Pierami a Fantozzi: “Sì unità, ma non partendo da no a referendum”

Sì alla ricomposizione dell’area di centrodestra ma non partendo dal no al referendum costituzionale. Così la pensa Giovanni Pierami, esponente di Per Lucca e i suoi paese, che accoglie e risponde all’appello del sindaco di Montecarlo, Vittorio Fantozzi. “Caro sindaco – dice Pierami rivolgendosi a Fantozzi – apprezzo il tuo impegno per ricomporre l’area del centrodestra ripartendo dai valori che gli sono propri. Anch’io ritengo che la democrazia si possa sostanziare solo in un corretto confronto tra più posizioni che alternativamente possano ambire a governare. Purtroppo vedo che i vecchi costituenti di questa area sono caduti in una diaspora e parte di questi hanno scelto di estremizzarsi in angoli identitari che contraddicono i valori di quel mondo liberale e della responsabilità che in gran parte era proprio del centrodestra o se vuoi dei moderati e riformisti. Penso alla piega lepenista xenofoba di alcuni o al giustizialismo ad intermittenza di altri”.
“Permettimi – prosegue Pierami – mi sembra altresì contraddittorio richiamarsi ad una crociata strumentale per il no al referendum in nome non dei contenuti, in quanto in gran parte nel tempo condivisi se non addirittura votati dalla nostra parte, ma per la sua “forte carica simbolica”. Proprio perchè, penso come te che si debba ripartire dai contenuti, ritengo che non si debba bocciare una proposta di riforma solo perchè è stata presentata da altri. Con la caduta delle ideologie ed il venir meno di posizioni alternative al sistema liberaldemocratico credo ci si possa liberare anche di strumentalità e tifoserie che poco si addicono ad un maturo confronto democratico. La sfida del nuovo ci spinge, finalmente, al confronto su idee e programmi. Personalmente ritengo che la vittoria di un no al referendum costituzionale voglia significare, oltre che un ritorno al passato con ripercussioni economiche ed internazionali incredibili, anche un rimanere nella palude della politica odierna. Ed allora l’unico spazio politico sarà quello di quei movimenti che vegetano, ampliano ed esasperano le magagne dell’oggi ma che niente fanno (veramente) per cambiare una situazione da cui traggono consenso”.