Matteoli, appello a centrodestra: “Senza unità non si vince”

21 novembre 2015 | 15:37
Share0
Matteoli, appello a centrodestra: “Senza unità non si vince”

Unità del centrodestra, per ora, questa sconosciuta. L’iniziativa organizzata dalla Fondazione per le libertà e dal circolo Mosaico all’auditorium dell’Agorà, che ha ospitato il senatore Altero Matteoli per tracciare le linee guida per il centrodestra di domani, in vista delle amministrative lucchesi del 2017 per ora ha mantenuto le parti inalterate. Assenti, infatti, il coordinatore provinciale di Forza Italia, Maurizio Marchetti e il vicecoordinatore regionale, Massimo Mallegni.
Ma nonostante questo il senatore, neoresponsabile del partito per la scelta delle candidature alle amministrative del prossimo anno, ha lanciato forte e chiaro il messaggio: “Senza unità non si vince”, richiamando tutti al senso di responsabilità e, in qualche modo, di opportunità.

In platea, ad accogliere il messaggio unitario tanti volti vecchi e nuovi dell’area del centrodestra: l’ex sindaco Mauro Favilla, gli ex maggiorenti del partito azzurro Vincenzo Placido e Giovanni Santini, il sindaco di Fabbriche di Vergemoli Michele Giannini, i consiglieri comunali di Insieme si può a Capannori Giada Martinelli e Mauro Celli e, in ordine sparso, l’avvocato Franco Ravenni, gli esponenti di Per Lucca Giovanni Pierami e Roberto Dolce, il consigliere comunale di Viareggio Alessandro Santini (per lui una toccata e fuga), l’ex consigliere comunale Ramacciotti e l’ex presidente di Gesam Claudio Riccardi. Sul palco, insieme al giornalista Remo Santini, nel ruolo di moderatore, i consiglieri comunali di Lucca di Forza Italia, Marco Martinelli e Mauro Macera mentre in platea c’era uno degli esponenti del nuovo gruppo unitario in Consiglio, Lido Fava.
Ai consiglieri l’onere di aprire il dibattito partendo dalla situazione dell’amministrazione lucchese. “Nel 2012 – ha ricordato Martinelli – i troppi antagonismi indivisuali hanno regalato il Comune al centrosinistra che non passa giorno che non dimostri la sua inadeguadezza ad amministrare e il suo fallimento. Una giunta immobile che ha portato in città una tassazione senza precendenti e che non ha dato nessuna risposta su infrastrutture, viabilità e sicurezza. Intanto il centrodestra ha iniziato un percorso, avviato con le consultazioni provinciali, per ripartire dai valori suoi propri per portare una proposta unitaria che possa difendere gli interessi della città”.
Macera introduce anche l’elemento delle divisioni interne al partito: “Occorre dividere – dice – il piano nazionale da quello locale. A livello nazionale le varie scissioni, di Fini, Fitto e Verdini hanno creato notevoli problemi al partito per cui il miracolo del ’94 si è dissolto. Ora vorremmo un partito radicato nel territorio ma che non ha paura del confronto interno e con gli alleati. Con la Lega, ad esempio, che rappresenta un alleato necessario ma con cui non bisogna confondersi”. A Lucca, in particolare “in poco tempo – dice Macera – la situazione della città è peggiorata. Il sindaco non trascura solo il centro storico ma anche la periferia. Aumentano i furti, aumentano le persone che chiedono con insistenza l’elemosina, attività chiudono, le tasse aumentano. Una giunta, quella attuale, inefficiente e senza spina dorsale. Adesso, quindi, occorre recuperare chi non vota ed anche l’unità del partito. Un partito dove funzionino i meccanism della democrazia, con elezioni interne e un coordinamento comunale e provinciale che tornino ad essere eletti come era successo in passato”.
Matteoli, dal canto suo, quando è chiamato a parlare di Lucca non si nasconde: “E’ evidente – dice il senatore – che una parte di forza Italia non c’è perché vuole avere un suo palcoscenico autonomo e senza contraddittorio. Ma noi ci siamo, per lanciare anche una proposta di unità. E’ indispensabile avere un partito unito per evitare gli errori del passato. In questo senso non smetterò mai di ringraziare il sindaco Mauro Favilla, per essere rimasto al suo posto nonostante una situazione difficile. Fazzi venne da me per chiedere di rientrare nel partito e io mi feci garante che non avrebbe determinato nuove spaccature. E invece si è candidato in autonomia determinando quello che poi à successo”. Anche Matteoli non lesina critiche al sindaco Tambellini: “Basta leggere le cronache – dice – dell’attività dei nostri consiglieri comunali, senza i quali non si sentirebbe alcuna voce costruttiva di dissenso in città. Ma non basta. io stesso ho presentato un documento di sindacato ispettivo sulla vicenda Gesam. La società si sta sgretolando, una società che fatturava 60 milioni l’anno con un utile di 4-5 milioni. Adesso se verrà venduta la rete poi si dovrà vendere anche il resto perché il Comune non può gestire la vendita del gas”. Nel centrodestra, però, ci sono per Matteoli anche delle note positive: “L’aumento del gruppo consiliare – dice – mi sembra un importante segnale nel senso della ricomposizione del centrodestra. Ci sono tutte le possibilità, insomma, per ricomporsi e governare bene la città. Soprattutto nelle amministrative, comunque, è indispensabile andare al voto assieme a liste civiche che condividono un programma. E in questo senso il partito a Lucca dovrebbe attrezzarsi fin da ora”. E a chi lo accusa di scarso cambio generazionale nel partito risponde laconicamente: “Nessuno si fa da parte autonomamente per lasciare spazio. I giovani devono pensare e lavorare per meritarselo lo spazio”.
Matteoli parla anche della situazione nazionale, partendo dalla crisi dei partiti tradizionali. “Una crisi – spiega – che si è poi concretizzata in una mancanza di dialogo nei partiti stessi, dove non si sono più fatti i congressi. E a questo punto manca il confronto. Io sono fra i privilegiati che vengono chiamati da Berlusconi per essere consultati. Ma ho detto fin da subito, ad esempio, che andare a Bologna è stato un grande errore. Sono favorevole a un accordo con Fratelli d’Italia e con la Lega ma Berlusconi, ex presidente del Consiglio, non può salire sul palco come invitato. E di questa cosa ha risentito il partito e ne risente la coalizione di centrodestra. A Bologna, infatti, è apparso il destra-centro e in Italia con il destra-centro non si vincerà mai. Mancano poi le stanze di compensazione per prendere le decisioni attraverso il dibattito interno. E’ successo anche a Lucca dove Martinelli e Macera, nonostante la loro attività in consiglio comunale non sono mai stati convocati per un confronto o un dibattito sui temi della città”. L’analisi è lucida: “Salvini oggi – dice Matteoli – dopo aver raggiunto i consensi che ha raggiunto come dicono i sondaggi, può solo perdere voti non guadagnarne altri. Non avrà una percentuale più alta di questa e Fratelli d’Italia non può andare oltre il 3,5-4 per cento. Se vogliamo tornare a vincere serve una Forza Italia forte e in grado di attrarre il voto dei tanti delusi che non sono andati a votare alle ultime tornate elettorali. Non possiamo, inoltre, vivere di rendita sulla figura di Berlusconi anche se non possiamo fare a meno di Berlusconi”. Un Berlusconi che, per la legge Severino, non è eleggibile ma può essere candidato: “E’ una cosa su cui il partito si deve interrogare – spiega Matteoli – Poi auspichiao che finalmente Strasburgo si pronunci così come ha fatto per Contrada in passato”.
Matteoli sarà chiamato a scegliere i candidati a sindaco nelle tornate elettorali del 2016: “Si vota in tante grandi città – dice – Sono usciti finota tanti nomi e fra questi quello più verosimile è quello di Sallusti che trova il gradimento di Lega e Fratelli d’Italia ma anche una fronda interna al partito azzurro. Comunque martedì avrò il primo incontro, poi inizierò a parlare con i responsabili degli altri partiti della coalizione. Di sicuro, però, si parte dal programma”. Rischio governo a cinque stelle a Roma? “Spero proprio di no – dice Matteoli – Invito tutti a vedere come governano nelle città dove sono stati eletti loro sindaci. Livorno, per esempio, dove ho fatto per 15 anni il consigliere di opposizione. E’ diventata una città ridicola, sembra di essere sulla luna, tanto da farmi rimpiangere le giunte comuniste del passato. Spero che a Roma al ballottaggio ci vadano un candidato del centrodestra e uno del centrosinistra. Non ce la vedo proprio la città eterna governata da Grillo”.

Enrico Pace