
Sono legati a doppio filo la vicenda dell’adozione del piano strutturale e quella dell’avvicinamento alle amministrative del 2017. Tutti i movimenti intorno all’urbanistica lucchese, su un atto che potrebbe essere l’elemento caratterizzante dell’amministrazione Tambellini, infatti, vanno letti anche alla luce del fatto che nella primavera del 2017 si tornerà alle urne. E gli “appetiti” intorno a questo appuntamento non mancano.
Anche perché, al di là dell’adozione, che avvenga o meno il 30 maggio o quindici giorni più tardi come richiesto dalle opposizioni, non è certo finita lì. Dal momento della pubblicazione all’albo, infatti, correranno i 60 giorni previsti dalla legge per le eventuali affermazioni al piano. Bene che vada, insomma, si va a fine luglio, inizio agosto, a ridosso della pausa estiva delle attività consiliari e amministrative. Le osservazioni (se ne attendono circa un centinaio, basandosi sull’esperienza del passato) dovranno poi passare, una a una, al vaglio della commissione urbanistica. Per questo, tutto considerato, per l’approvazione vera e propria si potrebbe arrivare a gennaio-febbraio del 2017. Come dire, in piena campagna elettorale.
Per questo le posizioni dei consiglieri e della politica in generale sul tema sono diversificate. Da una parte la maggioranza dei fedelissimi di Tambellini vuole accelerare i tempi del sì, per non “andare lunghi” sull’approvazione, rischiando di andare a cadere in un momento in cui il clima potrebbe essere ulteriormente invelenito. E se dalle opposizioni al momento la posizione è rigida, tanto da bloccare i lavori della commissione (il cui parere peraltro sarebbe consultivo e non vincolante, ma un mancato voto sul piano strutturale potrebbe comunque rappresentare un vulnus politico sul percorso in atto) in maggioranza c’è qualche posizione in qualche modo “terza” che cerca un’altra via. Da una parte l’appello del presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella, ai capigruppo, a trovare una via d’uscita dall’impasse. Garzella, peraltro, che non ha mai fatto mistero di voler partecipare, in caso di indizione, alle prossime primarie per la carica di sindaco di Lucca. Una proposta di mediazione accolta dal presidente della commissione urbanistica, Lucio Pagliaro: “Il piano strutturale – scrive Pagliaro in un post su Facebook .- è uno degli atti più rilevanti di una amministrazione ed in particolare della nostra che, fin dalle prime battute, lo ha posto come uno degli obiettivi strategici. Sarebbe stato bello vedere anche le minoranze protagoniste del lavoro istruttorio in quanto il piano strutturale non ha ricadute temporali brevi ma ha ricadute per 15 anni e più. Non voglio dilungarmi sulle motivazioni che hanno creato questo clima, mi auguro solo che prevalga il buonsenso affinché si creano quei presupposti necessari per un confronto pacato e sereno pur nelle diversità”.
Pagliaro, che fa parte della componente renziana della maggioranza che appoggia il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, comunque, anche in caso di muro contro muro con le opposizioni, ovvero se dovesse continuare l’Aventino in commissione, non dovrebbe mettersi di traverso nella procedura consiliare di adozione del piano strutturale, seguendo la posizione della maggioranza anche se, come Garzella, cercherà anche lui fino all’ultimo una mediazione. Semmai la posizione potrebbe cambiare all’indomani dell’adozione. Tutto fa pensare, infatti, che se la commissione urbanistica dovesse continuare nella sua difficoltà di azione, complice il cambiamento dei rapporti di forze dopo il passaggio di Roberto Lenzi all’opposizione lo stesso Pagliaro potrebbe decidere di chiedere alla sua maggioranza di rimettere in agenda la necessità di cambiare la composizione delle commissioni o altrimenti lasciare l’incarico aprendo una nuova fase di impasse in un settore importante come quello dell’attività amministrativa riguardo all’urbanistica.
I numeri, comunque, per approvare il piano strutturale, la maggioranza dovrebbe averli senza difficoltà. La componente renziana, in una fase politica delicata sia in vista del referendum istituzionale sia in vista di un eventuale accordo per la composizione di una eventuale giunta Tambellini bis (che rispecchi i nuovi rapporti di forza nel partito) non sarebbe orientata ad effettuare “strappi” significativi per di più su un tema così importante come il piano strutturale. Con i voti garantiti di Pagliaro e Mercanti ed essendo assai improbabili che il presidente del Consiglio Garzella esprima un voto di astensione o contrario al piano, ci sarebbe solo un altro consigliere comunale di maggioranza critico sui metodi che stanno portando verso l’adozione del piano strutturale. Ma anche in questo caso, alla fine, si dovrebbe conformare alle decisioni della maggioranza e votare per il sì.
Superato questo “imbuto” che si è creato intorno al piano strutturale, però, ripartiranno le grandi manovre in vista del 2017. Da una parte Tambellini cercherà di ricreare unità intorno alla propria ricandidatura, magari con qualche concessione nella futura composizione di giunta. Chi ambisce, invece, a ricoprire la carica di sindaco, proverà a far passare l’ipotesi primarie. A quel punto contro Tambellini (se Tambellini deciderà di partecipare e di non correre da solo con una lista civica, ma in questo caso perderebbe l’appoggio della componente vicina all’onorevole Raffaella Mariani, che non ha nessuna intenzione di “schiacciare” le sue posizioni con la minoranza del Pd) correrebbe con tutta probabilità non solo Matteo Garzella ma anche un altro competitor. Sempre viva, in questo senso, l’ipotesi che vorrebbe il consigliere regionale ed ex presidente della Provincia Stefano Baccelli al via della competizione interna, ma con probabilità in discesa rispetto a qualche mese fa. Sarebbe invece un altro renziano a “scendere in campo” per andare alla conta e rendere espressi i rapporti di forza all’interno della futura maggioranza.
Tutti ragionamenti, questi, ovviamente, che hanno un senso allo stato dell’arte. Molto, infatti, potrebbe cambiare se il centrodestra, ritrovata un’unità che al momento sembra abbastanza lontana (basti pensare alla frattura in Forza Italia) pescasse dal cilindro una candidatura forte in grado di contrastare il centrosinistra. O se questa candidatura arrivasse addirittura fuori dai partiti tradizionali, sotto forma di lista (o liste) espressione della società civile in grado di sovvertire gli equilibri esistenti.
Ma ormai è certo che a una primavera-estate di surplace, fra messaggi e frecciatine, tentativi di accordo e trabocchetti, seguirà un autunno caldo se non caldissimo per la politica lucchese. Che non è escluso possa condizionare e non poco la conclusione della prima esperienza da sindaco di Alessandro Tambellini.
Enrico Pace