Sinistra Italiana e l’1 maggio: “Serve cambio di rotta sulle politiche del lavoro”

In occasione della festa del lavoro, Sinistra Italiana Lucca fa un’analisi dell’occupazione in Lucchesia. E non è tutta rose e fiori. “Nel primo trimestre del 2016 – dice il partito lcchese . sono 850 i lavoratori lucchesi le cui aziende sono considerate “unità produttive in crisi” e che hanno perso o rischiano di perdere l’impiego. Le assunzioni a tempo determinato diminuiscono (il dato regionale parla di un -35,2 per ccento sul 2015) e sui tempi indeterminati i licenziamenti sono stati maggiori degli avviamenti (16.916 contro 13.560, sempre dati regionali) Aumentano impressionantemente le assunzioni tramite voucher: se nel 2008 i buoni lavoro erogati a livello nazionale erano 500mila, nel 2015 sono stati 115 milioni. E non è finita! Nella sola Toscana nei primi due mesi del 2016 sono stati 1.327.803, con un aumento del 50% e 5 punti sopra l’aumento medio nazionale”.
“Ma cosa sono i voucher? – spiega SI – Nati come metodo di pagamento per lavori occasionali e discontinui, per prestazioni di lavoro accessorie, nel corso degli anni sono diventati un metodo con cui coprire il lavoro in nero, senza valorizzare le competenze, senza dar corpo alle attitudini e alla necessaria promozione del sé che rappresenta il lavoro”.
“In periodo di riforme costituzionali – conclude il partito – è più che mai importante rileggere cosa hanno scritto i padri costituenti quasi settant’anni fa nella nostra Carta fondamentale: articolo 36 (primo comma): “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Cosa proponiamo invece oggi alle nuove generazioni? Meno diritti, più precarietà, occupazione formalmente “occasionale e discontinua”, ma solo per evitare di versare i contributi previdenziali. Dunque il Primo Maggio anche a Lucca, come in tutte le piazze d’Italia, non possiamo limitarci a festeggiare il lavoro così com’è. E’ necessario chiedere a gran voce un cambio di rotta volto ad incentivare politiche per il lavoro concrete, che possano garantire quell’esistenza libera e dignitosa che è sancita dalla Costituzione”.