Lamioni (Passione per la Toscana) ribadisce il no alla seconda pista all’aeroporto di Firenze

“E’ assolutamente inutile cercare di creare contrapposizioni all’interno di Passione per la Toscana tra la componente civica e Area Popolare. Questo dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la pochezza di argomenti di Forza Italia”. Così replica Giovanni Lamioni, candidato presidente alla Regione Toscana di Passione per la Toscana agli attacchi degli esponenti di Forza Italia sulla questione dell’aeroporto di Peretola sollevata oggi da Roberto Cenni, l’ex Sindaco di Prato oggi candidato consigliere a fianco di Lamioni.
“La convivenza virtuosa tra le due componenti, quella Civica e quella Popolare – prosegue Lamioni – rappresenta il modello futuro della politica che apre le porte alla società civile. E come in tutte le cose vere, come il nostro patto, esiste la libera dialettica, sconosciuta al ceto burocratico di Forza Italia”.
Per quanto riguarda la questione relativa all’aeroporto Giovanni Lamioni ribadisce: “Il nostro libero confronto riguarda anche l’aeroporto fiorentino. Confermo senza ombra di dubbio ciò che ho detto durante la presentazione della mia candidatura, lo scorso 20 aprile: siamo contrari alla costruzione di una nuova pista perché comporterebbe il declassamento dell’aeroporto di Pisa e trasformerebbe Prato in una periferia marginale di Firenze. Chiuso l’argomento”. Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore regionale di Ndc Gabriele Toccafondi: “Per quanto riguarda lo scalo fiorentino noi abbiamo storicamente un’altra posizione ma, come ho detto alla stampa, si possono avere visioni diverse in merito ad un’infrastruttura. Visione diversa che esiste anche dentro Forza Italia che a Prato e Pisa è da sempre contro lo sviluppo dell’aeroporto di Firenze”. “Capisco che dirigenti e burocrati di Forza Italia hanno tanto tempo da perdere, visto il poco lavoro d’opposizione che hanno fatto in questi anni – conclude Lamioni – ma il popolo del centrodestra toscano, il mondo del lavoro e dell’impresa, le nostre comunità locali di tempo non ne hanno più. Per questo ci siamo Roberto Cenni ed io, insieme agli amici di Area Popolare.”