Quilici (Lega Toscana): “Gestione profughi a Comune e non a coop”

Accoglienza profughi, Lega Toscana ribadisce la sua posizione. Lo fa con le parole del commissario provinciale Ilaria Quilici: “Premettendo che il nostro movimento esprime contrarietà assoluta al fatto che ci si dedichi all’accoglienza dei profughi piuttosto che aiutare gli italiani, mettendo in secondo piano i problemi di disagio e di difficoltà di questi ultimi e nello specifico dei residenti integrati che siano italiani o non, e che assolvono a tutti i doveri, pensiamo che se dobbiamo arrivare ad Altopascio ad accogliere i profughi debbano essere definite delle condizioni ben precise che non devono essere assolutamente derogabili”.
“Alla luce dei continui sbarchi di profughi o clandestini che arrivano sulle coste italiane – dice Quilici – in questi giorni e degli ordini che il ministero dell’interno e il ministro Alfano stanno diramando perché ogni provincia italiana si accolli altri profughi, siamo pressochè sicuri che Altopascio – è solo questione di tempo – dovrà fare la sua parte nell’accoglienza. Inutile quindi che il sindaco uscente Maurizio Marchetti o il candidato Fagni esternino la solita dichiarazione di non volergli accogliere, usando un espediente elettorale per far gravitare i consensi intorno alle loro persone e alla loro coalizione. Sia Marchetti che Fagni sanno benissimo visto le imposizioni che arriveranno da prefettura e ministero che non potranno affatto mantenere questa promessa fatta ai cittadini di Altopascio, che a nostro parere non devono essere illusi con false promesse. Noi di Lega Toscana pensiamo che dovendo per obbligo imposto accogliere queste persone, si debbano concordare regole ben precise a tutela della comunità. Pensiamo che l’accoglienza vada riservata solo a persone che realmente fuggano da paesi in guerra per un periodo limitato allo stretto necessario e che eventuali ospiti per una corretta integrazione adempiano a doveri ben precisi come quello di ripagare l’accoglienza mediante lo svolgimento a titolo gratuito di lavori socialmente utili. Occorre a questo punto attuare una supervisione da parte del Comune, che magari potrebbe prendersi in carico la gestione di questa accoglienza al posto delle solite cooperative, che lucrano sull’accoglienza rendendola di fatto un proprio business”.