
“Non basta inviare gli ispettori” al San Luca a danno fatto, ma serve fare chiarezza il più presto possibile. Ne è convinta la senatrice del Pd, Manuela Granaiola, che ha portato il caso di malasanità avvenuto al nuovo ospedale, dove a Guido Dal Porto, imprenditore agli arresti domiciliari, è stato asportato il rene sano invece che quello affetto da tumore, nell’aula del Senato. E’ l’unica parlamentare lucchese ad essere intervenuta pubblicamente finora sul caso esploso all’ospedale di Lucca, a seguito dell’intervento del 14 aprile scorso. “Al di là del tragico errore che mette in evidenza il fallimento dell’intera procedura: dal referto sbagliato, alla mancanza di macchinari per leggere la Tac in sala operatoria, all’assenza di confronto tra radiologo e chirurgo (procedura che necessita sicuramente di urgenti correttivi), quello che ci preoccupa – ha detto in Senato la Granaiola – è il fatto che a quasi un mese dall’intervento non sia ancora stata fatta chiarezza sulle cose che non hanno funzionato”.
“Le responsabilità – aggiunge – saranno naturalmente appurate nelle sedi competenti, ma quello che mi spaventa sono le parole del danneggiato circa la possibilità che tanta disattenzione o poca considerazione del caso possa essere dovuta alla sua ‘condizione di detenuto sotto i ferri della sanità pubblica’. “Quanto accaduto a Lucca non è l’unico caso e dobbiamo dare allo sfortunato paziente e a noi stessi una doverosa risposta” osserva la Granaiola che ha chiesto al presidente di “sollecitare il ministero affinché a tutti i livelli sia fatta una verifica dello stato di attuazione del passaggio della tutela della salute in carcere dalla giustizia alla sanità. Non è sufficiente, a mio parere, a caso avvenuto, inviare ispettori, cosa peraltro utile a mettere in atto i correttivi necessari, ma occorre monitorare su tutto il territorio nazionale il rispetto dei livelli di assistenza per i detenuti, che, come denunciato dalle associazioni che operano nelle carceri, presenta ancora molte criticità”.