Colombini: “Brexit? Spiace, ma per Scozia è bene”

24 giugno 2016 | 14:01
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Colombini: “Brexit? Spiace, ma per Scozia è bene”

Il clamoroso esito del Brexit, con il Regno Unito che ha deciso di abbandonare l’Unione Europea per sancire la sua totale indipendenza, sta generando dibattiti in tutto il mondo. E Andrea Colombini, presidente del Puccini e la sua Lucca Festival, notoriamente legato alla causa scozzese e alle vicende d’oltremanica in genere, si trovava (e si trova) a Londra proprio in occasione del voto. Colombini ha così potuto tastare da vicino il polso di una situazione che apre scenari inattesi, verificando le reazioni delle diverse fasce di popolazione (con gli under 30 che, secondo i sondaggi, hanno votato in maggioranza per restare nell’Ue, ma sono stati ‘battuti’ dai più anziani).

Colombini intrattiene rapporti ufficiali con il governo britannico fin da quando aveva 22 anni, come agente delle bande militari della divisione della Guardia e della divisione scozzese. “Oltre a questo ho saldissimi rapporti culturali con la Scozia e la Gran Bretagna, dovuti anche alle mie frequentazioni ed ai miei studi: ho frequentato per 3 anni l’università di Cambridge. Ho sempre avuto un ruolo di ponte culturale tra la realtà lucchese, da sempre molto vicina alla Gran Bretagna e quelle zone. La percezione comune? Io frequento due importanti club londinesi: il primo, più moderno e frequentato da persone giovani, trasudava una coscienza europeista in questi giorni; l’altro è più tradizionale e l’idea di una Gran Bretagna fuori dall’Ue non era accolta con sfavore. Nelle generazioni più vecchie c’è ancora una mentalità imperiale e post imperiale, ma dovrebbero ricordarsi che la loro economia prevede esportazioni per il 67% verso l’Europa: da questo punto di vista diventerà tutto più difficile. La moneta più debole, con il deprezzamento della sterlina, però invoglierà investimenti e turismo. La globalizzazione è bella quando è globalizzazione dei diritti e dei doveri: così comìè concepita oggi ha delle falle e si è visto. Si è spinto poi tantissimo sul tasto dell’immigrazione: specialmente l’Inghilterra ha una paura matta di essere invasa. Bella paura da parte di chi ha invaso un quarto del mondo”.
Poi la riflessione si cala ancor più nel dettaglio:”L’Ue ne esce più debole e di questo sotto tanti punti di vista mi posso dispiacere – commenta – ma questa è una decisione seria, che rispetta la volontà di una popolazione. Credo, ed è anche una speranza, che il risvolto positivo sarà la futura indipendenza della Scozia: adesso se ne comincia a riparlare. Probabilmente si verificherà anche un crollo del Regno Unito: questo mi rende un po’ meno contento. Dal punto di vista economico per la Gran Bretagna sarà un bel colpo, mentre per l’Europa un grave segno che non può non essere colto. Juncker ha detto bene: non si fanno queste mosse per andare a fare un’ulteriore trattativa. Ma sicuramente l’Europa dei tecnocrati, delle banche e delle multinazionali ne esce sconfitta, su questo sono d’accordo con Nigel Farage. Questo è il vero dato che deve indurre una riflessione profonda. Sono molto spiacente delle perdite in borsa, perché gli speculatori guadagneranno e come sempre ci rimetteranno i piccoli risparmiatori, ma ripeto: giusto rispettare la volontà popolare. Onore poi a David Cameron, che perde un referendum e si dimette: che sia di insegnamento”.