Politica, Colucci propone una “rivoluzione” nel sociale

3 aprile 2016 | 12:21
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Politica, Colucci propone una “rivoluzione” nel sociale

Una rivoluzione per il sociale e un’apertura all’apporto dei privati. E’ quanto propone Francesco Colucci dei Socialisti Riformisti che chiude così la presentazione del programma da sottoporre alla futura coalizione di centrodestra.
“La spesa del sociale – dice Colucci – è una delle maggiori spese che gravano sul bilancio del Comune di Lucca per molti milioni di euro con un risultato assistenziale molto scarso. E’ qui che dovremo operare una rivoluzione nelle forme e nei contenuti, ribaltando lo stesso concetto di assistenza fin qui seguito. Nelle forme: graduale abolizione della struttura pubblica che organizza il sociale scegliendo la privatizzazione con il coinvolgimento delle Parrocchie e anche le strutture religiose di altre confessioni purché esistenti e organizzate, inoltre Croce Verde, Rossa e Misericordia, Associazioni del Volontariato. Diminuendo nel tempo i molti dipendenti comunali che presidiano oggi questo settore, con una diminuzioni considerevole della spesa indiretta”.

I Riformisti producono la “riduzione delle strutture pubbliche per anziani – proseguono – puntando a convincere le famiglie a farsi carico degli anziani familiari attraverso un “contributo di famiglia” in denaro da un lato e dall’altro mettendo a disposizione strumenti esterni di gestione del malato e/o dell’anziano, attraverso forme di Volontariato assistito e sostenuto dal Comune. Con il risultato di avere un Assistenza più familiare ed umana a costi più contenuto per la collettività. Per favorire la crescita di questo tipo di assistenza familiare introduzione di un reddito minimo di cittadinanza a favore di anziani over 65, disoccupati oltre i 55 anni, malati cronici senza limite di età. Questo per tutti i residenti nel Comune di Lucca”.
“Un discorso a parte – prosegue Colucci – va fatto per i nomadi. I campi devono essere aboliti trovando per coloro che decidono di confermare la loro vocazione residenziale a Lucca delle soluzioni provvisorie prima, in una struttura di prefabbricati tipo terremotati dell’Aquila, per poi essere integrati nel tempo con i bandi delle case popolari. Per questi nomadi che scelgano la conferma della residenza scattano le stesse forme di assistenza previste i residenti lucchesi. Non altro. Tutto ma solo questo. Per i nomadi “veri” va prevista la creazione di un piccolo camping di transito, lontano dal centro storico, in cui devono registrarsi all’arrivo, come avviene per ogni turista che risiede in hotel, affittacamere e camping, con un costo di soggiorno minimo, ma effettivo, per scoraggiare lunghe permanenze. Per questi nessun tipo di assistenza, se non quella di urgenza medica”.
Infine il tema dei migranti: “La scelta di questa accoglienza è dello Stato – chiude Colucci – ed è lo Stato che deve accollarsi l’onere senza alcun coinvolgimento del Comune. Ove venga concessa la condizione di rifugiato politico e risieda nel Comune spettano tutte le forme di assistenza comunale prevista per i residenti”.