Errori al San Luca, nuova interrogazione di Mugnai (Fi)

“Quantificazione economica del danno, provvedimenti per arrestare la catena di eventi infausti che sta interessando la chirurgia del rene al San Luca di Lucca, relazione del rischio clinico appena disponibile”: sono le tre richieste che il vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo e coordinatore regionale Fi) avanza alla giunta toscana tramite un’interrogazione sulla nuova denuncia di rene sano asportato dopo un’emorragia verificatasi a fine di una sessione chirurgica che, in endoscopia, avrebbe dovuto eliminare un calcolo.
“Il 14 aprile su un paziente di 56 anni – ripercorre infatti Mugnai nel suo atto – al nuovo ospedale San Luca di Lucca è stato vittima di un errore medico con l’asportazione del rene sano durante la seduta chirurgica, e in nostra interrogazione in data 2 maggio scorso era stato chiesto quali ulteriori provvedimenti sarebbero stati presi per evitare il ripetersi dell’accaduto. Apprendiamo adesso che una donna di 26 anni è viva per miracolo, grazie ad un tempestivo intervento chirurgico che ha visto l’asportazione di un rene danneggiato durante una endoscopia che sarebbe dovuta servire per bombardare un calcolo renale. La ragazza avrebbe sporto denuncia e fatto richiesta di risarcimento, ma a quanto si apprende dalla stampa, la Asl avrebbe risposto all’avvocato della paziente addirittura confondendo la tipologia del danno”.
Mugnai riporta anche le opinioni dei sindacati “i quali, criticando fortemente il modello per intensità di cure, puntano il dito contro il management politico socio sanitario, ovvero rilevano come il sistema organizzativo sanitario toscano non investa più sul personale che è quindi costretto a turni e carichi di lavoro sempre più pesanti; al contrario sia concentrato a realizzare tagli e risparmi economici”. Stesso registro per l’ordine dei medici, che “critica le condizioni generali in cui si trovano a lavorare medici ed infermieri, ovvero eccessivi carichi di lavoro senza turni di riposo adeguati, carenza di personale, la tipologia stessa del modello per intensità di cura ‘con la spersonalizzazione del rapporto medico/paziente e l’insufficiente comunicazione e condivisione tra professionisti'”.
Il vicepresidente della Commissione sanità vuol vederci chiaro, ritenendo che questi episodi siano “sintomi di cattiva salute del modello organizzativo sanitario regionale”. Per questo domanda “quali provvedimenti risarcitori saranno presi per rimediare al danno causato alla paziente”, “quali ulteriori provvedimenti organizzativi saranno presi per evitare il ripetersi dell’accaduto» e «la relazione del rischio clinico non appena disponibile”.