Franchi: “Per l’alternativa a sinistra avanti con la coalizione sociale”

Elezioni regionali, una riflessione a sinistra del sindacalista Umberto Franchi. “Il primo partito – spiega Franchi – è quello del non voto. Ciò significa che a gran parte del popolo non ne può più dei partiti, considerandoli “tutti uguali” (compromessi dal potere e con le stesse politiche) e una parte cospicua che votava Pd, boccia Renzi in tutte le sette regioni tanto che solo in Toscana il Pd perde oltre 400mila voti rispetto alle elezioni europee. Ma questi elettori non vedono in altri partiti alla sinistra del Pd e nemmeno nel M5S, una sponda utile ad affrontare le loro problematiche e quelle del paese. Ecco che la destra, anche se complessivamente non cresce perchè Forza Italia tende ad essere marginale, si rafforza però nella sua parte xenofoba, reazionaria, becera, egoista, rabbiosa… rappresentata dalla Lega, che in un’Italia angosciata e scoraggiata da ciò fa Renzi , può spostarsi anche rapidamente sempre più a destra scaricando la propria rabbia sugli immigrati e gli altri soggetti deboli, senza minimamente mettere in discussione (anzi rafforzandoli) i veri centri di potere economici, politici, speculativi/finanziari”.
“Il Movimento Cinque Stelle – prosegue Franchi – resta un movimento significativo, con alcune proposte che non possono essere che sposate anche dalla sinistra alternativa, ma anche con alcune gravi problematiche sul piano dei valori, dei programmi, dell’agire politico. La prospettiva delle elezioni politiche nel 2018 (se non verranno fatte prima) potrebbero vedere scenari inquietanti, come quello di un Pd ulteriormente ridimensionato, ed il rischio di andare al ballottaggio tra la Lega ed il Movimento Cinque Stelle. Dal canto suo la sinistra che fa riferimento ad Altra Europa viene percepita come roba vecchia fatta di aggregazioni anche opportunistiche (come è avvenuto con Pastorino in Liguria) dei partitini esistenti alla sinistra del Pd, quindi non affidabili. Ma anche quella sinistra che fa riferimento a “prima le persone”, non viene percepita come fatto nuovo aggregante dal basso ma solo un piccolo gruppo minoritario che fa testimonianza. Anche in Toscana dove Sì Toscana a Sinistra con Fattori ha preso il 6,5% il risultato è del tutto inadeguato visto che non ha raggiunto nemmeno la somma del 9 per cento che alla precedenti tegionali avevano assieme Rifondazione e Sel”.
“Che fare? – si chiede Franchi – Io non vedo la possibilità e la necessità di andare comunque avanti come sinistra alternativa in termini di presentazione di liste elettorali (unitarie o meno) calate dall’alto come di fatto è avvenuto e non solo in queste elezioni regionali, ma anche altre volte nel passato (Sinistra Arcobaleno, Rivoluzione Civile, ecc…) Oggi, non basta fare qualche convegno, assemblea territoriale, aggregare i partitini di sinistra, per dire “siamo i nuovo” che viene dal basso. Occorre sviluppare precise lotte e battaglie politiche, su obiettivi articolati e generali, nelle fabbriche, territori, scuole, istituzioni. E da li, dai risultati ottenuti che creano crescita politica e culturale, dai movimenti e dalle persone che lottano, fare nascere una vera esigenza anche di aggregazione e di lista elettorale da presentare alle elezioni. Oggi per poter fare questo c’è bisogno, di un impegno forte ed unificante dei movimenti, dei comitati, Rsu ed associazioniche esistenti, su obiettivi precisi nei territori. E su obbiettivi più generali con un progetto di ampio respiro politico e di trasformazione economica, ambientale, civile, culturale Insomma è necessario portare avanti quello che è alla base della coalizione sociale promossa dalla Fiom e che sarà oggetto di discussione alla assemblea nazionale a Roma del 6 e 7 giugno”.