La consigliera Bianchi: “Mense, no al pasto da casa”

19 marzo 2016 | 08:22
Share0
La consigliera Bianchi: “Mense, no al pasto da casa”

Il panino da casa al posto del pasto alla mensa scolastica? Secondo la consigliera comunale di Rifondazione, Roberta Bianchi, è sbagliato. Bianchi pur manifestando “massima solidarietà ai genitori che lamentano un costo eccessivo del buono pasto e chiedono alcuni correttivi nella dieta”, spiega chiaramente: “Non posso assolutamente condividere la richiesta di portare il pranzo da casa. La mia obiezione non nasce dal fatto, come lamenta l’amministrazione, che non ci sono spazi, ma da una valutazione di tipo educativo oltreché sociale”.

“Il pranzo a scuola – aggiunge Bianchi – ha un valore prevalentemente pedagogico oltre che nutrizionale. Mangiare a scuola contribuisce ad acquisire corrette abitudini alimentari, ad imparare ad autoregolarsi nella quantità di cibo da assumere; abitua a nuove esperienze gustative e a condividere il piacere e le regole dello stare insieme a tavola; favorisce la socializzazione e il confronto. Il bambino sperimenta la propria autonomia di azione, osserva il modo in cui gli altri compagni si rapportano al cibo. Si creano occasioni di altruismo e un clima conviviale. In questa ottica il ruolo della famiglia è strategico per migliorare il comportamento alimentare. I genitori, insieme agli insegnanti, sono le figure adulte che ruotano intorno al mondo dei giovani e pertanto è bene che siano e si sentano coinvolti nei percorsi di educazione nutrizionale. A queste considerazioni dobbiamo aggiungere – prosegue Bianchi – che il pasto portato da casa potrebbe compromettere il futuro delle mense scolastiche, in quanto venendo meno una parte del ricavato dei buoni pasto, l’amministrazione potrebbe non essere più in grado di garantire il servizio (a meno di non farne lievitare ulteriormente i costi) con conseguente perdita, oltre che del servizio stesso, di posti di lavoro, ancora una volta prevalentemente femminile. E non dimentichiamo che, soprattutto in momenti di crisi come questo, il pasto consumato alla mensa scolastica costituisce per molti bambini l’unico vero pasto della giornata.
Questo non significa che non si debba fare nulla: se si ritiene che alcune cose non funzionino, è giusto battersi per migliorarle, e per questo lo ribadisco massimo disponibilità, ma la soluzione, a parer mio, non può in alcun caso essere il pranzo portato da casa”.