Antonini: “Viareggio, per superare il dissesto serve più partecipazione”

29 maggio 2015 | 14:37
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Antonini: “Viareggio, per superare il dissesto serve più partecipazione”

“Durante questa campagna elettorale abbiamo incontrato tante associazioni, commercianti, studenti, genitori… ma soprattutto tanti lavoratori e lavoratrici: i bagnigni della Lecciona, i lavoratori del Principino, i lavoratori della Sea, quelli della Viareggio Porto, i lavoratori dei cantieri della Darsena, le donne della cooperativa Primavera, le ausiliarie della Dussmann: da ognuna di queste situazioni abbiamo imparato qualcosa, ma soprattutto abbiamo scoperto che ci sono numerose realtà che lottano e che resistono con coraggio al dissesto e alla crisi economica nei propri luoghi di lavoro ed in città”. Sono parole del candidato sindaco di Repubblica Viareggina e Viareggio Bene Comune, Filippo Antonini.

“Il nostro compito, oggi – aggiunge il candidato -, deve essere quello di unire tutte queste realtà, far sentire le loro voci, che non sono soli, perché uniti si può anche vincere, divisi si ha già perso. Ma soprattutto tra questi lavoratori e lavoratrici non ho trovato solo un’alta coscienza sindacale, nella difesa del proprio posto di lavoro e dei diritti, ma anche un alta coscienza culturale nella difesa dei beni comuni e collettivi, contro le privatizzazioni e addirittura un coscienza amministrativa con idee e soluzioni innovative. Le idee e le soluzioni di oggi non possono e non debbono essere quelle di venti o trent’anni fa.
Ritengo che la coalizione Viareggio Bene Comune sia in grado di governare ed amministrare questa Città, perché abbiamo dalla nostra parte tutte queste risorse e ricchezze che sono nel nostro bagaglio culturale e politico. Una città, a maggior ragione se al dissesto, ha bisogno di una voce e di una rappresentanza di sinistra che porti anche nel palazzo comunale le istanze di chi lotta fuori. Un sindaco, una giunta comunale da soli non ce la possono fare, pensiamo che la strada giusta, per la nostra città sia quella della partecipazione diretta alla vita pubblica e politica: la politica dei cento tavoli da portare in città su specifiche tematiche, ognuno con la propria esperienza, la propria mobilitazione e consapevolezza”.