Pesci e Alberici si autosospendono dal Pd per il “caso Del Ghingaro”

25 febbraio 2016 | 15:53
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Pesci e Alberici si autosospendono dal Pd per il “caso Del Ghingaro”

La mancata concessione della tessera del Pd al sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, ha innescato il primo effetto a catena.
Gli assessore Alessandro Pesci e Valter Alberici si sono autosospesi dal partito, scrivendo una lettera ai rispettivi circoli, quello di Fiesole e quello del centro storico di Lucca.

“In seguito agli ultimi fatti e alle prese di posizione del Pd riguardo Giorgio Del Ghingaro – scrivono – riteniamo doverosa una riflessione sulla nostra appartenenza o meno ad un partito che di fatto disconosce l’operato del nostro sindaco. Da mesi ormai assistiamo da spettatori ad un tira e molla che si è pubblicamente rivelato solo negli ultimi giorni, con una commissione di garanzia che si è espressa in maniera favorevole al reintegro di Del Ghingaro e un Pd regionale che con una nota stampa lo ha invece attaccato in maniera diretta, con un linguaggio rozzo e inutilmente sopra le righe. Un comunicato nel quale Del Ghingaro viene senza mezzi termini messo alla porta: quella che lui riteneva la “casa” entro cui muovere la sua azione amministrativa, con qualche riga inviata di fretta alla stampa, oggi non lo è più”.
“Nessuna comunicazione personale – proeguono i due assessori – nessun chiarimento è stato chiesto e auspicato. Nonostante questo, si continua a millantare apertura e massima disponibilità nei rapporti: dichiarazioni vuote che non trovano poi riscontro nelle azioni concrete del partito. E’ indubbio che si sia aperto uno iato tra questa amministrazione e il Pd. Un distacco ormai inevitabile che ci coinvolge in prima persona, ponendoci davanti a un doppio problema che è prima di tutto politico ma anche di metodo. Da un lato infatti si ridisegnano i rapporti fra questa maggioranza, che è stata chiamata dai cittadini ad amministrare Viareggio, e il Pd locale; dall’altro si sottolinea la volontà di escludere dal partito chiunque non sia pronto ad accettare a priori decisioni arbitrarie, antipatie e personalismi. Pertanto ci sembra invitabile autosospenderci dal Partito Democratico, ovviamente con dispiacere e non senza averne accuratamente ponderato le conseguenze. Si badi bene non è a cuor leggero che ci allontaniamo dal Pd, anzi, con un grande peso sul cuore. Perché dopo anni (decenni) di militanza convinta e responsabile, ci troviamo a dover ammettere pur con rammarico, che non c’è più possibilità di indipendenza di giudizio in questo partito: non c’è possibilità di sopravvivenza per chi voglia mantenere salda la propria identità”.