Carmassi controcorrente: “Pd ha perso metà elettorato”

1 giugno 2015 | 10:15
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Carmassi controcorrente: “Pd ha perso metà elettorato”

La minoranza del Pd, in Lucchesia, esce sconfitta, almeno dal punto di vista dei numeri. Tre dei quattro primi posti, infatti, sono occupati da candidati renziani, due dei quali “volano” verso Palazzo Panciatichi. Fra gli “sconfitti” Cecilia Carmassi, ex assessore provinciale, consigliere comunale e componente della segreteria nazionale di Bersani.
Affida al suo sito personale le riflessioni sul voto: “3370 voti sono tanti – dice – perché di molti di questi ho in mente lo sguardo e le cose che ci siamo detti, raccolti uno per uno in tanti incontri diretti o da persone che ci hanno messo la faccia per me con altre persone, 3370 sono tanti se penso a tutti quelli che mi hanno detto che votavano Pd solo perché c’ero io, ma 3370 sono pochi in termini assoluti ed è utile dirlo subito senza girarci intorno. È la democrazia, bellezza!”.

“Quando accetti di misurarti – dice – ti misuri su un metro che è fatto di tanti variabili, alcune prevedibili, altre meno, ma è un metro reale con tutti i suoi pro e contro. Per questo provo a caldo a fare qualche considerazione che ho già condiviso in campagna elettorale e aggiungo qualche elemento di bilancio (per ora sul Pd, sul resto ci tornerò a breve perché c’è molto da dire). Già al momento della formazione della lista era evidente che la partita era tutta in salita e che sostanzialmente avrei corso da sola, non per scelta ovviamente. E questo ha, per certi versi, fatto la differenza. Poi è bastato iniziare a girare per certificare che la nostra base più tradizionale, quella che ho conosciuto nella stagione dell’Ulivo per intenderci, era arrabbiata, nella migliore delle ipotesi delusa e in larga parte non andava a votare. Se guardiamo le percentuali questo si nota poco e pare che ci sia stata una sostanziale tenuta, ma in termini assoluti, di voti, il dato è impressionante e vede il Pd perdere quasi la metà dei voti, ed io quella metà l’ho toccata con mano, ahimè”.
“Dalla riforma della scuola – prosegue Cecilia Carmassi – alla riforma della sanità ho trovato un elettorato che si sentiva tradito e questo è il dato che mi preoccupa di più, pur avendo condiviso molte delle preoccupazioni e delle criticità che esprimevano, molte di queste persone non hanno creduto che la mia elezione potesse incidere e fare la differenza, anche quando c’era la stima personale molti dicevano apertamente che un voto per il Pd avrebbe significato l’avallo di queste riforme e di altre già compiute. Alla fine siamo tutti contenti per la riconferma di Rossi e che il Pd abbia vinto con lui, ma si può perdere metà del nostro elettorato per strada senza alcun turbamento? Senza alcun ripensamento? Ma c’è dell’altro. La campagna con le preferenze è una campagna che chiede visibilità: o ce l’hai, e come ho sempre detto a tutti era evidente che Baccelli essendo il presidente della provincia da 9 anni sarebbe stato di gran lunga il più votato, o te la devi costruire e per questo servono una rete strutturata di rapporti e significative risorse. C’è chi ha investito molto su una campagna di promozione pubblicitaria, vedo che alla fine produce i suoi risultati. Io raccolgo invece un risultato frutto di tanti rapporti personali e dell’impegno, a fine giornata lavorativa, di un bel gruppo di persone appassionate, ma non è stato sufficiente”.
“La campagna low cost – prosegue la riflessione di Cecilia – alla fine è forse sostenibile senza chiedere piaceri a nessuno, ma è evidentemente troppo debole. Trova conferma anche un altro dato già conosciuto: le aree “minori” si mobilitano intorno al candidato del territorio mentre i grandi centri, Lucca in particolare, esprimono in proporzione meno preferenze e investono meno sul candidato locale, peccato. Almeno stavolta Lucca riesce ad esprimere un candidato del territorio grazie anche ai voti che ha raccolto nel resto della provincia, mi sembra un passo avanti”.
“E quindi? – conclude la riflessione – Potevo fare diversamente? Certo ho sicuramente commesso degli errori e delle sottovalutazioni, ma non venitemi a dire che potevo compiere scorrettezze come qualcuno ha commesso, perché così funziona. No, non lo potevo fare, il fine non giustifica i mezzi. E non mi venite a dire che potevo raccontare cose diverse da quelle in cui credo, per cui mi sono impegnata in questi anni, non è nel mio stile, so che per molti è un limite ma ne pago volentieri le conseguenze. E quindi si ricomincia una nuova giornata, un po’ stanca ma anche molto arricchita dagli incontri fatti, dalle sollecitazioni ricevute, anche dai messaggi di stamani. Molto contenta delle persone giovani e meno giovani che hanno cercato di sostenermi e ci hanno messo la faccia, bella gente che vale da sola la pena di questo lungo mese e di questo impegno che viene da lontano. Lo sapete, l’ho detto… resto al pezzo, l’ho promesso ai tanti che mi hanno chiesto di non scomparire dopo le elezioni, lo merita la sete di buona politica che ho intercettato e in virtù della quale sono ottimista nonostante tutto. Questa battaglia andava fatta, adesso ce ne sono altre da fare, tutti i giorni e per tante persone a cui ho promesso un caffè per riprendere il discorso”.