Pini e Ghilardi: dubbi osservatorio partecipato frutto di preconcetti

Piano strutturale, anche i consiglieri Giovanni Ghilardi e Andrea Pini all’incontro dell’osservatorio partecipato lucchese. Da loro, però, emerge una posizione critica nei confronto dell’incontro: “Quando i cittadini si organizzano per approfondire tematiche di interesse pubblico – dicono – è sempre indice di senso civico. Ci siamo tuttavia stupiti nell’apprendere, per ammissione degli stessi “esperti” coinvolti dai cittadini, che il piano non era stato letto nella sua interezza. Non ci era mai capitato di partecipare a incontri dove i relatori chiamati a esprimersi non avessero in realtà approfondito nelle giuste modalità i contenuti che andavano a commentare”. “Se lo scopo dell’incontro – proseguono i consiglieri – era mettere i cittadini nelle condizioni di avere strumenti utili a formulare le loro osservazioni al piano adottato, una maggiore preparazione non avrebbe guastato. Anzi, sarebbe stata utile quanto meno a evitare affermazioni fantasiose che non ripeteremo e che, per la loro gravità, costituiscono purtroppo pericolosi atti di disinformazione”.
“Dopo l’adozione del piano strutturale – dicono ancora i consiglieri – l’amministrazione e i tecnici sono tornati sui territori, per presentare il lavoro ai cittadini e fornire competenti risposte ai loro dubbi. L’open day del 24 giugno alla Cavallerizza è stata un’ulteriore occasione per informarsi con serietà. L’ufficio urbanistica del Comune di Lucca riceve su appuntamento il martedì e il giovedì tutti i soggetti interessati ad avere chiarimenti sul piano per formulare le osservazioni. Ci chiediamo: era proprio necessario organizzare un incontro autogestito con lo stesso fine ma senza la presenza di voci competenti? Non sarebbe stato più utile invitare come relatori anche i tecnici che hanno lavorato al piano? I cittadini sono liberi di organizzarsi e incontrarsi in tutte le forme che vogliono, ci mancherebbe, e anzi è proprio questo un cardine imprescindibile del nostro vivere democratico che noi, come consiglieri comunali, riconosciamo e affermiamo con convinzione. La riflessione che vogliamo fare oggi è un’altra: perché, anche quando un’amministrazione dimostra la massima apertura nel rispondere del proprio operato e promuove forme di incontro al fine di approfondirne ogni aspetto, per alcuni prevale comunque il sospetto che l’interlocutore pubblico sia un “nemico”? Guardiamo ai fatti, stiamo nel presente, valutiamo laicamente le azioni di trasparenza e serietà messe in atto, se possibile. Lo dobbiamo all’importanza delle scelte che oggi con il piano strutturale stiamo compiendo e che non possono divenire pretesto per posizionamenti aprioristici. L’antidoto a tanta diffidenza è nella realtà, sarebbe sufficiente volerla riconoscere”.