Mallegni (Pietrasanta prima di tutto) propone la riduzione di oneri di urbanizzazione e Imu

19 maggio 2015 | 08:09
Share0
Mallegni (Pietrasanta prima di tutto) propone la riduzione di oneri di urbanizzazione e Imu

Riduzione degli oneri di urbanizzazione e dell’Imu sulla casa, meccanismi premiali per chi fa lavorare le imprese del territorio, cancellazione immediata di tutti i comparti, allargamento delle aree urbane, rivisitazione della schedatura del patrimonio edilizio esistente, revisione degli svincoli per le strutture ricettive: sono gli strumenti, le modalità, la logica e le iniziative che Pietrasanta prima di tutto intende attivare per “dare a Pietrasanta un nuovo sviluppo socioeconomico immediato”. “Via i vincoli e via i lacciuoli – spiega il candidato a sindaco Massimo Mallegni nel dettagliato programma elettorale già in distribuzione – che tengono bloccati sviluppo, imprese, professionisti e cittadini, ma anche una rinnovata partecipazione e concertazione con la comunità sulla edificabilità delle aree e rilancio immediato del lavoro, del commercio e dell’occupazione attraverso un’edilizia moderata, utile e sostenibile che consenta frazionamenti, ampliamenti ed adeguamenti”. “Abbiamo un progetto credibile – prosegue – e soprattutto realizzabile per Pietrasanta;  non è il libro dei sogni. Dobbiamo riprendere immediatamente uno slancio positivo, liberarci da tutti quei vincoli che fino ad oggi ci hanno impedito un rapporto proficuo e virtuoso fra il territorio e la popolazione e mettere in atto tutte quelle iniziative che ci permetteranno di fare di Pietrasanta una città moderna”. Per Mallegni l’individuazione delle aree edificabili effettuata dall’attuale giunta senza un reale apporto dei cittadini interessati è stata “un’iniziativa unilaterale, ideologica, che per moltissimi cittadini coinvolti si è dimostrata una iattura invece che un valore, a causa della nuova tassazione sulle aree fabbricabili, che oggi viene pagata anche da chi non era assolutamente interessato né a fabbricare né a vendere e non aveva richiesto il cambio di destinazione della propria area agricola e tanto meno l’inserimento in un comparto”. Infine una battuta sul piano regolatore approvato dopo quasi 4 anni e mezzo: “E’ un piano recessivo”.