Scontri fra bande in città, Lega: “Manca sicurezza”

29 febbraio 2016 | 14:42
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Scontri fra bande in città, Lega: “Manca sicurezza”

“Totale mancanza di sicurezza”. Non ci gira troppo intorno Marcella Maniglia della Lega Nord, commentando l’accoltellamento di un ragazzino a Porta San Pietro sabato scorso. “Dopo l’accoltellamento avvenuto l’estate scorsa sulle Mura di Lucca, vicino al baluardo San Colombano, tra litigiosi stranieri e alla presenza di decine di testimoni o semplici passanti, sabato scorso si è riproposto lo stesso scenario, questa volta tra minorenni, nei pressi di Porta San Pietro. Non sono chiare le motivazioni che hanno condotto al cruento litigio, ma ciò che invece è un dato certo e indiscutibile, è la totale mancanza di sicurezza in una città come Lucca, definita anni fa a misura d’uomo”, sottolinea Maniglia.

“Forse è cambiato l’uomo di riferimento a cui il detto si ispirava, forse sono andati perduti i valori chiamati rispetto, educazione, senso civico o forse, più semplicemente – dice – non siamo preparati e non lo saremo mai, a questa forzata integrazione con culture che si differenziano dalla nostra nella stessa misura in cui il giorno è diverso dalla notte. Quella che stiamo vivendo è infatti una notte cupa, durante la quale far uscire i propri figli per una passeggiata in centro storico, può costituire un reale pericolo”.
L’esponente della Lega Nord fa una sua analisi della situazione: “Tanto per iniziare una breve analisi – afferma Maniglia -: i ragazzini vengono accompagnati dai loro genitori a Porta San Pietro, dove ad accoglierli si trovano i loro amici e un discreto numero di spacciatori, pronti a tentarli con qualcosa di illegale, nonché nocivo. Proseguendo nel loro cammino, i ragazzini sono soggetti a tentativi di scippo, estorsione, percosse, per non sottolineare situazioni peggiori come quella del recente accoltellamento stile Far West. Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, installato telecamere di videosorveglianza, ma se un giovane straniero, il più delle volte si specifica cittadino italiano, è disposto per miseri 5 euro o per un nuovo smartphone a minacciare e picchiare i suoi coetanei, quanto può costituire, fattore deterrente, una telecamera? Il numero delle denunce è salito – anche se la maggior parte delle vittime preferisce non sporgere denuncia per paura di ritorsioni – e il numero dei reati è destinato a crescere nonché a peggiorare. Giovani stranieri, specifichiamo ancora una volta per non essere tacciati di razzismo, in possesso della cittadinanza italiana, si sono organizzati con altri loro coetanei in vere e proprie baby gang, per via dei minorenni che le compongono e agiscono quasi del tutto indisturbati dal sabato pomeriggio a sera inoltrata. Il centro storico è la meta preferita, perché pullula di possibili vittime, ma anche la periferia non è esente. Di recente a San Vito una scuola materna è stata presa d’assalto da alcuni ragazzi appartenenti a una baby gang, i quali sono stati disturbati e interrotti dalla polizia, prontamente intervenuta, e da alcuni residenti della zona. A questo punto dell’amara analisi, una domanda dovrebbe insediarsi nei lettori: è più giusto ledere la libertà dei propri figli, impedendo loro di uscire e di condurre una vita da adolescente normale, come nei lontani tempi in cui vigeva il coprifuoco o sarebbe forse il caso di inasprire le misure di sicurezza nei confronti di questi delinquenti che, seppure molto giovani, abbiano deciso di vivere la loro vita senza regole e senza limiti, ai margini della legalità? Personalmente non ho dubbi sulla scelta”.