Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Ferrero a Viareggio per Antonini

14 maggio 2015 | 18:45
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Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Ferrero a Viareggio per Antonini

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha incontrato ieri (13 maggio), i candidati Jan Vecoli e Jenny Tognocchi della lista regionale Sì Toscana a Sinistra e Filippo Antonini, candidato sindaco per la coalizione Viareggio Bene Comune. Rifondazione Comunista di Viareggio appoggia infatti queste due formazioni politiche che si presentano alle elezioni amministrative del 31 maggio prossimo – l’election-day unico per votare per la Regione e il Comune – “rompendo, a livello locale come a livello nazionale, ogni ipotesi di alleanza con il Partito Democratico, al fine di costruire invece un progetto politico di unità a sinistra che vada ben oltre le elezioni”.

Per Ferrero, “votare Antonini e la lista Sì Toscana a Sinistra significa contribuire ad un progetto politico per costruire una costituente della Sinistra che va da Sel ai movimenti, dalla sinistra del Pd alle forze sociali; perché come dimostra la Grecia, se c’è in campo una sinistra vera, questa riesce a sconfiggere sia la destra, sia i socialisti e i popolari che finora si sono mangiati le risorse dei nostri paesi”. “Il nostro non è un partito di ladri, di venduti, o di regalati, che passano da un gruppo all’altro” ha detto Ferrero durante un breve discorso davanti al Bar Irene al mercato centrale. E poi ha subito attaccato il Pd: “Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ieri, per l’ennesima volta non si è presentato a testimoniare al processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009 e così è stato definitivamente cancellato dalla lista dei testimoni. Una cosa del genere non accade per caso ma è un segnale ben preciso: per essere riconfermato governatore del Pd non può schierarsi contro Mauro Moretti, l’allora amministratore delegato del gruppo Fs e oggi promosso in Finmeccanica”. “Noi diciamo che chi sta con Moretti, chi sta con il capitale finanziario, con quelli che vogliono trasformare i presidi in podestà, ecco quella è la destra. L’unico merito di Renzi è, paradossalmente, di semplificare il quadro politico. Il Pd oggi è quello del Jobs Act che ha cancellato l’articolo 18, è quello della buona scuola che riporta l’istruzione pubblica ad una gestione quasi privata, col rischio un domani di vedere presidi chiedere le mazzette agli insegnanti in cambio di una riconferma o di una nomina; ed è quello della riforma Fornero che alza l’età pensionabile mentre cresce la disoccupazione”.
Ferrero poi ha anche affrontato alcuni temi economici: “Basta con le politiche di austerità che strozzano l’economia e le persone comuni come i lavoratori e i pensionati: i soldi vanno presi dove stanno ben nascosti per reinvestirli nella sanità, nelle opere pubbliche, nella prevenzione del dissesto idrogeologico, nella scuola, nel reddito sociale per i disoccupati, nei trasporti”. “Il debito pubblico italiano non è dovuto ad un eccesso di spesa ma è causato dagli interessi da usura (85 miliardi l’anno scorso) che il Paese paga agli speculatori e ai banchieri, come in Grecia, in Spagna, in Portogallo. I cittadini devono riconoscere che quelli sono i nemici, non gli altri lavoratori, i disoccupati o gli immigrati”. “Basta anche con il tirare la cinghia” perché questo “affossa ulteriormente l’economia e l’occupazione”. “Il dato di fatto è che più sacrifici fa il popolo, più gli speculatori si arricchiscono. Non siamo tutti sulla stessa barca – è la metafora di Ferrero – : oppure, c’è chi rema e chi dirige e quindi è l’ora di finirla di andare a prendere i soldi da chi rema”.