
“Tutti insieme appassionatamente con l’obiettivo unico di fare muro contro lo straniero venuto di là dal monte a rompere le uova nel paniere e sparigliare una torta già spartita”. Non usa mezzi termini l’assessore Valter Alberici riguardo la partecipazione dei rappresentati del Pd all’incontro di questa mattina organizzato dal consigliere di minoranza Massimiliano Baldini.
“Vedere i rappresentanti locali di quello che dovrebbe essere, e il condizionale è d’obbligo a questo punto, il Partito Democratico, gomito a gomito con quelli della Lega e delle altre forze dell’opposizione, ha dell’inverosimile – continua Alberici – Forze politiche che, lo ricordo, in più di un’occasione hanno avuto atteggiamenti da destra estrema, con slogan xenofobi della peggior risma, che il popolo di Viareggio non ha esitato a stigmatizzare. Mi chiedo come sia possibile che il mio partito, dal quale mi sono sempre sentito rappresentato, sia caduto così irrimediabilmente nel baratro dell’incertezza: ideali che sembravano inamovibili adesso vengono scardinati e messi in discussione nel nome di quel fritto misto dal retrogusto di larghe intese davvero poco rassicuranti. Un partito, il Pd viareggino, che resta in mano ai soliti noti: Attila della politica, che dove passano loro non crescono più i voti, che non perdono mai l’occasione per fare una brutta figura e che non mirano ad un rafforzamento della politica cittadina ma solo a mantenersi aggrappati a un ruolo come polpi a uno scoglio”.
“Non a loro infatti mi rivolgo – prosegue Alberici – perché poco c’è da sperare se sono arrivati ad agognare un terzo posto piuttosto che vedere alla guida della città un governo stabile: le medaglie di bronzo, in effetti non sono impegnative, non mettono alla prova e forse, sono il massimo a cui possono aspirare. Sento però il bisogno di chiedere a tutti gli iscritti al partito, che peraltro si stanno organizzando per andare a congresso, se c’è ancora un po’ di amor proprio nel Pd viareggino. Se ancora resiste qualche ideale, se ci sono obiettivi condivisi, se l’aggettivo ‘democratico’ ha per loro ancora un senso. Attenzione che un simile atteggiamento, dove non c’è mai un’assunzione di responsabilità o una presa di posizione netta, non paga: i cittadini sono stufi di simili comportamenti. La politica degli amici degli amici è passata di moda anche a Viareggio. La gente lo ha dimostrato in maniera chiara e netta andando a votare: il risultato delle urne se ci fosse un minimo di coscienza politica dovrebbe essere chiaro. Da un lato l’incertezza fra il secondo e terzo, ex candidati e adesso consiglieri di minoranza che a distanza di mesi ancora si dibattono nel calderone di chi arriva a pari merito senza alcuna differenza sostanziale: dall’altro la schiacciante vittoria del sindaco Giorgio Del Ghingaro che, senza se e senza ma, un po’ alla volta, sta mettendo a posto i conti in rosso di Viareggio”.
Della stessa opinione i consiglieri di maggioranza, la presidente del consiglio Paola Gifuni e gli assessori David Zappelli e Sandra Mei: “E’ una giornata memorabile per Viareggio – dicono – La città ha potuto finalmente capire che in via Regia, in quella sede di un partito che è stato la storia della città, non si esiterà a sventolare bandiere verdi per mantenere vivi interessi personali e, pur malridotte, poltrone. E’ passato davvero poco tempo da quando un signore con poca cognizione della storia e ancor meno senso dell’umanità, non si alzava in piedi in consiglio comunale rifiutandosi di rendere omaggio alle centinaia di migranti che avevano perso la vita nell’ennesima tragedia del mare. Quell’uomo non si vergognò di non abbassare gli occhi per qualche secondo: anzi ne fece un vanto e un punto d’onore”.
“Oggi al governo della città di Viareggio – dicono Mei e Zappelli – ci sono uomini e donne, provenienti da diverse esperienze ma tutte legate agli ideali della sinistra e ai principi del Partito Democratico. I viareggini hanno confermato la loro storia: antifascista e democratica. Chi non ha compreso la grande richiesta di cambiamento che arrivava dai cittadini è stata la dirigenza del Partito Democratico, quello ufficiale, quello delle tessere, dello statuto, dei regolamenti. Chiuso e intransigente, concentrato su come avere vendetta di un passato assai recente, ma pur sempre passato, e concentrato a distinguere fra nemici e amici, fra gli aventi diritto e non. E così sono passati i mesi, con un’amministrazione di estrazione democratica al governo e un partito fermo a guardare di lato, a non intervenire sulle questioni e incapace di intraprendere un percorso di partecipazione e condivisione con la maggioranza di governo. consiglieri di fatto subalterni alla destra che non hanno saputo, o voluto, prendere mai una posizione che fosse nel solo interesse della città”.
“Già in campagna elettorale – concludono – il Partito Democratico non era stato capace di dare un messaggio riconoscibile, un’indicazione di rotta per Viareggio, una ricetta di speranza e di cambiamento comprensibile ai cittadini. Il Partito Democratico sembrava pervaso da una sorta di paralisi e dall’errata convinzione che bastasse rimanere fermi e “protetti” dal simbolo sulla scheda per arrivare al governo. Questa mattina a Sant’Anna di Stazzema c’è stata l’inaugurazione del restauro della piazza della chiesa: una piazza che per noi in Versilia, ma in realtà per tutta la Toscana, ha un valore particolare. Un evento che arriva a pochi giorni dal consiglio comunale straordinario con il quale il Comune di Viareggio ha ricordato i morti della Shoah. Ad entrambi gli eventi, il commissario del Pd di Viareggio non era presente. Era presente invece ad un evento organizzato da forze di destra, che si affiancano alla Lega e che della Lega usano modi e toni. A quel convegno chi, lo ricordiamo, rappresenta ufficialmente il Pd, ha parlato presenziando gomito a gomito con gli esponenti della destra versiliese. Dicevamo che oggi è una giornata storica. Il Partito Democratico finalmente ha fatto una scelta: ha scelto di stare dalla parte di quell’uomo che non si alzò in piedi di fronte alla morte. Per natura, per educazione e per un’impostazione fortemente democratica di pensiero, crediamo che ogni scelta sia rispettabile: ne prendiamo atto e andiamo avanti”.