Sospeso il rinnovo della tessera Pd a sindaco Del Ghingaro

Poche righe per “sospendere” il rinnovo della tessera del Pd al sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. E’ quanto ha deciso il Pd comunale, guidato da Francesco Bambini in quanto la posizione del primo cittadino di Viareggio “è stata posta ed è all’esame della commissione dei garanti”. Assieme alla posizione di Del Ghingaro sospesa anche quella degli altri “dissidenti” del Pd che hanno scelto di schierarsi con Del Ghingaro contro la linea ufficiale del partito.
Del Ghingaro, a questo punto, non lascia porte aperte e dice addio al Partito Democratico: “Con queste poche righe – spiega Del Ghingaro – il segretario Pd lucchese avverte la segretaria del circolo Pd (Federica Pierotti, ndr) dove sono (ero) iscritto che non deve darmi la tessera. Una roba veloce che libera coscienze, che pulisce sensi di colpa, che sotterra errori ed omissioni. È la prima volta nella storia che si sente dire che siccome una posizione è stata “posta all’esame”, c’è già la conclusione: di fatto il “posizionato” è considerato reo, colpevole, reietto. Il tutto prima di avvertire il diretto interessato, prima di sentire le ragioni di ognuno, prima di far svolgere una normale e ovvia discussione all’organismo preposto, la commissione dei garanti appunto. È una roba strana, che si aggiunge alle tante altre robe strane di questa vicenda in cui, mio malgrado, svolgo il ruolo di protagonista”.
“Il commissario versiliese Pd Dati – ricostruisce il primo cittadino – segnala che il sindaco di Viareggio non deve avere la tessera e il Pd di Lucca, col suo scrupoloso e zelante segretario Bambini, esegue. Alla bruciante sconfitta alle amministrative di Viareggio Dati ha sommato quella di Pietrasanta, quella della mancata elezione di un consigliere regionale versiliese, quella sulla figura meschina alle provinciali di pochi giorni orsono. Nessuna discussione politica, nessun approfondimento, neanche un misero gesto di autocritica di un commissario Pd perdente plurimo. Anzi, il contrario, un arrocco infantile dentro il fortino Pd chiuso ai cosiddetti “nemici”, che addirittura vengono sospesi, espulsi, allontanati. Atti colmi di superbia e di protervia, che contengono giá i prodromi di una inevitabile ennesima sconfitta. Della serie: si rimane in tre, quelli puri, portatori di veritá. Gli altri, la stragrande maggioranza, i portatori di idee e contenuti politici, fuori dalle scatole”.
“Si potrebbe discutere a lungo e con vari paradigmi della questione – conclude Del Ghingaro – ma non ne ho voglia, la vicenda è stucchevole di per sè e non serve continuare a montare la panna della polemica. Per me la discussione, mai iniziata, finisce qui. Non posso che prenderne atto, rispettare le considerazioni di ognuno, evitare facili ma inopportuni vittimismi e voltare pagina. Pagina bianca”.