Mazzoni (Pietrasanta prima di tutto): “Ex Edem, basta prendere in giro i cittadini”

“Caro Rossano, comprendo la tua disperazione, ma a tutto c’è un limite e i cittadini di Pietrasanta te l’hanno già dimostrato”. A prendere la parola sul caso delle miniere ex Edem è Daniele Mazzoni, indicato da Mallegni come suo vice in caso di elezione a sindaco. “Anzitutto, per quanto riguarda il metodo, dovresti spiegare perché da un lato ti sottrai ad un confronto pubblico con Massimo Mallegni, dall’altro spari numeri a caso, dimostrando che non sai neppure di che cosa si parli, e questo consentimi è grave. Il problema che ha investito Valdicastello è serio, ha investito tante famiglie e non si può liquidare con battute ‘ad effetto’ come quella dei 10 milioni. Basta raccontare fatti in modo parziale e indirizzato, i tuoi sostenitori hanno pubblicato un documento del febbraio 2011 per dimostrare i presunti ritardi dell’amministrazione Mallegni nell’affrontare l’emergenza dell’inquinamento alle miniere. Tale documento non è che è il documento sulla sicurezza dei luoghi di lavoro Cd Dss e che nulla centra con la bonifica delle miniere. E’ per capirci come la messa in sicurezza di un cantiere (camminamenti ecc.), funziona così”.
Mazzoni prosegue: “I pietrasantini non devono essere presi per i fondelli, sui social la faccenda si è chiarita in poche ore. Ai “naviganti” è bastato visitare il sito della Regione Toscana dove c’è un magnifico schema di chi deve fare cosa. E i finanziamenti per le bonifiche dei siti minerari sono a carico della Regione e non del Comune di Pietrasanta. Visto che, da quello che scrivi conosci poco la materia, mi permetto di indicarti il sito della Regione e il link di riferimento: http://www.regione.toscana.it/-/bonifiche-dei-siti-inquinati#politiche”. “Solo per completezza di informazione di segnalo che le miniere ex Edem sono state acquistate con la precisa volontà di tutti, della comunità di Valdicastello, e con l’unanimità del consiglio comunale che nel 2003 deliberò (la delibera è disponibile anche sul profilo Facebook di pietrasantinidocche). Solo nel 2010, su invito dell’Amministrazione Provinciale, che ne ha la competenza sulla vigilanza, il Comune si è attivato per agire quale ente territorialmente competente sul corso del Torrente Baccatoio e quale proprietario non responsabile (e quindi in danno alla ex proprietà) sul sito minerario. Quindi, anche se il comune non avesse proceduto all’acquisto delle miniere non si sarebbe potuto sottrarre, sempre come ente territorialmente competente, dall’agire in danno (cioè facendo i lavori e recuperando le spese) sulla ex proprietà che essendo fallita non avrebbe comunque potuto intervenire. E’ stato chiarito che i finanziamenti per bonificare l’area sono a carico della Regione. Continuare ad addebitare all’acquisto delle miniere le spese necessarie per la bonifica è fuorviante. I numeri forniti, i famosi 10 milioni, sono cifre buone per giocare al lotto, non per bonificare il sito. Concludo – precisa ancora Mazzoni – ricordando che se le miniere erano ancora in mano al privato, l’amministrazione Comunale e la regione non avrebbero potuto cercare fondi comunitari per risolvere la delicata questione ambientale. Un amministratore prima si deve informare, poi dire e agire. #bastaslogan #fattinonparole”. Per informazioni sul programma i cittadini possono rivolgersi al comitato elettorale nella sede in via Oberdan (ex negozio Pellegrini), scrivere alla mail comitato@mallegnisindaco.it. Attiva anche la pagina Facebook https://www.facebook.com/pietrasantaprimaditutto?ref=hl