Zanni: “I campi Rom non sono uno strumento di integrazione”

“La strada dell’integrazione non passa dal campo Rom”. La pensa così il candidato sindaco di Viareggio per il Movimento Cinque Stelle, Giulio Zanni, che spiega: “La vicenda – dice – della società gestore del campeggio in via Cimarosa, con la richiesta di 80mila euro di bollette arretrate da parte di Gaia e il distacco della preziosa acqua, rimane emblematica di come l’amministrazione comunale ha gestito la situazione dei Rom a Viareggio”.
“Il campo – dice Zanni – voluto dall’amministrazione di centro-sinistra Marcucci e il Patto della Legalità, stipulato tra Comune di Viareggio, comunità Rom e Regione Toscana, si sono dimostrati nei fatti un’esperienza disastrosa, sia dal punto di vista di integrazione sociale sia dal punto di vista economico e di sicurezza di tutti i cittadini ivi residenti. Delibere e determine alla mano, si evidenzia che tra interventi diretti e indiretti di varia natura, realizzati a nostro avviso senza una pianificazione seria e lungimirante, il Comune si è addossato un’imponente spesa di gestione”.
“Tanto per fare un esempio, gli sgomberi e la bonifica dei terreni adiacenti al campo, ripetutamente occupati illegalmente, hanno impegnato il Comune per svariate decine di migliaia di euro, senza ottenere nessun risultato definitivo. Negativi i risultati di integrazione sociale, come si evidenzia dai dati ufficiali estrapolati dal rapporto regionale sul nostro campo Rom, pubblicato nel 2014, anche per quanto riguarda la scolarizzazione dei minori o l’integrazione nel tessuto lavorativo degli adulti. Il Movimento 5 Stelle di Viareggio, come richiesto da molti cittadini, crede che sia giunto il momento di uscire dallo stato di continua emergenza e di avere un approccio costruttivo e meno ideologico del problema. Bisogna superare l’esperienza del campo Rom con strumenti di integrazione alternativi e richiedere una collaborazione anche dai comuni vicini per arrivare allo smantellamento definitivo del campo. Fondamentali d’ora in avanti una maggiore presenza della Polizia locale, degli assistenti sociali e la collaborazione di cittadini, associazioni e della stessa comunità Rom, per il raggiungimento degli obbiettivi che si erano originariamente preposti”.