Elezioni, in una lettera le priorità della commissione Giustizia e Pace della diocesi di Lucca

23 maggio 2015 | 09:29
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Elezioni, in una lettera le priorità della commissione Giustizia e Pace della diocesi di Lucca

La Commissione Giustizia e Pace dell’Arcidiocesi di Lucca sollcita, in occasione dell’appuntamento elettorale, una riflessione ed un dibattito in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative, “consapevole – si legge in una nota – della ricaduta che esse hanno sulla vita quotidiana di tutti anche sul nostro territorio”.

“Per prima cosa – dice la commissione – vorremmo richiamare tutti all’impegno morale all’esercizio del voto. È responsabilità di ciascun uomo di buona volontà la lettura attenta dei programmi elettorali e l’incontro con i candidati, perché i temi della giustizia e della pace, in una traduzione nelle situazioni concrete delle nostre comunità, trovino la necessaria centralità. È da rigettare in modo assoluto qualsiasi pratica di tipo clientelare. La piaga della corruzione sempre presente a tutti i livelli ci richiama ad un impegno e ad una riflessione a partire dalla parole pronunciate da Papa Francesco: Una putredine verniciata: questa è la vita del corrotto. E Gesù semplicemente questi non li chiamava peccatori. Ma gli diceva ipocriti. Inoltre, continua il Pontefice, la corruzione “è una tentazione dalla quale nessuno può sentirsi immune”. Di qui, l’invito a debellare tale piaga “dalla vita personale e sociale”, usando “prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia”. I tanti episodi di corruzione che periodicamente vengono alla ribalta portano i cittadini a chiudersi nel privato e nel personale, cercando, anche nella politica, strumenti di soddisfazione esclusivamente individuali. La vita politica deve invece coltivare il senso interiore della giustizia, dell’amore e del servizio al bene comune, essa è vero strumento per costruire la pace. Come affermava Paolo VI la politica per il cristiano è la forma più alta di carità, sia nell’esercizio attivo (impegno personale in politica) che in quello passivo (esercizio del diritto di voto)”.
“Il cristiano dunque – orosegue la commissione giustizia e pace della Diocesi – come tutti gli uomini di buona volontà, è chiamato a compiere scelte in base ai programmi dei partiti e dei candidati tenendo conto di come essi incarnano i valori della giustizia e della pace. In questa prospettiva vi sono alcuni temi concreti su cui valutare i programmi elettorali dei candidati: il farsi carico delle vecchie e nuove povertà che affliggono le nostre comunità, nelle persone dei disoccupati, affamati e malnutriti, senza casa, rom, immigrati… Ciò richiede l’elaborazione di nuove progettualità e politiche capaci di risposte adeguate, con una particolare attenzione alla lettura del contesto attuale e al diffondersi trasversale del rischio di esclusione sociale e di fragilità economica per un numero crescente di famiglie e persone, moltissime tra le quali bambini. In un momento così grave di crisi economica e sociale, gli amministratori devono contribuire a valorizzare le potenzialità di accoglienza dei nostri territori, trovando modalità in grado di promuovere una cittadinanza responsabile e solidale e coniugando legalità e disponibilità all’incontro, attraverso un lavoro condiviso con la società civile, il mondo del volontariato e tutti i cittadini di buona volontà. L’attenzione specifica e competente al tema del lavoro, con uno sforzo originale e tenace di individuare strumenti in grado di promuovere politiche attive per il contrasto alla dilagante disoccupazione, in particolar modo quella giovanile. È oggi responsabilità in primo luogo degli amministratori riportare pienamente in vita i principi della nostra Costituzione e tradurre in politiche sui territori il richiamo accorato della Costituzione della Repubblica al diritto al lavoro. Le modalità di risposta alle necessità legate alla salute e al benessere sociale. È necessario distinguere le razionalizzazioni organizzative, legate alle funzioni amministrative, dall’offerta dei servizi di prevenzione e cura. Come Commissione Giustizie e Pace riteniamo fondamentale ribadire la scelta lungimirante fatta negli anni ’70 di un servizio sanitario universale, accessibile e qualificato. In una società che fortunatamente vede prolungarsi il tempo di vita deve esserci la presa in carico della terza e quarta età sia dal punto di vista sociale che sanitario, quest’ultimo legato in particolare alle patologie invalidanti con particolare attenzione alla non autosufficienza. Una riflessione attenta va posta anche ai tempi di accesso alle prestazioni diagnostiche ed ambulatoriali per evitare di dover ricorrere alla sanità privata non convenzionata”.
Ancora, fra le priorità c’è “la cura per il mantenimento del Creato, che rappresenta un bene comune da preservare per le future generazioni e che troppo spesso è invece oggetto di speculazioni private o scambiato con la promessa di uno sviluppo facile ma dal breve respiro (cementificazioni e nuova edilizia residenziale e produttiva “inutile”, cave, modalità di gestione dei rifiuti…). La Toscana è depositaria di una bellezza che impegna anche gli amministratori alla sua tutela, attraverso politiche in grado di supportare le pratiche di sostenibilità in campo agricolo, di cura del paesaggio e di un’urbanistica a misura di uomo e di comunità”.
“Gli eletti negli organismi di rappresentanza – conclude la nota della commissione – si assumano poi l’impegno ad incontrare e ascoltare la comunità che li hanno delegati, per arrivare a scelte il più possibile discusse e condivise, elaborando opportuni strumenti di partecipazione alla vita pubblica anche al di fuori del momento elettorale. Il dialogo infatti è il mezzo per governare le difficoltà ed i conflitti: dialogo nella città, dialogo nelle istituzioni, dialogo fra gli esseri umani, senza distinzione di cultura, etnia, religione”.