuni ragazzi e ragazze di entrare con la maglietta raffigurante l’effige di Carlo Giuliani. Si tratta di una decisione che giudichiamo antidemocratica e discriminante”. Sono parole di Repubblica viareggina dopo l’incontro di ieri sera.
“In un paese democratico ognuno dovrebbe avere il diritto di portare simboli o immagini purché non offendano nessuno – sottolinea Repubblica viareggina -. E come può offendere un ragazzo morto? A chi fa paura ancora il ricordo di Carlo Giuliani dopo 14 anni? Urtava forse alla presenza di alcuni candidati a sindaco che non si sono mai interessati a questo sport fino ad oggi e che sono venuti solo a fare una passerella elettorale? Molti assidui frequentatori del palazzetto portano da anni questa maglietta perché fino ad ieri veniva permesso e ieri improvvisamente no? Il Gruppo Autonomo ha deciso, in solidarietà con le ragazze e i ragazzi a cui veniva intimato di togliersi quella maglietta, di entrare tutti a torso nudo inneggiando a Carlo Giuliani. Solidarietà a questa forma di protesta è stata espressa da Filippo Antonini, candidato a sindaco per Repubblica viareggina e Sel e fedele abbonato del Cgc, immediatamente informato da Andrea Rossi e Fabio Gaspari del Gruppo Autonomo nonché candidati al consiglio comunale per Repubblica Viareggina. Purtroppo troppo spesso attorno ai tifosi, agli ultras in particolar modo e ai giovani più in generale, ci sono atteggiamenti di criminalizzazione. Ci auguriamo che simili decisioni arbitrarie, che negano un diritto democratico sul cosa indossare e che rischiano di mettere anche in pericolo l’ordine pubblico, non si ripetano più”.