Maniglia (Lega Nord), dubbi sugli insediamenti Erp a Montuolo e Pontetetto

Marcella Maniglia, candidata nelle liste della Lega Nord per le prossime regionali, interviene sull’emergenza abitativa e sulla situazione di Montuolo e Pontetetto sottolineando, con una lunga dissertazione fra leggi regionali e regolamenti comunali, qualche dubbio sulle procedure per la costruzione dei nuovi edifici.
“In quelle zone – dice – esistono più edifici ad uso abitativo, meglio noti con il nome di Edilizia residenziale pubblica, sui quali è stata posta l’attenzione da parte di molti partiti e movimenti politici, che hanno cercato di recepire i criteri di assegnazione degli alloggi medesimi”. Su queste la candidata chiede risposte trasparenti per chiarire le procedure che hanno condotto alla realizzazione di almeno un centinaio di nuovi alloggi nelle frazioni di Montuolo e Pontetetto. “Considerando – dice – che i piani per l’edilizia economica e popolare erano disciplinati dall’articolo 71 comma 3 dalla legge regionale 1/2005, la quale recita testualmente: “Le aree da includere nei piani sono scelte tra le aree destinate ad edilizia residenziale nei regolamenti urbanistici”, il mio legittimo dubbio è che le costruzioni realizzate in conseguenza agli atti rilasciati dal Comune, sembrano prive di apparente legittimità, non essendo in origine, né incluse, né scelte tra quelle che il nostro regolamento urbanistico dell’anno 2004 destinava alla residenza”.
“Infatti tali aree, nel paese di Montuolo – prosegue la candidata – erano adibite dal piano regolatore a verde pubblico, nonostante questa apparente mancanza, l’amministrazione comunale approvò sorprendentemente, con delibera del consiglio comunale 64/2005 il Piano per l’edilizia economica popolare, mediante il quale pare fu poi possibile rilasciare un permesso per edificare la costruzione del complesso residenziale, che oggi è sotto gli occhi di tutti. E’ risaputo poi, che la zona è sottoposta a un rischio idraulico importante, tanto che l’evento allagante previsto dall’ente idraulico, sembra superi due metri di altezza rispetto al piano di campagna, per cui i residenti dei piani terra, sarebbero da considerare, alla luce di un possibile evento calamitoso, a rilevante rischio della propria incolumità personale. Infine, bisogna tener presente, che nell’ipotesi in cui fosse stata utilizzata la normativa generale, riconducibile alla cosiddetta città lineare, le costruzioni sembrano essere state realizzate con parametri urbanistici superiori a quelli previsti dal Sistema unsediativo suddetto, per cui anche questo fatto si somma a quelli sopra citati e complessivamente fanno nascere seri dubbi sulla regolarità dell’operazione, che ha inciso fortemente, in concomitanza ai volumi costruiti, sull’ambiente e sull’ecosistema del luogo”.
“Quanto riferito non è l’unico dubbio che ho – recita ancora Marcella Maniglia – perché nel paese di Pontetetto pare che con il Contratto di Quartiere, si siano costruiti anche nuovi insediamenti, di dubbia regolarità, tenuto conto che le abitazioni sono state realizzate, secondo il Piano Regolatore del 2004 in aree agricole periurbane e non in aree residenziali, secondo i dettami della legge regionale indicata in avvio. Partendo dal Piano Strutturale, l’area è inclusa nel Sottosistema delle aree agricole di pianura, disciplinata dall’apposita direttiva, ove non era consentita l’edificazione del genere realizzato. Viceversa nell’ambito della Città Lineare, posto ai margini della zonizzazione suddetta, regolamentata da diversa dottrina, sarebbe stata permessa l’edificazione oggi concretizzata. E’ abbastanza plausibile ipotizzare, che quell’Atto Urbanistico vietava in apparenza, ciò che invece è stato poi ammesso. Con il Piano Regolatore del 2004 fu consolidata la previsione urbanistica del Piano Strutturale, nonostante questo ostacolo, l’anno successivo, cioè il 2005, con delibera n 68 il Consiglio Comunale approvò una Variante al Piano Regolatore, definendo quell’operazione Piano di Recupero. In realtà le palazzine preesistenti, sono tutt’oggi incompiute per ragioni non conosciute, mentre il nuovo insediamento, posto a sud della via del Giardino è stato ultimato, secondo un procedimento con aspetto inconsueto, se lo si rapporta alla volontà manifestata dal consiglio regionale con la legge 1/2005, che nella fattispecie, pare non essere avvenuto. Pure in questo caso, qualora si volesse accostare l’area interessata a quelle residenziali della città lineare, poiché le altre della medesima qualità, paiono decisamente lontane da ogni associabile carattere, gli indici urbanistici del Sistema suddetto, presentano caratteristiche nettamente inferiori a quelli usati, per la realizzazione del piano di edilizia economica e popolare della frazione di Pontetetto, presumibilmente di ignota provenienza”.
“Fatto ancor più curioso – conclude la candidata della Lega, appoggiata anche dal movimento Sovranità – è che l’area dall’anno 1990 all’anno 2000 è stata allagata ben tre volte, quindi mi sembra sorprendente la scelta di quel sito per la realizzazione di così tanti nuovi alloggi, per cui si sono dovute sostenere, attingendo dalla finanza pubblica, forti spese per l’esecuzione delle opere di messa in sicurezza, al fine di ottenere il parere favorevole dell’Ente Idraulico preposto. Pur non conoscendo i conti finali dell’intero progetto, l’opera appare pertanto economicamente di scarso vantaggio, proprio in funzione della scelta del luogo. L’area ex agricola di Pontetetto, trasformata oggi in residenziale, non portando su di se alcun tipo di contrassegno, non è ben chiaro a quale Sistema insediativo appartenga. Questo sistema, ha aumentato il disavanzo dimensionale del piano regolatore, poiché se i siti per la costruzione degli alloggi dell’edilizia popolare fossero stati scelti tra le aree destinate ad edilizia residenziale nei regolamenti urbanistici, secondo la legge precedentemente citata, si sarebbero conseguentemente ridotti gli interventi a carattere privato e limitato lo sforamento dello Strumento urbanistico, come viceversa risulta essere stato. Questo tipo di interventi, fortemente significativi per il territorio e per l’ecosistema dei luoghi, essendosi concretizzati dopo l’approvazione del Piano regolatore del 2004, dunque eccedenti a precedenti analisi di carattere ambientale, quindi sarebbe opportuno conoscere se sono stati oggetto della procedura di assoggettamento alla Valutazione ambientale strategica e con quale esito. Questo dubbio episodio, nacque ai tempi del sindaco Forzista Fazzi, continuato con l’ex democristiano Favilla e concluso con il comunista Tambellini, praticamente un lungo cordone ombelicale che si dipana lungo gli anni, tra il passato centrodestra e la sinistra, per motivi che per ora non mi è dato di conoscere, ma che se ne potrebbe trovare traccia, secondo il mio umile punto di vista, nell’eccezionale cementificazione del territorio, senza che, forse, nessuno abbia mai sostanzialmente tentato di fermare questo smisurato scempio. Non è mia volontà accusare nessuno, ma sembra che il quartiere di Sant’Alessio, sia quello che proporzionalmente abbia le eccedenze maggiori, rispetto alla previsione primitiva”.
“E’ interesse della Lega Nord – conclude con il dato politico – nell’ambito della legalità, differentemente dal fatto enunciato, realizzare edifici per coloro che necessitano di un alloggio, tenendo però conto, prima di tutto degli italiani o comunque delle persone con la nostra cittadinanza, secondo una logica discendente dal buon padre di famiglia, mai per clandestini o irregolari”.