Campagna elettorale, Tori a Marchetti: “Non conosce le regole”

21 marzo 2016 | 08:53
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Campagna elettorale, Tori a Marchetti: “Non conosce le regole”

Si infiamma la polemica politica in vista delle elezioni di primavera ad Altopascio. Matteo Tori risponde all’ultima uscita del sindaco Marchetti e minaccia querela per diffamazione: “La polemica strumentale innescata dal sindaco Marchetti denota un certo nervosismo e una certa difficoltà a mantenere lucidità in vista delle elezioni comunali – dice Tori di Liberaltopascio – dove lui non sarà più il protagonista numero uno. È talmente occupato a non perdere il potere ed impegnato a fare concessioni da non trovare nemmeno il tempo per leggersi attentamente la mia richiesta e nemmeno la normativa vigente in materia di propaganda elettorale, che è, nel caso volesse documentarsi, la legge 212/1956 e successive modificazioni”.

“La legge in questione a far data dalla convocazione dei comizi elettorali – spiega Tori –  nel caso di Altopascio non è stata ancora stabilita, precisa che “è fatto divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni” e prosegue specificando che il divieto riguarda gli organi e non i soggetti titolari di cariche pubbliche che possono svolgere attività di propaganda purché non usino “mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze”. Il sindaco, pertanto o ha preso una cantonata o non conosce molto bene le disposizioni del ministero dell’interno che attualmente non sono in vigore perché ancora non è stata stabilita la data di convocazione dei comizi elettorali”.
“I miei risultati politici – prosegue Tori – sono sconfortanti come i suoi: tutte le volte che ha messo il naso fuori da Altopascio è stato preso a schiaffoni, nonostante il soccorso rosso del centrosinistra, come dimostrano i risultati delle politiche 2013 e delle regionali 2015. La richiesta, che parla di attrezzature e non di uffici e tantomeno di soldi, da me firmata come consigliere comunale e non come candidato a sindaco dovrebbe servire anche ad evitare quello che è successo nel 2011, quando un candidato a sindaco, allora sì in piena campagna elettorale, ignorando i divieti, aveva inaugurato l’ex-cinema Puccini. A proposito delle insinuazioni contenute nella sua lettera dove dice “ci dispiace ma non possiamo offrire a Tori attrezzature e soldi per la sua campagna elettorale”, sarà compito del mio avvocato valutare se ricorrono gli estremi di una querela per diffamazione”.