Referendum costituzionale, bocciato l’odg Bianchi. Lucca Civica non vota

24 maggio 2016 | 20:44
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Referendum costituzionale, bocciato l’odg Bianchi. Lucca Civica non vota

E’ la non partecipazione al voto di Lucca Civica “per evitare, in vista del voto di ottobre, le strumentalizzazioni politiche intorno al voto sul referendum”, il dato più significativo del dibattito che si è concluso stasera in Consiglio comunale e che aveva per oggetto un ordine del giorno critico sulla riforma costituzionale presentato dalla consigliera di Rifondazione Comunista, Roberta Bianchi. Alla fine la mozione Bianchi è stata bocciata con otto voti a favore: la stessa Bianchi, Roberto Lenzi dell’Idv ma a titolo personale, Beatrice Piantini, Laura Giorgi del Movimento Cinque Stelle e i 4 consiglieri di Forza Italia – Alternativa Civica. 12, invece, i voti favorevoli, quelli dei consiglieri Pd presenti più i consiglieri Pini, Leone e Fazzi. Risultato ribaltato, invece, per l’ordine del giorno della consigliera Valentina Mercanti del Pd, che è stato approvato.

Tanti gli interventi sul tema. Critico, ma non voterà per altri impegni prima della fine del dibattito, Angelini di Governare Lucca: “Con questa Costituzione modificata – ha detto – la sovranità non la eserciterà più il popolo, ma i capi partito. Vengono poi eliminati anche i contrappesi, tutto a favore del governo che si rafforza, laddove peraltro non siamo in presenza di una repubblica presidenziale ma di una legge in cui il governo può essere espressione del 25 per cento dell’elettorato”. Una riforma, peraltro, secondo Angelini, inefficace: “Non si elimina il Senato, cosa che sarebbe stata preferibile, meglio ancora se si fossero dimezzati i parlamentari, e non si velocizza l’iter per l’approvazione delle leggi”.
Difesa alla riforma costituzionale arriva da Valentina Mercanti, consigliera “renziana” del Pd. Che va oltre la presentazione specifica del proprio ordine del giorno e guarda al futuro: “Anche i territori – dice – devono iniziare a interrogarsi sul futuro, compreso il nostro. Abbiamo già parlato, e votato, della possibile fusione fra Lucca e Capannori. Altrove si parla di una “grande Pistoia” e di una “grande Pisa” forse dovremmo iniziare a parlare anche noi di una “grande Lucca” e capire se c’è un disegno complessivo che vede le riorganizzazioni dei vari ambiti e della varie funzioni, come sta già avvenendo per le associazioni camerali e di categoria”.
Duro l’intervento di Mauro Macera di Forza Italia che dice: “Qui non si tratta di cambiare le regole del gioco – dice – ma la natura stessa del patto costituzionale. Siamo contrari all’uomo solo al comando e a una Costituzione che si pieghi alle volontà dell’attuale presidente del Consiglio”. Anche la consigliera ex Sel Beatrice Piantini accoglie le tesi dell’ordine del giorno della consigliera Bianchi e si dichiara impegnata a far prevalere il no al voto di ottobre.
Al dibattito interviene, irritualmente, anche l’assessore Francesco Raspini e scatena una piccola bagarre. A intervento in corso la consigliera Bianchi si richiama al regolamento e chiede con mozione d’ordine che interrompa l’intervento perché non a nome della giunta. Su mediazione di Lenzi, che chiede di votare sulla prosecuzione dell’intervento a patto che si sottolinei il contrasto al regolamento, che non vuole interventi in Consiglio di componenti di giunta se non a nome della stessa, Raspini conclude e spiega i motivi della sua convinta adesione anche al comitato per il sì, contestando le principali critiche alla riforma. “Ci sono tutti i contrappesi necessari – dice Raspini – rispetto all’esecutivo, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale è, al massimo, del 14 per cento. Voglio anche contestare la questione dell’aumento del numero di firme per l’indizione del referendum: la soluzione è favorevole per i referendari in quanto con 800mila firme si abbassa il quorum per l’abrogazione. Questo lo dico a quanti sono andati a votare per il referendum sulle trivelle e hanno dichiarato che andranno a votare per il no al referendum costituzionale”. Raspini spazia anche a riferimento di altri governi europei: “Pensate – dice – che in Francia quando si mette la questione di fiducia non si vota nemmeno e in Inghilterra il capo del governo può dettare due terzi dell’agenda dell’attività del parlamento”.
Nell’opposizione consiliare le posizioni sono, comunque, variegate. Fazzi e Leone distinguono la questione del referendum da quella dell’appoggio al governo Renzi e alle sue scelte. E comunque ritengono quella della riforma come una opportunità da cogliere. Decisamente contrari sia la consigliera Giorgi del Movimento Cinque Stelle sia il consigliere dell’Idv, Roberto Lenzi, che dichiara di votare a titolo personale dopo averne ricevuto la facoltà dal suo partito di riferimento, l’Italia del Valori.
Prima del voto la dichiarazione di Lucca Civica che, nel non ritenere di partecipare al voto per evitare strumentalizzazioni politiche dichiara “auspicabile una maggiore informazione affinché i cittadini si formino una posizione personale in merito”.