I vertici Pd: “Primarie? Prima c’è referendum”

15 marzo 2016 | 10:32
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I vertici Pd: “Primarie? Prima c’è referendum”

Primarie sì, primarie no per le elezioni 2017, il segretario comunale Francesco Bambini prova a smorzare i toni. Dando ragione alle affermazioni di Alessandro Tambellini (“Devo pensare a fare il sindaco”) ma anche alle sollecitazioni arrivate dal senatore Marcucci che sapevano tanto di endorsement al consigliere regionale Stefano Baccelli: “Abbiamo oltre un anno alle prossime elezioni amministrative nel Comune di Lucca – dice Bambini – e occorre concentrarci sulle cose da fare e da portare a compimento. Abbiamo tanta carne al fuoco e vi sono scelte da fare che il nostro territorio aspetta da anni. Per giunta abbiamo nei prossimi mesi scadenze importanti ed impegnative come il referendum costituzionale”.

“Le decisioni – conclude Bambini – le prenderemo a tempo debito, partendo dal fatto che le primarie sono il nostro strumento per scegliere i candidati, anche laddove esprimiamo il sindaco uscente. D’altra parte il regolamento prevede che sia sufficiente una percentuale minima a favore delle primarie nell’assemblea comunale o che vi sia da parte di eventuali altri candidati la raccolta di un certo numero di firme. Mi trovo quindi in linea con il segretario regionale Parrini e non credo che l’intervista del senatore Marcucci potesse essere intesa come una segnale per anticipare i tempi di queste scelte e decisioni”.
Sul tema anche il segretario territoriale Patrizio Andreuccetti: “Al dibattito di questi giorni – dice – è utile aggiungere un elemento che credo possa fare chiarezza rispetto al percorso da seguire. Il regolamento quadro per le primarie è stato modificato l’aprile dello scorso anno dall’assemblea nazionale del Pd e prevede, per tutta Italia e per tutte le cariche, un nuovo modo di gestire le primarie rispetto al passato. Mentre prima di quella data un’assemblea comunale, come nel caso della nostra, poteva porre un veto allo svolgimento delle primarie con un voto dei 2/3 dei componenti, con le modifiche questo non è più possibile, in quanto anche in caso di sindaco uscente quello che conta sono le sottoscrizioni che altri candidati devono raccogliere per presentarsi alla competizione. Il sindaco uscente per partecipare alle primarie non deve raccogliere alcuna sottoscrizione, mentre un candidato che intende sfidarlo deve raccogliere o il 30 per cento dei componenti dell’assemblea comunale o il 15 per cento degli iscritti nel comune. Questo per dire che se, ad esempio, anche tutta un’assemblea comunale votasse contro le primarie ma un candidato raccogliesse il 15 per cento degli iscritti, le consultazioni si terrebbero comunque. Il problema quindi non è primarie sì o primarie no, ma primarie sempre, a meno che non vi sia alcun competitor in grado di soddisfare le richieste di cui sopra. Il mio invito da segretario territoriale non è quindi quello di affannarci per mesi su diatribe statutarie e/o assembleari, bensì quello di concentraci sulle cose da fare, sui programmi da portare a termine. Da ora fino ad ottobre il partito è schierato anima e corpo per la vittoria del referendum costituzionale. Poi, quando sarà il momento ed i tempi maturi, ci sarà solo da seguire un iter stabilito che vede le primarie non una condanna, non un attacco a qualcuno, ma semplicemente un metodo aperto e democratico previsto con chiarezza e trasparenza dalle nuove modalità del regolamento”.