Angelini: “Caso Macchiarini simbolo declino sanità toscana”

23 gennaio 2016 | 15:24
Share0
Angelini: “Caso Macchiarini simbolo declino sanità toscana”

Sanità toscana, gli strali del professor Angelini (Governare Lucca). Che prende le mosse dalla vicenda giudiziaria che ha interessato il dottor Macchiarini per fare il punto sulla governance della società regionale: “Le cronache regionali sono state piene – dice – nella settimana scorsa, delle vicende del dottor Macchiarini, viareggino di origine ( ma presente anche a Lucca, dove risiede la madre), superchirurgo di Careggi, celebrità internazionale nel trapianto della trachea, sbugiardato, su Vanity Fair America, da Benita Alexander, un producer Nbc, che ha raccontato sia le bugie con cui il grande chirurgo l’aveva sedotta, inventandosi di essere il medico personale di papa Francesco (e pure di Giovanni Paolo II), di aver operato Bill e Hilary Clinton, il presidente Obama, eccetera; sia le false promesse, con cui l’aveva stregata e definitivamente conquistata, promettendogli un matrimonio da favola a Roma, officiato addirittura dal papa, nonostante che lei fosse divorziata e lui ancora sposato, e a cui avrebbero partecipato gli amici stretti di Macchiarini, dai Clinton a Vladimir Putin, a Nicolas Sarkozy, forse Obama, certamente Elton John, Kenny Rogers, Kofi Annan, Russel Crowe. Alla sventurata il celebre chirurgo aveva però taciuto che poco tempo prima, nel settembre 2012, era stato arrestato e poi inquisito per una storiaccia di mala gestione del suo incarico a Careggi, con rinvio a giudizio per una serie di reati, tra cui peculato, abuso di ufficio e poi anche truffa, con un processo, per i primi 2 reati, cominciato in questi giorni. A detta di Benita Alexander, uno straordinario truffatore”.

“Truffatore anche nella professione, secondo molti accademici – prosegue Angelini – Dopo un tale servizio, infatti, si è scoperchiata la pentola delle tante omissioni e reticenze che avevano accompagnato il suo percorso professionale, sia per quanto riguarda il suo curriculum, nel quale aveva vantato ruoli importanti in istituti universitari, in realtà mai svolti ( dall’Università dell’Alabama di Birmingan, alla scuola medica di Hannover); sia per quanto attiene ai risultati della sua attività professionale. Per esempio il primo trapianto di trachea, con l’organo di un donatore rivestito di cellule staminali, che l’aveva reso famoso, non era stato così perfetto, dal momento che la paziente aveva continuato per anni a finire sistematicamente sotto i suoi ferri, a causa di ripetute complicanze. I suoi pazienti, poi, dopo l’operazione, sono morti a frotte; da ultimo il Karolinska Institutet di Stoccolma, e, di seguito, le autorità giudiziarie che hanno aperto un’inchiesta, hanno messo sotto i riflettori tre dei suoi ultimi interventi di trapianto della trachea, dal momento che due pazienti erano morti, nel terzo caso la persona sottoposta all’intervento aveva riportato serie conseguenze”.
“Eppure è questo personaggio – commenta Angelini – che, nel 2005, fu assunto, per iniziativa della Regione, nell’ospedale di Careggi, con uno stipendio eccezionale di 310mila euro l’anno, con la creazione, per lui, di un centro sanitario specializzato a Careggi ed il diritto di operare anche in altri ospedali stranieri, addirittura con la promessa di essere nominato, in virtù dei suoi straordinari titoli, professore ordinario all’università di Firenze, proposta questa respinta, nonostante le pressioni, dalla facoltà di medicina (con una decisione segretata, però, incredibilmente, dal preside di facoltà), per i troppi evidenti errori sui titoli accademici vantati. Di questa scelta infelice il deputato Pd pisano, Federico Gelli, in una recente interrogazione parlamentare, ha chiesto conto ad Enrico Rossi, da lui ritenuto politicamente responsabile, con queste parole: “L’allora assessore alla sanità Enrico Rossi presentò l’assunzione di Macchiarini come una grande operazione di immagine, indicandola come un grande esempio di lungimiranza della politica, capace di far rientrare in Italia un cervello in fuga; alla luce degli eventi recenti il governatore dovrebbe ammettere le proprie responsabilità”.
“L’episodio Macchiarini – ne evince l’ex onorevole democristiano – di cui Rossi è, di sicuro, politicamente responsabile, costituisce una metafora della sanità toscana; dimostra i rischi di un potere politico regionale, personalizzato da Rossi, che si arroga sempre l’ultima parola su assunzioni e scelte politiche. Il potere di Rossi sulla sanità è stato quello di poter decidere sempre e comunque, dagli appalti ai primari, quest’ultimi legati a lui da un rapporto di fidelizzazione e giù, giù, volendo, fino ai portantini. Un uomo solo al comando, per così dire, in cui è sempre la politica a decidere, al di là delle sue competenze; dal momento che a un cittadino normale sembrerebbe corretto che la professionalità di un medico fosse valutata dai suoi pari, altri medici, non dal potere politico, seppur rappresentato dall’onnipotente governatore Rossi. Uno scenario politico, quello della Toscana di Rossi, che merita una riflessione. Come è noto, se pur il comunismo non c’è più, Rossi continua a definirsi un comunista, forse l’ultimo comunista; in realtà un liberista sfacciato, dal momento che in tutte le sue riforme, dai trasporti, all’acqua, oggi all’energia, il suo obiettivo è sempre stato quello di mettere la gestione in mano ad un privato; e non certamente per fiducia nel mercato, ma per il motivo opposto e cioè perché per lui governatore è più facile controllare politicamente la gestione dei servizi fatta da un privato, che quella fatta da un ente pubblico, che presenta sempre il rischio di condizionamenti e controlli istituzionali”.
“E quando i servizi devono essere gestiti direttamente dalla Regione – conclude Angelini – come la sanità, ecco le riforme, che, sotto il pretesto della riduzione dei costi (tutta da verificare), in realtà riduce le Asl, accentra i servizi, in modo da permettere a Rossi di avere meno tasti da pigiare e persone da sentire, quando, al mattino, dalla sua poltrona, si accinge a governare la sanità toscana. Ciò che del comunismo il governatore Rossi ha mantenuto è dunque il centralismo burocratico e l’autoritarismo, seppur nella veste “moderna” di un potere personale, che appaga chi lo detiene, ma preoccupa quei pochi sfortunati cittadini, come noi, che sanno di essere nella mani di uno che ha scambiato un truffatore come Macchiarini per un celebre chirurgo, che lo ha trattato da nababbo, attingendo a piene mani dai soldi dei cittadini toscani, che lo ha sbandierato, poi, nella campagna elettorale del 2010, come simbolo di una nuova stagione politica, fondata sul merito e sul rigore, inducendo, anche con questi mezzi, i cittadini, raggirati, ad eleggerlo governatore della Toscana”.