
La scissione della Gesam così non si può fare, ma l’operazione dovrebbe comunque essere possibile con l’entrata in vigore dei decreti attuativi della riforma Madia in materia di società partecipate e loro dismissioni che ora sono in discussione nelle commissioni parlamentari. E’ questo, in estrema sintesi, il parere espresso dall’Anac dopo le controdeduzioni dell’amministrazione comunale sulla scorta delle prime osservazioni dell’anticorruzione che avevano giudicato illegittimi i contratti Sinergo e Calore stabiliti con Gesam e che avevano invitato il Comune a rescinderli in autotutela. Ora l’Anticorruzione spinge il Comune a “congelare” l’intera operazione e Palazzo Orsetti, alla luce delle nuove osservazioni, esegue. Se ne riparlerà “quando il quadro normativo sarà più chiaro”, spiega il sindaco Alessandro Tambellini.
La seconda lettera di risposta di Anac arrivata venerdì scorso (1 luglio) avanza diverse contestazioni ai pareri legali prodotti dalla Lucca Holding, sposando in qualche modo la tesi del senatore Altero Matteoli e del consigliere comunale di Forza Italia, Marco Martinelli, che hanno sempre sostenuto che la scissione non sarebbe potuta avvenire con il criterio del concambio e quindi con quelli della ‘pubblicità’ e dell’evidenza.
Ma l’Anac stessa non nega che la scissione così come la vuole operare il Comune sia possibile, una volta che la riforma Madia sarà effettiva. E oggi (4 luglio) c’è stato un primo confronto sul nuovo parere tra il sindaco Alessandro Tambellini, l’amministratore unico di Lucca Holding Andrea Bortoli e il numero uno di Gesam Ugo Fava. L’Anac tuttavia boccia in sostanza – alla luce, va detto, dei decreti attualmente in vigore – l’ipotesi di far confluire le società non strumentali di Gesam in una nuova società in house controllata dal Comune, perché “non potrebbero definirsi tali”, perché non tutti i servizi così riorganizzati risponderebbero al solo criterio della pubblica utilità ma avrebbero in parte “carattere commerciale”. Riorganizzazione che è parte sostanziale della scissione asimmetrica, che al momento viene quindi “congelata”. Il Comune infatti raccoglie l’invito e il sindaco, pur scrivendo di pugno una lettera di ulteriore chiarimento, formalizza il rinvio dell’intera operazione.
Il parere dell’Anac, contenuto in quattro pagine, ricostruisce inizialmente la vicenda dal punto di vista giuridico e i vari passaggi a cui hanno partecipato diversi soggetti, trai quali il gruppo di lavoro del Comune che ha inviato un approfondimento all’Autorità. “Vista la complessità della materia trattata e la mancanza di giurisprudenza in merito all’operazione di scissione asimmetrica da effettuarsi con soggetti pubblici – sottolinea l’amministrazione in una nota -, il parere dell’Anac evidenzia l’opportunità di attendere il riassetto definitivo della materia per poter operare in conformità a quanto sarà contenuto nei decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione, meglio nota come Riforma Madia, che renderà pienamente attuabile l’operazione di scissione come già pensata e strutturata dal Comune di Lucca”. Quindi a questo punto nessuna fretta. “Il sindaco – spiega ancora il Comune – ha firmato una lettera di risposta all’Anac nella quale, oltre a ringraziare per l’apporto ricevuto, espone alcune riflessioni circa l’aderenza delle argomentazioni contenute nella nota rispetto alla struttura dell’operazione progetta dal Comune di Lucca. In ogni caso l’amministrazione comunale intende seguire le indicazioni dell’Autorità e attendere l’entrata in vigore della riforma Madia che dovrebbe superare ogni incertezza del quadro normativo e accogliere la legittimità dell’operazione di scissione così come progettata”.
La posizione del Comune Tutto come si ricorderà era nato da un esposto presentato dal senatore azzurro Altero Matteoli, che aveva chiesto all’Anac di esprimersi sull’operazione di scissione della Gesam messa a punto per conto dell’amministrazione da Lucca Holding per separare la rete dei servizi da quella della rete del gas in Gesam per partecipare con Toscana Energia alla gara per il gestore unico. L’Anac dopo la richiesta di ulteriore documentazione all’amministrazione comunale aveva emesso le prime osservazioni alla progettata “rivoluzione” della galassia Gesam, con una lettera a Palazzo Orsetti del 20 aprile scorso. In quella missiva, Anac sosteneva anzitutto l’illegittimità dei contratti stabiliti con Gesam per illuminazione, calore e cimiteri, invitando il Comune a revocarli in autotutela reinternalizzandoli e invitando anche a valutare l’interesse pubblico e la convenienza dell’operazione di scissione che – era questo l’altro avvertimento dell’Anac – sarebbe dovuta avvenire nel rispetto del codice dei contratti pubblici. L’amministrazione aveva replicato facendo pervenire all’Anac la relazione dei legali scelti come consulenti da Lucca Holding, il professor Marcello Clarich e dal professor Mario Libertini. Secondo cui l’operazione del Comune sarebbe potuta avvenire senza ostacoli. In particolare i periti avevano sostenuto che la revoca in autotutela dei contratti con Gesam avrebbe provocato una serie di problemi, onerosi dal punto di vista della convenienza ma anche dell’occupazione, con il rischio di creare almeno 11 esuberi nel progetto di reinternalizzazione dei servizi affidati illegittimamente alla società partecipata (Leggi). Secondo la relazione dei professori, poi, l’operazione di scissione così come progettata dal Comune sarebbe comunque legittima, e nel rispetto del codice dei contratti pubblici perché supportata da una dettagliata motivazione di economicità della stessa.
L’esposto di Angelini Nel frattempo però all’Anac era giunto un altro esposto firmato dal consigliere comunale di Governare Lucca, Piero Angelini (Leggi). Nell’esposto Angelini aveva precisato meglio alcune osservazioni contenute nella segnalazione di Matteoli, in particolare nel punto in cui si faceva notare che le alienazioni di società di servizi come Gesam possono attuarsi solo attraverso gare di evidenza pubblica e quindi non con la procedura di scissione. L’anima di Governare Lucca, invece, aveva integrato quell’osservazione allegato la norma specifica dell’ordinamento degli enti locali che vieta – aveva ribadito Angelini – di procedere con la scissione asimmetrica, che non prevede nessun tipo di gara pubblica.
Ma non è finita qui, perché al primo esposto ne era seguito un altro subito dopo la diffusione della risposta dell’Anac alla segnalazione di Matteoli. Angelini ha ripreso carta e penna chiedendo chiarimenti su un punto controverso della replica dell’anticorruzione e che riguarda proprio l’ipotesi della scissione asimmetrica. Secondo Angelini la soluzione per risolvere l’impasse è quella che era già stata indicata dall’ex amministratore della Holding Stancanelli, quella cioè che prevedeva la costituzione di un’Ati con Toscana Energia per la partecipazione alla gara.
Il parere dell’Anac Secondo l’Anac “le controdeduzioni pervenute dal Comune – si legge nell’ultimo parere – non risolvono esaustivamente le questioni”. In primo luogo quelle sulla scissione asimmetrica e sul rispetto del codice dei contratti pubblici. Secondo l’Anac infatti le dismissioni delle società del gruppo Gesam devono avvenire attraverso una gara ad evidenza pubblica, come sosteneva Angelini, perché nella galassia del gruppo vi sono realtà societarie per cui lo specifico decreto legislativo (il 267 del 2000) non prevede la possibilità di applicazione di norme di diritto privato. Ma anche il comma di questo decreto – fa notare l’Anac – verrà abolito dall’entrata in vigore del nuovo decreto legislativo in materia di società partecipate.
Tuttavia l’Anac fa notare che il progetto di far confluire le società Gesam non “strumentali”, ovvero che non erogano servizi indispensabili, in una nuova società in house controllata al 100% dal Comune, “non risponderebbe ai criteri necessari per poterla definire tale – spiega ancora l’Anac – e quindi per essere oggetto i affidamento diretto di servizi strumentali del Comune. La società infatti svolgerebbe anche attività commerciali che, sulla base della costruzione del valore economico delle attività di Gesam Gas e Luce, risulterebbero di gran lunga superiori a quelle del ramo di azienda e delle altre società incorporate che potrebbero essere oggetto di scissione”. Quanto poi al rischio occupazionale, Anac replica al Comune spiegando che in caso di affidamento all’esterno dei servizi revocati in autotutela o di gestione in house, il Codice dei contratti pubblici prevede che possa essere “inserita una clausola sociale per garantire l’occupazione”.
La conclusione di Anac dunque resta la stessa di prima: la dismissione e riassetto di società pubbliche non strumentali deve avvenire “nel rispetto del codice dei contratti pubblici”, ovvero con le gare. “Ciò non toglie – si conclude – che al momento della emanazione del decreto legislativo in materia, il riassetto potrà essere fatto secondo le modalità e i termini previsti, tenendo in considerazione che le società in house dovranno comunque essere conformi alle disposizione del codice ed all’orientamento giurisprudenziale in materia”.